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Il caso Basilicata. Amianto anche nell’acqua potabile

Una delle regioni meno industrializzate, e quindi inquinate, d’Italia registra un incremento dell’incidenza tumorale decisamente al di sopra della media nazionale. Perché?

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Secondo i dati delIIRCCS CROB (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), il Registro Tumori riporta (non citando gli altri distretti) che nel 2010 sono stati registrati forme tumorali allo stomaco (100), intestino tenue (7), colon (132), retto (89), fegato (81), vie biliari (26), pancreas (51), Polmone (228).

Mentre, secondo i dati registrati nel 2009, la suddivisione era su ben altri livelli: allo stomaco 52, intestino tenue 161, colon 133, retto 55, fegato 43, vie biliari 24, pancreas 50, polmone 43.

Sulla base di questi dati (va notato che i tumori a stomaco, retto, polmone sono notevolmente aumentati) e secondo il Registro Tumori, l’incidenza tumorale in Lucania (Basilicata) risuta comunque inferiore alla media nazionale. Potenza, la zona del Vulture e l’Alto Bradano sono le aree con il maggiore incremento.

Il Registro Tumori non indica le cause, né se esistono collegamenti tra fattori ambientali e cancro. Va messo in rilievo, però, che molte persone ammalate vanno di regola a curarsi fuori regione. In realtà, in Lucania i tumori maligni sono in crescita (valgono anche le dichiarazioni ufficiali), con un trend nettamente superiore alle altre regioni italiane. [1] [2].

Il Parlamento Europeo, nella sua “Risoluzione” del 14 marzo 2013 sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all’amianto e le prospettive di eliminazione di tutto l’amianto esistente (2012/2065 (INI)), afferma:

[…] 35. esorta la Commissione a modificare la raccomandazione 2003/670/CE alla luce dei progressi realizzati dalla ricerca medica e a includervi il cancro della laringe e quello dell’ovaio quali malattie legate all’amianto;

36. deplora la mancanza di informazioni fornite da numerosi Stati membri, che impedisce una previsione affidabile della mortalità per mesotelioma in Europa mentre, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il numero di casi di malattie legate all’amianto registrati ogni anno nella sola Unione europea è compreso tra i 20 000 e i 30 000, e si stima che nell’UE più di 300 000 cittadini moriranno di mesotelioma entro il 2030; attribuisce una notevole importanza, in tale contesto, all’informazione e alla formazione dei cittadini nonché agli scambi delle migliori prassi tra Stati membri nell’ambito della diagnosi delle malattie legate all’amianto;

 37. sottolinea che tutti i tipi di malattie legate all’amianto, come il tumore al polmone e il mesotelioma pleurico causati dall’inalazione di fibre di amianto in sospensione, abbastanza sottili da raggiungere gli alveoli e abbastanza lunghe da superare la dimensione dei macrofagi ma anche diversi tipi di tumori causati non soltanto dall’inalazione di fibre trasportate nell’aria, ma anche dall’ingestione di acqua contenente tali fibre, proveniente da tubature in amianto, sono stati riconosciuti come un rischio per la salute e possono insorgere dopo alcuni decenni, e in alcuni casi addirittura dopo oltre quarant’anni; […]

Già il Decreto Ministeriale del 14 maggio 1996 aveva imposto una rapida sostituzione delle condotte in amianto, nonché il controllo della presenza di fibre nell’acqua potabile interessata da tubazioni in amianto e la bonifica dei materiali contenenti “pietre verdi”.

Nel 2005 studiosi norvegesi avevano pubblicato un proprio lavoro scientifico “Cancer of the gastrointestinal tract and exposure to asbestos in drinking water among lighthouse keepers” nella rivista Cancer causes and Control, concludendo che i risultati del loro studio sostenevano un’associazione tra l’ingestione di amianto nell’acqua e un elevato rischio di tumori gastrointestinali e dello stomaco.

Nel 2013, sempre su Cancer Causes & Control, medici e ricercatori italiani dell’Ospedale Sant’Orsola, dell’Università di Bologna (Dipartimenti di: Medicina Specialistica Sperimentale e Diagnostica, Scienze Mediche e Chirurgiche, Trapianto del Fegato e altri Organi) hanno condotto uno studio sulla relazione tra esposizione ad amianto e colangiocarcinoma, traendo conclusioni che attestano l’associazione di questo tumore con l’esposizione all’amianto.

Molti altri lavori scientifici, inoltre, hanno suggerito la relazione tra esposizione ad amianto e tumori gastrointestinali o colonrettali. Elevato rischio di cancro può esservi anche per trachea, laringe, reni, esofago e cistifellea.

Il mesotelio (simile a una finissima pellicola, o un sottile tessuto), ricopre la parte interna del torace (pleura), dello spazio attorno al cuore (pericardio) e dell’addome (peritoneo). Quando un tumore nasce dalle cellule del mesotelio prende il nome di mesotelioma e non è sempre maligno.

 Il mesotelioma può coinvolgere i polmoni, il peritoneo, il fegato, la cistifellea, la milza, l’intestino e, più raramente, la tunica vaginale del testicolo.

 Il mesotelioma peritoneale rappresenta circa il 20-30% dei mesoteliomi, ed origina dalle cellule parietali del peritoneo, una membrana sierosa che tappezza le pareti della cavità addominale e pelvica. Non è inusuale, inoltre, che le donne possano contrarre tumori (mesoteliomi e tumori all’ovaio) anche stando in casa, semplicemente scuotendo gli abiti da lavoro dei familiari prima di lavarli; in tal modo potrebbero inalare le pericolose fibrille d’amianto che si annidano nei tessuti di coloro che, a esempio, lavorano nell’edilizia.

Le fibre di amianto sono in grado di superare la barriera intestinale e trasferirsi a livello renale, ma anche nella vescica e nella cistifellea.

La dottoressa Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini di Bologna, inoltre, è stata chiara quando, anche in passato, aveva affermato: l’amianto nell’acqua potabile costituisce un altro grave pericolo per la nostra salute, alla stessa stregua di quello disperso nell’aria.

Le fibre di amianto, derivato dalle vecchie tubazioni in cemento-amianto, potrebbero addurre un elevato inquinamento dell’acqua potabile e delle condutture dell’acqua; non a caso le tubature (che spesso contengono amianto) vengono riconosciute come elementi di alto rischio per la nostra salute.

Tumori del tratto gastrointestinale (esofago, stomaco, colon-retto), già negli anni ’50, sono stati associati all’amianto e, attualmente – poiché la questione risulta ancora controversa – le fibre dell’amianto e l’acqua potabile sono oggetto di attenti studi per quanto riguarda i tumori della laringe.

L’osservazione, effettuata attraverso numerosi lavori scientifici, ha determinato che chi beve acqua contaminata dalle fibre di amianto ha un’alta probabilità di contrarre tumori dell’apparato gastro-intestinale.

Va messo in rilievo che la maggior parte degli acquedotti pubblici italiani hanno amianto nelle tubature perché sono costruiti in cemento-amianto.

Nella regione Toscana, per esempio, l’acqua potabile è trasportata da circa 225 km di tubazioni con cemento-amianto (Eternit). Queste condotte, quando si usurano, rilasciano le fibre di amianto che si mescolano all’acqua.

Le province di Livorno, Pisa, Massa Carrara, Lucca, Pistoia, Firenze hanno molti chilometri di tubature in Eternit e, in piccola parte, anche la rete idrica di Arezzo. Amianto è contenuto nell’acqua potabile di buona parte delle province di Modena, Reggio Emilia, Bologna.

Tutto questo è solo la punta di un iceberg.

 

 

 

 

 

 

 

.1- In Basilicata è record per malattie tumorali . www.lagazzettadelmezzogiorno.it

 

.2-www.francavillainforma.it/2014/…/i-tumori-in-basilicata-sono-in-aumento

 

 

 

 

 

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