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Salih Müslim (Pyd): “La Turchia non ha mantenuto le sue promesse”

In un’intervista con ANF, il co-presidente del PYD (Partito di Unione Democratica) Salih Müslim ha fatto importanti dichiarazioni sull’attuale situazione a Kobanê, sui dettagli dell’incontro con le autorità turche a İstanbul e sulla decisione della Francia su Kobanê.

Müslim ha detto che ha avuto un incontro con le autorità turche la scorsa settimana a İstanbul e ha aggiunto: “Le autorità turche ci hanno promesso che avrebbero aiutato Kobanê. Ma non hanno mantenuto le loro promesse, nonostante la nostra insistenza”.

Sottolineando che sono solo le forze curde a combattere efficacemente contro le bande di ISIS nel Medio Oriente, il co-presidente del PYD ha enfatizzato che accolgono con favore la decisione della Francia di aiutare Kobanê. Müslim ha anche sottolineato che gli attacchi a Kobanê sono mirano a colpire la volontà dei curdi ed ha salutato i curdi che si stanno sollevando nel Kurdistan settentrionale e in Europa.

Ci sono dei civili a Kobanê oltre ai combattenti?

Attualmente ci sono 10mila persone a Kobanê, incluse donne, bambini e persone anziane. Questa gente non vuole lasciare la città. Le nostre forze stanno difendendo queste persone a costo della propria vita.

Oggi (martedì) le forze della coalizione a mezzogiorno hanno bombardato alcune basi di ISIS intorno a Kobanê. Qual è stata l’influenza di questi bombardamenti?

Fino a ieri gli attacchi aerei non hanno prodotto alcun risultato. Tutti i bombardamenti sono circa a 15-20 km di distanza da Kobanê. E questi bombardamenti non hanno influenza. Ma ieri ne hanno avuta abbastanza.

Come valuta gli attacchi aerei?

Secondo noi è una decisione tardiva. Avrebbero dovuto farli prima. Ma nonostante tutto, la conduzione dei bombardamenti è una mossa positiva che ci aspettiamo continui ad avere luogo.

Perché ISIS sta attaccando i curdi?

Non l’ho capito fino ad ora e vorrei proprio farlo. Ma sappiamo questo; ISIS, secondo noi è un male. Cercano di portare la gente indietro nel tempo di 2000 anni, mentre il mondo e l’umanità hanno acquisito così tanto progresso. Questa è un’idea assolutamente priva di significato e irrealistica. L’umanità si è lasciata alle spalle il califfato 2000 anni fa. Per questo la strategia di ISIS non può essere messa in pratica. Hanno saccheggiato tutti i posti che hanno raggiunto fino ad ora e massacrato la gente senza fare distinzioni. Rovinano le cose ovunque vadano. E questo in effetti è quello che le potenze che li mandano vogliono che succeda.

Quali potenze?

Le potenze che non accettano e non riconoscono i curdi, coloro che sono contro il sistema che abbiamo costruito nel Rojava.

Perché considerano così minaccioso il vostro sistema?

Nel nostro sistema tutti gli arabi, armeni, siriaci, siriani e curdi vivono in condizioni uguali. C’è un contratto sociale. Anche le donne e i bambini godono di parità di diritti. Le donne sono rappresentate in tutti i cantoni con una quota del 40% e inoltre c’è il sistema di co-presidenza. Questo è quello che loro non accettano.

Si immagini, i siriaci in tutto il mondo hanno il diritto di usare la loro lingua come lingua ufficiale solo nel Rojava. Tutti gli equilibri nel Medio Oriente stanno cambiando con questo sistema. È per questo che ha molti nemici; in primo luogo gli stati che hanno diviso i curdi, Turchia, Iran, Iraq e Siria. Molti comandanti del regime baatista dell’Iraq al momento stanno entrando nelle file di ISIS. Sono coloro i quali in tutta la storia non hanno mai accettato i curdi. Il loro obiettivo è distruggere questo sistema.

Qual è l’esatto ruolo della Turchia?

Anche il vicepresidente degli USA Joe Biden lo ha detto chiaramente; c’è una collaborazione tra la Turchia e ISIS che va dal sostegno logistico al permettere il passaggio ai loro militanti. Tutto questo è chiaro ed evidente.

Kobanê sta affrontando un massacro che si sta verificando davanti agli occhi del mondo intero. Nonostante il fatto che tutti siano contrari al massacro e a ISIS, il silenzio resta. Come lo commenta?

Alcuni vogliono intervenire, ma non hanno il potere di farlo. E altri non vogliono rendersi obiettivi di ISIS e alcuni altri non lo fanno per via dei propri interessi. Al momento sono i curdi a essere in pericolo. Questo è il motivo per cui i curdi devono resistere. Oggi le nostre forze e le forze della coalizione sono le uniche che combattono contro ISIS.

Lei è soddisfatto del fatto che i bombardamenti delle forze della coalizione hanno aiutato? Quali sono le richieste che ha da fargli?

Abbiamo detto fin dall’inizio che non chiediamo che loro “vengano qui e combattano per noi”. Gli abbiamo solo chiesto di aprire i valichi di confine e di venderci i missili anticarro di cui abbiamo bisogno e per i quali pagheremo. Non stanno facendo nemmeno quello. Questo è quello che ci da fastidio. Non sarebbe vero dire che “ISIS lì ha occupato e sequestrato le armi”. No. Alcune forze hanno fornito queste armi pesanti a ISIS. Le stanno usando contro di noi. Questo è chiaro ed evidente.

Come commenta la dichiarazione del Ministro degli Esteri francese che ha detto “Noi aiuteremo Kobanê”?

La troviamo molto importante. Ma è una decisione tardiva. Abbiamo detto la stessa cosa per due anni, ma nessuno ci ha prestato attenzione. Stiamo combattendo contro ISIS nelle nostre terre da un anno e mezzo ormai. Questa non è una guerra solo dei curdi. È la guerra dell’umanità intera e per la democrazia. Tutti pensano che siamo nel giusto, ma restano in silenzio. Combattiamo con i kalashnikov contro carri armati e missili. Ci mettiamo una grande forza umana. Se avessimo armi pesanti e anticarro, non ci sarebbe bisogno di nessuno. Non ci sarebbe neanche bisogno di far decollare tutti questi aerei da guerra per colpire obiettivi di ISIS. Ma quando si tratta di interessi, le cose cambiano.

Quanto è morale il fatto che da un lato ci sia una città minacciata da un massacro, dall’altro, gli interessi degli stati?

Questo è immorale. In primo luogo e prima di tutto i valori umani dovrebbero essere protetti, quali che siano le conseguenze. ISIS ha incendiato dozzine di chiese quando è entrato a Mosul. È una storia lunga molti millenni e la storia dell’umanità che lì sono state bruciate. È così che questo argomento va trattato. Umanità e valori devono essere preservati. Questi sono i nemici dell’umanità.

La Francia ha fatto una dichiarazione ma quando passerà all’azione? Giorni, se non ore e potrebbe essere troppo tardi per Kobanê. Quale sarebbe il suo appello rispetto a questo?

Quando diciamo loro di agire con urgenza, lo diciamo in base a questa sensibilità. Sono appena tornato dalla Francia (martedì sera). Abbiamo avuto incontri con autorità di alto livello,- e abbiamo detto con ogni dettaglio quanto è urgente la situazione. Qualsiasi cosa venga fatta, va fatta ora. Ripeto qui ancora una volta che non c’è tempo da perdere.

Erdoğan ieri ha fatto una dichiarazione dicendo che anche il PKK e le YPG per loro sono terroristi proprio come lo è ISIS. Dopo questo, la gente che è scesa in strada nel Kurdistan settentrionale è stata presa di mira in attacchi armati. Molte persone sono morte fino a ora. Cose direbbe lei dell’atteggiamento della Turchia?

Questo è ricatto. C’è dell’ipocrisia qui. Noi stiamo proteggendo i valori dell’umanità contro le bande di ISIS. Erdoğan non è onesto. Questo ci mostra che la sua mentalità non è diversa da quella di ISIS. I curdi si sentono minacciati e scendono nelle strade. Sparare a queste persone con dei proiettili, prova che lui ha la stessa mentalità di ISIS. Perché oggi può essere Kobanê, ma domani potranno ben essere Hewler, Amed e Mahabad ad affrontare la stessa minaccia. Gli uni stanno uccidendo civili nel Rojava, l’altro quelli nel Kurdistan settentrionale.

Lei ha visitato la Turchia la settimana scorsa. Con chi si è incontrato e che tipo di incontri ha avuto?

Si, tre giorni fa ho incontrato le autorità turche a Istanbul.

Su cosa?

Ci hanno promesso di “aiutare Kobanê”.

Che tipo di promessa?

Ci hanno detto che non vogliono che Kobanê cada. “Apriremo un corridoio per aiutarvi. Dobbiamo essere uniti contro ISIS” hanno detto. Lo abbiamo considerato positivo. Ora stanno prendendo tempo. Insistiamo sul fatto che devono mantenere le loro promesse. Ci hanno detto “non spiegate il contenuto degli incontri alla stampa” ma sono loro stessi ad attaccarci.

Ha un messaggio per i curdi che ora manifestano ovunque per Kobanê?

Quello che viene preso di mira a Kobanê è la volontà dei curdi. Tutti devono sapere come stanno le cose e agire di conseguenza. Noi troviamo importante che la nostra gente scenda in strada e organizzi proteste. È un fatto sacro per noi. Io mando un saluto a tutti loro. Proteggendo Kobanê noi stiamo proteggendo la volontà del popolo curdo. I curi devono resistere. Devono incrementare le loro azioni fino al massimo livello. Devono farsi vedere dal mondo interno in modo che nessuno oserà mai più attaccare i curdi.

Critico anche il silenzio del Kurdistan meridionale. Alcuni canali TV nel sud dicono che “questa guerra è tra il PYD e ISIS”. Questo non è vero. Anche gente che appartiene a partiti diversi dal nostro è stata decapitata e massacrata.

Non erano iscritti o sostenitori del PYD, sono stati uccisi perché erano curdi. Non dovrebbero sentirsi tranquilli oggi perché anche il Kurdistan meridionale fa parte degli obiettivi di ISIS. Una volta che troveranno l’occasione attaccheranno Hewler anche perché secondo loro i curdi sono miscredenti e devono essere annientati. Il governo del Kurdistan meridionale e la popolazione devono essere consapevoli di questo fatto e stare al fianco di Kobanê.

http://www.retekurdistan.it

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