Fuori dalla UE possiamo partire con il lavoro essenziale di ricostruire la nostra produzione, nazionalizzare le nostre ferrovie, i servizi postali, le compagnie di servizi ed energetiche; possiamo reinvestire nei nostri servizi pubblici e nelle persone che li forniscono. Possiamo proteggere il nostro Servizio Sanitario Nazionale dal TTIP o da qualsiasi suo equivalente, possiamo sviluppare le nostre scuole sotto controllo pubblico, e incominciare a fornire la sicurezza di avere posti di lavoro e paghe e pensioni decenti per tutti.
I sostenitori di TUAEU sapevano, mentre facevano comizi nel paese, che la gente era stufa delle conseguenze della deindustrializzazione, dell’austerità, del congelamento dei salari, di pensioni peggiori e del sentimento di impotenza che ha accompagnato la disoccupazione di massa, i lavori precari, la povertà e l’essere soggetti a entità con potere decisionale sempre più lontane dalla trasparenza democratica.
Ci è stato negato di votare sulla UE per quarantuno anni. In questo periodo essa è diventata più remota, più centralizzata, più gestita dalle banche e dalle grandi corporazioni e più sprezzante della democrazia.
I suoi padri fondatori come Monnet hanno sempre avuto chiaro che era un progetto “disegnato per abolire lo stato nazione”.
I suoi successori come l’attuale presidente della UE, Juncker, il quale ha trasformato un paese chiamato Lussemburgo in nient’altro che un paradiso fiscale, hanno ereditato questa ostilità verso la democrazia, le nazioni e la gente. Il voto del referendum della Gran Bretagna ha perciò scosso il loro intero progetto dalle fondamenta.
Possiamo aspettarci altre tornate referendarie tra i paesi della UE da parte di popolazioni che non hanno mai avuto la possibilità di votare sulla adesione, e tra alcune che l’hanno fatto, ma che adesso lo rimpiangono.
Nel movimento sindacale siamo abituati alla pratica democratica. Sono stati i nostri predecessori che hanno stabilito il suffragio universale e i concetti della democrazia partecipativa e rappresentativa nei nostri posti di lavoro e nelle organizzazioni della collettività.
Noi teniamo i nostri leaders a rispondere delle loro azioni e diamo loro mandato di fare ciò che la collettività vuole che facciano. Questo è quello che esigiamo ora in tutto il paese: l’esecuzione.
Non dovrebbero essere messi intralci sulla strada da una House of Commons dominata da coloro che hanno fatto la campagna per rimanere.
Gli ostacoli saranno messi dalle banche, dai trafficoni e dagli speculatori.
Erano tutti impegnati durante la notte del referendum a scommettere su questo e quello. E non è incredibile che un voto della gente di Sunderland possa influenzare il valore della sterlina? Che potere abbiamo!
I magnati del mercato del denaro, i quali erano i principali sostenitori del rimanere, sono altamente volatili e si stanno preparando per un altro tracollo. Di questo senza dubbio saranno incolpate le brave persone di Sunderland e quelli come loro. La gente della Gran Bretagna, come la TUAEU si aspettava, ha deciso di rigettare per intero le basi della Unione Europea antidemocratica ed i suoi impegni essenziali per l’austerità, e per il “libero” movimento di capitale, lavoro, beni e servizi. Dovranno essere attuate politiche per puntare alla rimozione di questi principi dalla nostra società e ricostruire la nostra economia reale ed i servizi pubblici.
E’ stato un movimento sindacale altamente organizzato che ha dato un importante senso di scopo ed integrazione alla nazione. I sindacati lavorano in nome dei lavoratori in Galles, Scozia, Inghilterra e naturalmente in Irlanda, il nostro vicino più stretto.
I nostri bisogni come lavoratori e sindacalisti, i nostri problemi condivisi, i nostri interessi sono in comune ed i nostri valori si diffondono insieme in opposizione alle divisioni superficiali e ed alla piaga del razzismo.
Ci dovrà essere un ritorno ad un sindacalismo attivo in ogni posto di lavoro per fornire una solida base a ciò che seguirà dalla decisione di mettere la gente al primo posto, e coinvolgere l’intera popolazione a lavorare di nuovo con fiducia verso obiettivi condivisi.
Alla fine lo spirito del ’45 è ritornato. Noi dobbiamo essere impegnati e finire l’incubo neo-liberista; lo dobbiamo ogni momento tanto ai nostri nonni quanto ai nostri nipoti. Questo incubo ha cercato di rovinare gli le conquiste del passato e cancellare le speranze di una vita nel futuro.
La chiave di questo è una nuova espressione del potere della gente, un esercizio del volere della maggioranza sulla piccolissima minoranza che sostiene le banche e le grandi corporazioni. Dal 1975 i principali sostenitori della UE nel partito conservatore ha spinto da parte la nostra produzione, ha svenduto imprese di pubblica utilità e servizi pubblici, ha ridottola democrazia locare ed ha introdotto la disoccupazione di massa e i contratti a zero ore. Ora è stato emesso un verdetto su tutto questo.
Liberi dal Trattato di Lisbona, saremo ora in grado di costruire una reale solidarietà internazionale con i paesi dell’Europa ed oltre. Abbiamo bisogno che ritorni un significativo internazionalismo. Alcuni durante il referendum trascuravano cosa stava accadendo ai lavoratori ed ai sindacati in Grecia, Portogallo, Spagna, Italia e Francia poiché purtroppo esposti alla vera natura della UE.
I sindacalisti in Gran Bretagna ci hanno ripetuto che la solidarietà con i nostri fratelli e sorelle nei paesi della UE era necessaria più che mai, poiché le loro strutture collettive di contrattazione ed i loro diritti erano sotto attacco.
TUAEU è stata presente in parecchi paesi e conferenze internazionali per tentare e mantenere la sua responsabilità internazionale.
Da tutto il mondo ci hanno scritto sindacalisti segnalandoci l’urgenza di lasciare la UE e dare un segnale ai progressisti di ogni dove che in quanto nazione potente e in quanto classe lavoratrice per prima sindacalizzata, avevamo bisogno di dare il segnale potente che l’agenda neoliberista che ha travolto la maggior parte del mondo può essere sconfitta.
Noi stessi possiamo farlo. Ognuno di noi ha un mandato, dobbiamo tutti metterlo in pratica.
Trade Unionists Against the EU (Sindacalisti contro l’Unione Europea)
Traduzione dall’inglese Angela Zaccheroni
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