NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE!
TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI!
La determinazione di un migliaio di operai e facchini provenienti da tutta Italia, del S.I.Cobas, dell'A.D.L. Cobas e delle realtà politiche e sociali solidali ha di fatto infranto il provocatorio e inaccettabile divieto a manifestare che la Questura di Modena aveva opposto poche ore prima del concentramento del corteo nazionale contro guerra, razzismo e repressione.
Una ulteriore sterile provocazione che, sommata all'infame montatura giudiziaria e al linciaggio contro il S.I. Cobas e il proprio coordinatore Aldo Milani di settimana scorsa, si è ritorta contro i propri ideatori.
Un ulteriore tentativo di intimidire e criminalizzare che si è scontrato contro la compattezza della reazione operaia e dell'intero movimento di lotta che, lungi dal farsi intimorire, si è ritrovato unito e determinato nel riprendersi il centro cittadino inibito al corteo con la ridicola giustificazione di salvaguardare “l'ordine pubblico e la libertà di movimento delle forze dell'ordine”, come abbiamo appreso dalla velina dei giornali locali.
Una chiusura netta e stolida, anche a possibili percorsi alternativi, che si è però rivelata vana nello scontro con la forza e l'unità di un movimento di lotta inflessibile, abituato a conquistarsi magazzino per magazzino, metro per metro, i propri diritti a dispetto dei ricatti e della reazione padronale.
Un movimento che, già nei giorni successivi l'arresto e la scarcerazione del compagno Aldo, aveva continuato senza esitazione a lottare davanti ai cancelli della Levoni nella vertenza per la reintegrazione dei licenziati politici.
Lo spropositato dispositivo di sicurezza organizzato in piazza è stato infatti circondato e aggirato dal corteo che ha deciso poi di invadere la Stazione ferroviaria modenese bloccando simbolicamente la circolazione dei treni. Un corteo incontrollabile che, dopo aver resistito alle cariche di una polizia ormai impotente, è confluito risoluto per le vie del centro storico e ha terminato la propria corsa rilanciando con decisione la lotta di classe contro il padronato.
Una lotta che deve necessariamente estendersi e che, partendo dalle condizioni materiali dell'attuale composizione del proletariato urbano, crei legami tra diversi settori sociali e realtà conflittuali.
Una lotta che sappia crescere determinando livelli più elevati di scontro politico anche contro razzismo e i venti di guerra che la crisi strutturale porta sempre più con sé.
Questi sono i chiarissimi segnali lanciati dalla piazza: alcun attacco rimarrà senza risposta e la repressione non fermerà in alcun modo le lotte e la solidarietà di classe.
Se toccano uno, toccano tutti!
Contro la criminalizzazione dei movimenti di lotta!
Contro le guerre dei padroni!
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