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Nasce “Accademia Rebelde”, uno strumento di lotta per l’egemonia culturale dei comunisti

Ciò che fin da principio distingue il peggior architetto dall’ape migliore è il fatto che egli ha costruito la celletta nella sua testa prima che in cera”. Karl Marx

La Rete dei Comunisti ha sempre dato alla ricerca teorica un ruolo centrale. Alla nostra riflessione sul rapporto tra condizioni oggettive e capacità soggettiva di intervento e trasformazione della realtà, vogliamo aggiungere un ulteriore strumento alla formazione e sul terreno della battaglia per l’egemonia culturale, aprendo uno spazio all’interno della Casa della Pace di Roma dedicato a questo scopo.

Basterebbe la citazione estratta da Il Capitale posta in apertura per dare la giusta importanza a un centro di formazione permanente per una organizzazione comunista. Dotare i militanti di una solida struttura di pensiero che gli permetta di affrontare le sfide imposte dalla costruzione di una soggettività coerentemente rivoluzionaria, in una fase non rivoluzionaria, è sicuramente un compito fondamentale per resistere alle tentazioni del pensiero dominante che spingono all’abbandono di qualsiasi ipotesi di trasformazione del mondo.

Lanciare oggi, in piena pandemia, questo progetto ha anche un significato in più. Il virus ha rimesso al centro lo scontro tra diversi modelli economici e sociali, distruggendo tutti i totem che volevano nell’attuale sistema l’unico possibile. La risposta che le società socialiste o a pianificazione sono state in grado di dare alla crisi pandemica ha invece dimostrato a livello di massa come un mondo diverso sia possibile, oltre che necessario.

A essere andata in crisi non è solo la struttura socioeconomica dei paesi a capitalismo avanzato, ma anche tutta la sovrastruttura e i valori stessi su cui si basa l’attuale modello di sviluppo. Si intravede una crisi di egemonia dell’avversario, che deve diventare per noi l’occasione per sviluppare una battaglia ideologica e culturale.

Anni di propaganda hanno puntato a distruggere ogni continuità storica tra le esperienze rivoluzionarie del secolo scorso e le nuove generazioni. L’eclettismo, il dogmatismo e il movimentismo del “qui e ora” di buona parte della sinistra, anche di classe, hanno di volta in volta disarmato i militanti di una capacità di tenuta tanto ideologica quanto culturale, trasformando la forza di un pensiero capace di cambiare il corso della storia in una serie di formule vuote, buone solo per modificare la lotta ideologica in una mitizzazione della storia e in un’alienazione del pensiero comunista dallo sviluppo storico del movimento di classe.

Apriamo quindi “Accademia Rebelde” con due obiettivi. Il primo è quello di creare di un ambito di formazione stabile, dove soprattutto la nuova generazione di militanti comunisti possa aumentare il proprio bagaglio culturale e affinare collettivamente il pensiero. Il secondo è quello di dotarci di uno strumento che deve incrociare un’attività di più ampia funzione culturale, che contrasti ideologicamente il nemico e gli contenda porzioni sempre più ampie delle nuove generazioni e di lavoratori coscienti. La formazione politica e l’attività culturale possono divenire così un tassello fondamentale del progetto complessivo della Rete dei Comunisti.

Come accennato, i referenti prioritari del lavoro che porterà avanti “Accademia Rebelde” saranno le giovani generazioni, gli studenti e i giovani precari, ovvero quei soggetti che maggiormente stanno vivendo e vivranno gli effetti delle politiche neoliberiste e delle contraddizioni macinate dal modo di produzione capitalistico, e che inoltre sono nati nel momento di massima espressione del “presentismo”, a-storico per definizione, causato dello sfondamento ideologico generale del pensiero dominante.

Ma le accelerazioni e la politicizzazione dello scontro a cui stiamo assistendo rendono sempre più necessario un livello di riflessione e formazione politica generale, anche per quei lavoratori e attivisti sociali coscienti impegnati nelle battaglie sindacali come sociali. I decenni di arretramento del movimento operaio hanno in larga parte disarmato anche le avanguardie sociali e sindacali di categorie e punti di riferimento ideologici e culturali necessari a non perdere la bussola, soprattutto in una fase particolarmente complessa, ma potenzialmente estremamente interessante come quella che stiamo vivendo.

Partiamo con questo progetto con la volontà di essere un filo rosso tra passato e presente. Al tentativo di demonizzazione delle esperienze rivoluzionarie che ci hanno preceduto, rispondiamo con un ciclo di formazione storica sulle NOSTRE rivoluzioni.

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