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“Dalla parte degli studenti manganellati, dalla parte della scuola”

Il 23 gennaio, a Roma, studenti e studentesse hanno levato la propria voce in piazza contro l’attuale assetto della scuola italiana, con particolare riferimento ai PCTO, gattopardesca mutazione dell’alternanza scuola-lavoro.

L’episodio che ha motivato questa ennesima azione di protesta è la morte, proprio durante il PCTO, di Lorenzo, un ragazzo di 18 anni che frequentava un centro di formazione professionale. Tale centro aderisce al “sistema duale”, che assegna un ruolo strategico alle esperienze formative in azienda: per questo chi sa vedere solo una singola parte e non il complesso dei processi strutturali in corso si è affrettato a fare dei distinguo rispetto ai PCTO operanti nelle scuole non direttamente professionalizzanti.

Gli studenti di Roma non sono d’accordo, e hanno deciso di scendere in piazza. Non per additare le irregolarità o le negligenze che avrebbero influito sull’incidente secondo alcune ricostruzioni, ma per ribadire la loro contrarietà all’alternanza scuola-lavoro, per qualunque studente e comunque la si voglia chiamare.

Lo Stato li ha presi a manganellate.

Come lavoratori e lavoratrici della scuola, esprimiamo piena e incondizionata solidarietà agli studenti che manifestano e vengono caricati, che chiedono diritto allo studio e vengono manganellati.

La scuola italiana, in questo modo, continua a negare e calpestare nei fatti proprio quel diritto allo studio che dovrebbe essere la ragione della sua esistenza.

Non c’è diritto allo studio in una scuola che trasforma gli studenti in manovalanza aziendale gratuita e i docenti in esecutori di protocolli burocratici conformati a interessi altrettanto aziendali.

Non c’è diritto allo studio in una scuola che proclama il trionfo dell’interdisciplinarità facendo a pezzi i contenuti di ogni disciplina.

Non c’è diritto allo studio in una scuola che sbandiera l’avvento del “pensiero critico” e sostituisce le faticose conoscenze con le superficiali “competenze”: ottuso “saper fare” da analfabeti funzionali.

Non c’è diritto allo studio in una scuola che annuncia la fine del nozionismo e promuove i test a crocette.

Dopo due anni di pandemia, continuiamo a invocare invano il potenziamento e la ristrutturazione dell’edilizia scolastica, il potenziamento dei trasporti, l’istituzione di presidi sanitari nelle scuole, le assunzioni di personale docente e ATA che consentano di ridurre il numero di alunni per classe.

Tutte misure necessarie e richieste da ben prima della pandemia, ma che oggi, unite a una politica antipandemica organizzata con criterio, eviterebbero il disastro sanitario, didattico, psicologico e sociale dell’insensato apri-chiudi continuo e della catastrofica didattica a distanza.

Tutto ciò è negazione del diritto allo studio.

Per tutto ciò gli studenti scendono in piazza.

Per tutto ciò ricevono le manganellate dello Stato. E la nostra solidarietà.

Per aderire: https://chng.it/HZN7jWXh

Primi firmatari

  1. Emiliano Manca, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  2. Maria Bonaria Carboni, docente scuola primaria, Tertenia (NU)
  3. Domenico Messinò, docente scuola secondaria di II grado, Catanzaro
  4. Teresa Grillone, docente scuola secondaria di II grado, Lamezia Terme (CZ)
  5. Carlo Di Bella, docente scuola secondaria di II grado, Carbonia (SU)
  6. Alessandro Deiana, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  7. Francesco Capuzzi, docente scuola secondaria di II grado, Iglesias (SU)
  8. Alessandro Pellegrino, docente scuola secondaria di II grado, Soverato (CZ)
  9. Antonio Marchese, docente scuola secondaria di II grado, Taverna (CZ)
  10. Paolo Procopio, docente scuola secondaria di II grado, Soverato (CZ)
  11. Maria Teresa Allegretti, docente scuola secondaria di II grado, Capoterra (CA)
  12. Fabrizio Agus, docente scuola secondaria di II grado, San Gavino Monreale (SU)
  13. Maria Giovanna Piredda, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  14. Maurizio Cocco, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  15. Francesco Morittu, docente scuola secondaria di I grado, S. Andrea Frius (CA)
  16. Michela Caria, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  17. Basilio Littarru, docente scuola secondaria di I grado, Muravera (SU)
  18. Laura Soro, docente scuola secondaria di II grado, Sassari
  19. Daniela Flore, docente scuola secondaria di II grado, Sassari
  20. Barbara Guardo, docente scuola secondaria di II grado, Carbonia (SU)
  21. Margherita Pisano, docente scuola secondaria di I grado, Cagliari
  22. Maria Luisa Meloni, educatrice asilo nido (sistema integrato 0-6), Cagliari
  23. Mariella Setzu, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  24. Barbara Sabatini, docente scuola primaria, Soleminis (SU)
  25. Anna Carapi, docente scuola secondaria di II grado, Soverato (CZ)
  26. Francesca Manca, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  27. Leonardo Erriu, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  28. Maria Barbara Guastella, docente scuola primaria e secondaria, Soverato (CZ)
  29. Carla Naitza, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  30. Letizia Fraschini, docente scuola secondaria di II grado, Olbia (SS)
  31. Stefania Mascia, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  32. Cinzia Asuni, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  33. Giuseppe Drosi, docente scuola secondaria di I grado, Soverato (CZ)
  34. Roberta Piras, docente scuola secondaria di I grado, Selargius (CA)
  35. Maria Vittoria Papoff, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  36. Anna Maria Pau, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  37. Anna Masala, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  38. Luciano Boris Smocovich, docente scuola secondaria di II grado, Selargius (CA)
  39. Mauro Frigau, docente scuola secondaria di II grado, Cagliari
  40. Luca De Simone, docente scuola secondaria di II grado, Torino
  41. Lorenzo Imbimbo, docente scuola secondaria di I grado, Muravera (SU)

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1 Commento


  • walter Gaggero

    Ci sono delle pratiche consolidate e FACILI, bisogna considerare che che molti studenti vogliono entrare nei luoghi di lavoro, le mativazioni sono molte, tutte molto materialiste,da rispettare , ma su una cosa sono tutti d’accordo,ovvero:
    “FACCIO L’ALTERNANZA SOLO SE LO DECIDO IO, NON ME LO DEVONO IMPORRE ”
    QUINDI , POCHE RICHIESTE !MA PRATICA DEL

    BOICOTTAGGIO DELL’ALTERNANZA FACENDO DECADERE L’ OBBLIGATORIETA’ DI FATTO

    INOLTRE COMITATI DI CONTROLLO INSEGNANTI STUDENTI GENITORI .

    AH VI AVVISO CHE ESISTE ANCOR NELLE SCUOLE LA DEMOCRAZIA DEI DECRETI DELEGATI ,MAI CONSIDERATA POLITICAMENTE (PERSONALMENTE LA HO SEMPRE PROMOSSA ANCHE COME PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ELETTORALE D’ISTITUTO)
    ESISTONO RAPPRESENTATI DI ISTITUTO ,DI CLASSE ,DIAMOGLI UNA MANO, SPECIE AI GIOVANI CHE DEVONO IMPARARE A IMPORRE I LORO DIRITTI.

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