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La pace, un obiettivo irraggiungibile nella corsa agli armamenti dell’Unione Europea

Delegazione de La France insoumise al Parlamento europeo

Gli ultimi mesi sono stati segnati da grandi tensioni internazionali e da una pericolosa accelerazione della corsa agli armamenti: politiche che vanno contro la protezione della pace mondiale e non fanno nulla per promuovere il multilateralismo nelle relazioni inter-statali. La nostra delegazione denuncia il comportamento intollerabile di certi paesi in termini di dominazione internazionale e ribadisce la sua posizione a favore di una pace mondiale a lungo attesa.

Afghanistan, la disfatta della NATO

Mentre continuano ad aumentare considerevolmente le spese legate agli armamenti e alla difesa, i principali leader mondiali sostengono la loro politica di dominazione e imperialismo sulla base di una cosiddetta pace mondiale che non esiste.

La presenza statunitense in Afghanistan è uno degli esempi più eclatanti di un’occupazione militare che è sia costosa che inutile. Voluta come risposta severa agli attacchi dell’11 settembre 2001, gli Stati Uniti hanno occupato il paese per 20 lunghi anni, senza alcun risultato convincente.

Questo accanimento è costato al paese miliardi di dollari, soldi che sarebbero stati molto più utili in una politica umanitaria di aiuto all’educazione, alla salute e alla creazione di infrastrutture. 20 anni di occupazione per andarsene in fretta e furia e senza preparazione, lasciando gli abitanti sotto il giogo rapido e brutale dei talebani. Questi 20 anni passati a dominare un altro paese non sono una risposta utile e misurata al terrorismo, ma una vendetta contro l’obiettivo sbagliato, ed è un intero popolo che ne ha pagato il prezzo.

La corsa alla supremazia

Quando l’Alleanza transatlantica fu creata nel 1949, gli alleati uniti sotto la bandiera della NATO si opposero all’espansione del blocco sovietico, sotto la spinta degli Stati Uniti d’America. Le relazioni squilibrate tra i vari paesi dell’alleanza portarono rapidamente alla subordinazione dei vari alleati agli Stati Uniti. 70 anni dopo, questi ultimi hanno scelto un nuovo nemico: la Cina.

Quello che si pensava fosse il delirio temporaneo di un Trump megalomane che trascina il suo paese in una guerra economica e di influenza non si è fermato con l’ascesa al potere di Joe Biden. Al contrario, quest’ultimo sta cercando di rafforzare gli strumenti lasciati dal suo predecessore: l’asse indopacifico, che doveva garantire la pace nella zona omonima, si sta trasformando in uno strumento di affermazione del potere americano.

Gli Stati Uniti non risparmiano più i loro alleati e non sono più gravati da belle parole. La recente crisi diplomatica ne è una buona illustrazione: la rottura del contratto franco-australiano per l’acquisto di sottomarini per gli Stati Uniti e la Gran Bretagna evidenzia l’artificiosità della relazione tra gli americani e i francesi, nonostante questi ultimi siano i loro più vecchi alleati.

Mentre molti leader europei erano indignati, Ursula von der Leyen ha annunciato nel suo discorso annuale sullo stato dell’Unione che voleva rafforzare la cooperazione tra l’UE e la NATO.

La crisi turco-europea era già un promemoria di quanto poco interesse strategico ci sia nell’essere parte della NATO per paesi europei come la Francia. Che senso ha rimanere in un’alleanza artificiale, se l’UE e la Francia non sono altro che satelliti che orbitano intorno agli interessi americani?

Il tuffo dell’UE nella militarizzazione non è di buon auspicio

Anche il discorso della presidentessa della Commissione europea sullo stato dell’Unione ha mostrato una chiara volontà di militarizzare il continente. In un momento in cui l’Europa è colpita duramente dalla crisi Covid-19, da una disfatta sociale senza precedenti e da una catena di disastri climatici, la signora von der Leyen ha preferito dedicare gran parte del suo discorso all’annuncio di un vertice sulla difesa europea con Macron.

Un’IVA allo 0% sugli armamenti e un’integrazione sempre più forte nella NATO: questa è la priorità strategica a poche settimane dalla disastrosa conclusione dell’intervento americano in Afghanistan. Un mostruoso spreco di denaro che si aggiungerà alle tensioni globali invece di lavorare per la pace.

Una Francia indipendente al servizio della pace mondiale

La nostra delegazione sostiene l’uscita della Francia da quella mascherata che è la NATO, una vera e propria tutela americana dalla quale dobbiamo tirarci fuori. Rifiutiamo anche il progetto di difesa europea, che è totalmente asservito alla NATO e priva i popoli europei di un importante attributo della loro sovranità.

Dobbiamo recuperare la nostra indipendenza strategica e impegnarci in una diplomazia internazionalista basata sulla solidarietà e proporre una costruzione comune su questioni globali come la risposta della comunità internazionale alla crisi ecologica. Dobbiamo rafforzare l’ONU che, nonostante le sue imperfezioni, rimane l’unica organizzazione universale che riconosce l’uguaglianza tra gli Stati e tra i popoli.

Dobbiamo costruire una forte cooperazione internazionale nel quadro di un multilateralismo inclusivo e solidale. È giunto il momento di lasciarsi alle spalle gli assurdi dogmi internazionali che ci stanno portando dritti contro un muro e i cui danni non sono più da dimostrare.

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1 Commento


  • E Sem

    La nato non sta molto bene, l’ onu da tempo dovrebbe aver raggiunto suoi impotenti avi visto il suo stato comatoso avanzato. Buttare forze ed energie in questi carrozzoni del passato potrebbe non essere saggio. Il nemico non e’ piu’ identificabile nelle strutture nazionali parassite degli ultimi secoli. Il nemico e’ il sistema ormai putrescente, metastasi oscena del capitalismo, occidentale e confuciano che da decenni, nelle.vesti neoliberiste ci sta portando ad una parziale estinzione.

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