Cari compagni,
Il 9 aprile 2015, la Rada Suprema dell’Ucraina aveva approvato la legge “Sulla condanna dei regimi totalitari comunista e nazional-socialista (nazista) e sul divieto della propaganda dei loro simboli”. Il Presidente dell’Ucraina Poroshenko ha firmato questa legge nella tarda serata del 15 maggio.
Dall’analisi dei provvedimenti che questa legge prevede: essa è antidemocratica, incivile, viola i diritti umani e le libertà garantite dagli Articoli 10, 11, 14 della Convenzione per la Protezione dei Diritti Umani e le Libertà Fondamentali del 4 novembre 1950. Essa proibisce in modo illegale la diffusione di idee, la libertà di espressione, le convinzioni, l’uso dei simboli, che sono attributi inerenti di ogni paese europeo civile e democratico. La legge crea anche una seria tensione nella società ucraina, genera conflitti ideologici, e innesca scontri aperti tra i cittadini con tutte le conseguenze negative che ne derivano.
In accordo con l’attuale Legge dell’Ucraina “Sull’Esecuzione delle Decisioni e della Giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”, l’Ucraina si è impegnata ad aderire alle decisioni adottate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in quanto fonti legislative. Ma, malgrado ciò il Parlamento ucraino ha approvato la legge menzionata e il Presidente ha firmato la Legge che in modo diretto e ovvio contraddice sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo come “Vazhnay contro Ungheria” (caso n. 33629/06), sentenza del 3 novembre 2007; “Fratanolo contro Ungheria” (caso n. 29459/10), sentenza del 3 novembre 2011; “Faber vs. Ungheria” (caso n. 40721/08), sentenza del 24 luglio 2012; “Partito Comunista Unitario di Turchia e altri vs. Turchia”, sentenza del 5 gennaio 1998; “Il Partito Socialista e altri contro Turchia”, sentenza del 25 maggio 1998; “Yeloyev contro Ucraina”, sentenza del 6 novembre 2008; “Novik vs. Ucraina”, sentenza del 18 dicembre 2008.
Inoltre, il Parlamento dell’Ucraina ha deliberatamente ignorato le conclusioni di “Per la Democrazia attraverso la Legge” della Commissione Europea (Commissione di Venezia) e OSCE/ODIHR del 2013 riguardanti la messa al bando legislativa dei simboli dell’era comunista in Moldova. Con questa decisione, la Commissione Europea aveva condannato il Parlamento moldavo per l’adozione di una legge che metteva fuori legge l’ideologia comunista e i simboli dell’era comunista. Ma, il Parlamento ucraino e il Presidente non hanno tenuto conto di queste direttive della Commissione di Venezia approvando una legge contraria alla posizione della Commissione.
Così, come rilevato prima, la Legge “Sulla condanna dei regimi totalitari comunista e nazional-socialista (nazista) e sul divieto della propaganda dei loro simboli” è enormemente antidemocratica, autoritaria e incivile.
Perciò vi chiediamo, cari compagni, di esigere l’osservanza di “Per la Democrazia attraverso la Legge” della Commissione Europea (Commissione di Venezia) perché la Commissione Europea si esprima in relazione alla Legge “Sulla condanna dei regimi totalitari comunista e nazional-socialista (nazista) e sul divieto della propaganda dei loro simboli”, nel rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, della Convenzione Internazionale sui Diritti Politici e Civili del 1966, della Convenzione per la Protezione dei Diritti e delle Libertà Fondamentali del 1950 e della giurisprudenza della Commissione Europea dei Diritti Umani.
Fraternamente,
Petro Simonenko
Primo Segretario del Comitato Centrale
del Partito Comunista di Ucraina
Traduzione a cura di www.marx21.it
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