“Humpty Dumpty sul muro sedeva. Humpty Dumpty dal muro cadeva”. [Humpty Dumpty: L’uomo-uovo di Le Avventure di Alice nel paese delle meraviglie, ndt]
Mi torna alla memoria la filastrocca per bambini e le sue parole in relazione alle commemorazioni della caduta del muro di Berlino. È una allusione superficiale? Forse. Per milioni di persone quell’evento di 25 anni fa, è stato caratterizzato da un genuino e comprensibile senso di euforia. Ma l’incessante strombazzare dei media tedeschi, settimane e settimane prima della ricorrenza, con il piano di far librare 8.000 palloncini bianchi illuminati da 60.000 batterie distribuiti lungo le dieci miglia dove correva il muro, allo squillo di tromba trionfante, con le campane che suonano a giubilio e mentre Angela Merkel, Lech Valesa, Mikhail Gorbaciov e altre celebrità rivolgono lo sguardo al cielo con gratitudine, può forse giustificare il mio approccio un po’ inconsueto.
Quando il Muro perse il suo status di barriera il 9 novembre del 1989, ciò che cadde rapidamente nei mesi che seguirono difficilmente avrebbe potuto essere evocato dall’uomo-uovo che qualcuno ricorda delle avventure di Alice. Cadeva la quarantennale istituzione che si faceva chiamare Repubblica democratica tedesca, la RDT. Insistendo nell’allusione ovoidale, ci si potrebbe domandare: cadde perché era totalmente sbagliata? Ricevette una o due spinte esterne? E quella caduta rappresentava semplicemente la rivoluzione gloriosa di popolo desideroso di libertà o la questione è più complicata? Tutto ciò è ancora di molto rilievo, per tante simili sollevazioni avvenute in seguito e per altre, che continuano a manifestarsi.
Perché la RDT è affondata? Nonostante i fiumi di carta di cattiva pubblicità sin dal suo inizio, dopo il 1945, la RDT nacque in gran parte dalle speranze e dai sogni di un numero relativamente piccolo di vittime del fascismo di Hitler, alcuni in esilio nei vari continenti, altri nei campi nazisti e nelle carceri. Questi uomini e donne erano determinati a creare una nuova Germania, o almeno una parte di essa, che respingesse il fascismo e le potenti forze dietro di esso: Bayer e BASF (di IG Farben), che han costruito e sostenuto Auschwitz; Siemens, Krupp e Flick, che hanno abusato e affamato centinaia di migliaia di prigionieri dei campi di concentramento e lavoratori forzati provenienti da tutta Europa; Deutsche Bank che ha contribuito a finanziare ogni fase di questo percorso sanguinario. Nonostante la loro sconfitta, per la seconda volta, queste forze non hanno mai abbandonato i piani di recupero e di rinnovata espansione e si sono prontamente ristabiliti. Ma non nella Germania orientale, dove sono stati sventati tali piani e le loro fabbriche e le loro proprietà nazionalizzate. E’ stato questo il passaggio cruciale della RDT che non fu mai perdonato, fino ai nostri giorni.
Quei primi attivisti, di fronte a milioni di vedove, orfani, di fronte all’amarezza o al cinismo ideologico o alla persistente influenza del nazismo, invitarono i migliori scrittori, artisti, professori, cineasti e sceneggiatori antifascisti in esilio a contribuire a modificare questi stati d’animo e questi pregiudizi, almeno nella Germania dell’Est. Tra coloro che risposero Bertolt Brecht, Hanns Eisler, Anna Seghers, Ernst Busch, Arnold Zweig, Heinrich Mann (che morì poco prima del suo arrivo). Altri, come Hans Fallada, rimasti in Germania, rimasero contrari al fascismo. Queste persone, e quelli che hanno imparato da loro, hanno dato vita a opere capaci di parlare a tutto il mondo. Qui, al contrario degli sviluppi nella Germania oltre l’Elba, i nazisti furono espulsi dalle aule scolastiche, dalle sale di lettura, dalle stazioni di polizia e dagli scranni della giustizia.
E anche se si iniziò da un cumulo di rovine, con una industria distrutta che pagava il 95 per cento delle riparazioni di guerra tedesche, sempre discriminata sui mercati mondiali, la RDT si adoperò per costruire una nuova grande economia, un’economia senza profitti. Quasi priva di risorse naturali, è stata creata una nuova industria siderurgica, impiantate fabbriche navali, prodotte mietitrebbie agricole, gru e macchine utensili, quando possibile, in aree quali Meclemburgo che per secoli avevano vissuto in condizioni di arretratezza, pressoché feudali. E questo senza un piano Marshall e subendo la perdita di ingegneri e dirigenti che, contaminati dall’ideologia nazista, abbandonarono in massa la RDT.
A poco a poco, soprattutto quando quel muro di Berlino fermò duramente l’incessante, ben organizzata fuga di cervelli verso ovest, si poté anche investire in beni di consumo. Il paragone con il resto del mondo, dimostrava il raggiungimento di un alto tenore di vita: quasi ogni casa aveva un frigorifero, un TV color, una lavatrice. I mezzi di trasporto pubblici erano economici, ma circa la metà delle famiglie aveva almeno una piccola auto.
In quaranta anni, a dispetto delle peggiori previsioni, la piccola RDT era in grado di risolvere molti problemi che affliggono oggi così tante nazioni. Una tassa molto contenuta copriva tutte le cure mediche, inclusa la pianificazione familiare tra cui gli aborti, la cura dei bambini, la realizzazione dei campi estivi, le attività culturali e sportive per grandi e piccini. Tutta l’educazione era gratuita, le borse di studio coprivano i costi di base in modo che non erano necessari prestiti e l’occupazione post-laurea era garantita. Le donne erano messe in condizione di lavorare a parità retributiva: l’occupazione femminile era al 90 per cento. Meglio ancora, non c’era disoccupazione, gli sfratti erano proibiti, nessuno doveva temere per il giorno dopo o l’anno dopo. Molto restava da fare, erano stati commessi errori, frequenti carenze di uno o dell’altro prodotto scatenavano innumerevoli barzellette e tanta rabbia. Eppure, la povertà era stata quasi completamente debellata. In quale altro luogo al mondo è stato raggiunto questo risultato?
Ma la RDT ha dovuto competere con una delle economie più prospere del mondo, quella della Germania dell’Ovest. Non è mai stata in grado di eguagliare il rapido ritmo dell’innovazione delle imprese oltre Elba i cui alti e bassi nella competizione causavano molte lacrime per i posti di lavoro persi e i piani in rovina, ma significavano un flusso costante di prodotti eleganti e moderni, soprattutto di buone macchine. Come le persone degli altri paesi, i cittadini della RDT erano sedotti dalla pubblicità, quella della Germania dell’Ovest, perché a Est la TV non passava pubblicità. L’invidia era molto diffusa ed era aggravata dal gusto vecchio stile degli uomini che governarono, quasi fino alla fine.
Penso che la maggior parte di questi antifascisti mantenessero le loro speranze, i loro ideali originali basati sul socialismo. Ma man mano che invecchiavano, abituati al dominio centrale e costantemente lusingati da prospettive carrieriste, riunendosi sempre in luoghi di potere e privilegio, avessero perso il contatto con gran parte della popolazione. Molte delle libertà erano state effettivamente ridotte, in particolare per i media che erano, in quanto a politica, rigidi, unilaterali e auto-elogiativi. Per quanto riguarda la libertà di parola, dopo i primi anni le paure e le ansie presenti in molti film della Stasi erano in gran parte scomparse, almeno sul piano privato, nella vita quotidiana. La gente di solito diceva quello che pensava, se non negli incontri pubblici, dove spesso temeva di perdere le probabilità di un bonus, una promozione o un viaggio da parenti oltre il muro se fossero stati percepiti troppo “filo-occidentali”.
La RDT ebbe un teatro meraviglioso, l’opera, il balletto; ci sono stati buoni gruppi beat. Era consentita la miglior produzione cinematografica di Hollywood e altri film occidentali. Eppure la vita per molti sembrava grigia, regolamentata. La gente si sentiva bloccata, anche dopo che il numero delle persone autorizzate a visitare la Germania occidentale ha continuato ad aumentare, raggiungendo qualche milione nel 1988. Gli anziani da molto erano in grado di viaggiare verso ovest per un mese all’anno.
Anche se questo sistema non fu mai conforme ai più alti ideali di democrazia, non fu mai assoluto. C’era una risposta costante ai bisogni delle persone, in base ai desideri e alle richieste incanalate verso l’alto dai numerosi membri del partito di governo (oltre due milioni), dai rapporti dell’apparato di sicurezza dello Stato o Stasi (una delle sue funzioni più positive) e dalla raccolta delle denunce e richieste personali.
Sempre più spesso però, i giovani in particolare, diedero tutti i vantaggi, in particolare la sicurezza economica, abbastanza per scontata. Tanti amavano Paperino, ammiravamo i bei cowboy della Marlboro e le celebrità di Hollywood e sognavano di attraversare il Golden Gate, senza sapere o senza realmente preoccuparsi delle condizioni di asservimento alla grande Menzogna.
Crebbe l’insoddisfazione nel 1980 quando l’economia rallentò, colpita a causa del disperato bisogno di costruire, senza un aiuto esterno, un’industria elettronica, dal colossale programma di edilizia abitativa e per i forti investimenti nelle forze armate, per tentare di eguagliare quelli in Occidente. I governanti cresciuti politicamente negli anni di Stalin non sapevano reagire a quell’invidia o all’insoddisfazione. Temevano la glasnost di Gorbaciov, ricordavano che Hitler aveva preso il potere con libere elezioni e rilevarono, non a torto, che l’Occidente si era affrettato a utilizzare qualsiasi spiraglio per ottenere il “cambio di regime”. Nel 1989, quando in Ungheria e in Polonia vi fu il cambio, la rapida “occidentalizzazione”, fece traboccare l’insoddisfazione nella RDT, e la popolazione iniziò a dimostrare a Berlino, Lipsia, Dresda e altrove.
In un primo momento, quando il muro fu infranto, il popolo chiese una RDT migliore, con nuove libertà. Ma quando Kohl, Brandt e molti altri arrivarono, agitando prodotti ben confezionati, pronunciando belle promesse e, soprattutto, sventolando i seducenti marchi della Germania Ovest, la RDT cadde.
Quale ruolo nel pushing fu interpretato da Vernon Walters, inviato come ambasciatore in Germania Ovest dall’allora George H.W. Bush nel mese di aprile 1989 con lo scopo di “andare fino in fondo, laggiù”? La mattina dopo che il Muro fu aperto, organizzò un volo per il cancelliere Kohl a Berlino per ispezionare la zona da un elicottero, per poi scendere e “entrare in azione”. Più tardi, parlando con orgoglio della caduta della RDT, disse: “Siamo arrivati qui perché eravamo forti. Siamo arrivati qui perché eravamo determinati e siamo arrivati qui perché abbiamo difeso la libera scelta delle persone di determinare il proprio destino”. Walters, un personaggio chiave con Reagan e Papa Giovanni Paolo nel raggiungimento di un cambio di regime in Polonia, era “stato coinvolto direttamente o indirettamente, nel rovesciamento di più governi di qualsiasi altro funzionario degli Stati Uniti”, tra gli altri, l’Iran nel 1953, il Brasile nel 1964, il Cile nel 1973, le Fiji nel 1987. per quanto riguarda la libera scelta delle persone, a suo avviso la guerra in Vietnam era “una delle più nobili e disinteressate guerre” della storia USA.
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Molto è cambiato nella Germania dell’Est in 25 anni. A tutti i livelli. Viaggi e beni di consumo non rappresentano un problema che per il loro prezzo. Pubblicità luminose e spot ammicano dai programmi televisivi, per le strade, nei nuovi caffè, anche sulle fiancate degli autobus e dei tram. L’industria della RDT fu presto distrutta, sia le vecchie fabbriche che quelle moderne sono state dismesse, chiuse. Milioni di abitanti si sono trasferiti a ovest. Con il fatto che la Germania ora che è l’economia più forte in Europa si è registrato un parziale recupero: forse un terzo dei tedeschi dell’est ora stanno meglio di prima, circa un terzo restano del loro, e gli altri hanno avuto sfortuna. La copertura sanitaria, anche se meglio che negli Stati Uniti, viene colpita da rincari. Le scuole private fioriscono ovunque per chi ha abbastanza soldi. L’istruzione superiore è sempre più esclusiva dei facoltosi. Daimlers e Deutsche Bank volano alto.
La RDT ha cambiato molte persone, a vari gradi. L’egoismo, la gelosia, l’avidità difficilmente possono essere sradicate del tutto. Ma alcuni fattori, come il ridotto divario tra i più e i meno benestanti quando nessuno poteva arricchirsi sfruttando gli altri, le opportunità per le donne di trovare impiego e professioni appaganti che le sottraevano dalla sottomissione verso mariti e padroni, il fatto che nessun gruppo era tagliato fuori da altri a causa di differenze di età o provenienza, la sensazione di sicurezza economica, avevano reso, come i sondaggi hanno successivamente rilevato, i cittadini orientali mediamente più amichevoli e più vicini alla famiglia e ai compagni di lavoro.
Le libertà raggiunte da allora sono apprezzate oggi. Ma la mancanza di risposte da parte dei partiti di governo ai bisogni dei lavoratori part-time, precari o disoccupati, ha spesso causato nuovo cinismo. Guardando alla specie di democrazia affermatasi, molti stanno a casa invece di votare; nelle ultime elezioni solo la metà dei cittadini sono andati alle urne. Altri hanno infatti votato, per reagire contro “gli stranieri” – una tendenza davvero pericolosa. Circa il dieci per cento, in gran parte nella Germania orientale, sfidando tutti i tabù multimediali hanno scelto quella che sperano sia un’alternativa migliore, il Partito della Sinistra.
Ma in vista della stagnazione economica odierna in Europa e la minaccia di un più duro futuro, alcuni tedeschi si chiedono se, nel credere a tutte le promesse e rifiutando ciò che la RDT aveva offerto, non abbiano commesso un parziale errore 25 anni fa [].
Gatti grassi sorridono sornioni mentre monopolizzano sempre più la ricchezza mondiale, danneggiano irrimediabilmente il pianeta e controllano ogni telefonata, ogni e-mail del paese con una pervasività che la Stasi avrebbe invidiato. Mentre i pericoli del comunismo o del socialismo sembrano eliminati, cercano di prevenire ogni riconsiderazione delle loro praticabilità, e con l’intrigo o con la forza reprimono ogni cenno di indipendenza, progressista o meno, in tutti i paesi.
Anche questo è certamente vero in Germania, dove molte imprese e i loro amici politici ancora ricordano con un brivido un’epoca in cui c’era una barriera all’accumulazione di gigantesche fortune e ad ambizioni economiche e strategiche illimitate. Lo vediamo nei programmi scolastici, nelle instancabili trasmissioni televisive, nelle mostre, nelle cerimonie e nei progetti di nuovi monumenti.
Nessun cavallo o uomo del re [tornando ad Alice] può ricomporre un Humpty Dumpty [uomo-uovo] o la RDT. Ma resta la paura, quasi un panico, che i resti, i ricordi dei successi passati, possano un giorno essere gli ingredienti di un nuovo buon soufflé, anche se non piacerà a tutti. Questo, ne sono convinto, è la ragione principale di tutti quei palloncini bianchi e dell’incessante strombazzare dei media.
da Counterpunch
* mltoday.com Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Victor Grossman scrive sul Berlin Bulletin, che è possibile sottoscrivere gratuitamente inviando una mail a: wechsler_grossman@yahoo.de
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