Tre milioni di case popolari, l’enorme investimento sull’educazione dei ragazzi attraverso le scuole e le università, ma anche il sistema delle orchestre giovanili che non ha uguali al mondo.
“Tra i lasciti di Hugo Chavez al suo paese, passati in rassegna nelle celebrazioni organizzate dal governo del Venezuela in occasione del decennale della scomparsa dell’Eterno Comandante, si è fatto riferimento in particolare a quelli che hanno attinenza con un tema trascurato da altri leader politici: quello della felicità”, osserva Luciano Vasapollo che con Rita Martufi ha rappresentato nella capitale venezuelana il capitolo italiano della Rete degli artisti e intellettuali in difesa dell’Umanità.
Conversando con FarodiRoma, Vasapollo sottolinea che Nicolas Maduro ha declinato nel suo intervento commemorativo questa dimensione spirituale della Rivoluzione Bolivariana presentando “il socialismo come armonia, il socialismo anche come allegria”.
“Nell’omaggio alla tomba di Chavez, nel quartiere della Montagna denominato 4F, il luogo dove il 4 febbraio del 1992, nell’insurrezione civico-militare contro le politiche neoliberiste del governo di allora, Hugo Chavez nacque come leader popolare e guida del suo popolo, ci ha colpito – confida Vasapollo – anche il clima assolutamente festoso, cioè non sembrava di vivere la ricorrenza di un funerale ma la celebrazione di un comandante che ha trasmesso dignità al suo popolo attraverso la prospettiva di un futuro di armonia, di amicizia, di felicità”.
Un clima ottenuto certamente non senza fatica: “non dimenticheremo il tuo sforzo, la tua lotta, il tuo sacrificio”, come disse in un suo celebre discorso il presidente Maduro dichiarando “Chávez uno dei più grandi leaders di questo paese nei secoli XX e XXI”.
“Lui ha cominciato i processi più profondi che hanno commosso e rivoluzionato il Venezuela”, ha segnalato in più occasioni l’erede di Chavez, ricordandolo come egli sia stato “il fondatore di una nuova indipendenza in America Latina e nei Caraibi. Ha creato meccanismi come l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America, Petrocaribe, l’Unione delle Nazioni Sudamericane e la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici”.
Vasapollo tiene a far notare che al clima gioioso delle celebrazioni per il decennale di Chavez hanno contribuito le delegazioni giunte da 40 paesi, precisando che “Raul Castro ha partecipato a Caracas alle celebrazioni commemorative di Chavez. Con il fratello minore di Fidel c’erano Adan Chavez, a sua volta fratello del leader bolivariano, e il comandante della Rivoluzione cubana Ramiro Valdés Menéndez (nella foto qui sotto con Vasapollo e Martufi).
Erano presenti anche il leader sandinista del Nicaragua Daniel Ortega e gli ex presidenti di Bolivia, Ecuador e Honduras: Evo Morales, Rafael Correa e Manuel Zelaya”.
Il capitolo italiano di REDH ha rappresentato nell’occasione le diverse realtà che lo compongono, come il Centro studi CESTES del sindacato USB, la Rete dei Comunisti, i movimenti OSA e Cambiare rotta ed anche, ovviamente, la rivista Nuestra America, l’Associazione Rotondi per un giornalismo di pace, e i quotidiani online FarodiRoma e Contropiano.
Elencando le diverse realtà attive in Italia che si ispirano al socialismo latinoamericano, Vasapollo ribadisce “il senso di responsabilità necessario a continuare nel mondo il processo rivoluzionario della transizione socialista, seguendo l’esempio e i dettami dei comandanti eterni Chavez e Fidel Castro”
E cita in proposito “padre Numa Molina, il gesuita che celebrò i funerali di Chavez, e la testimonianza che offre della spiritualità di questa rivoluzione che è anche la materialità perché padre Numa si occupa dei poveri, si occupa dei subalterni, si occupa di quartieri periferici otre ad essere un consigliere del presidente Maduro”.
Vasapollo ricostruisce i diversi appuntamenti avuti a Caracas, compresi gli incontri con le forze armate e i comandanti militari, come il generale Pasqualino Angiolillo, e riferisce la visione che qui si ha del conflitto in Ucraina: “una guerra della NATO contro la Russia che nasce dal colpo di stato del 2014, e una guerra per mantenere la centralità del dollaro, ovvero monetaria, commerciale, finanziaria ed economica con ulteriori sanzioni e con blocchi sono genocidiari”.
E riferisce di aver parlato nelle diverse trasmissioni televisive alle quali ha partecipato (in particolare alla tv delle FANB e a Telesur) dei diritti civili e umani calpestati in Italia con la pena dell’ergastolo e l’uso punitivo del 41 bis, in riferimento al caso Cospito, che è quello di una persona che si vuole far morire.
* da IlFarodiRoma
Nella foto: Maduro ricorda Chavez nell’anniversario dalla morte. “Dieci anni fa, il 5 marzo 2013, quando il comandante Hugo Chavez passò all’immortalità, il mondo riconobbe il leader della Rivoluzione Bolivariana come il politico latinoamericano più direttamente antimperialista. Inoltre, come iniziatore della Rivoluzione Bolivariana, il Comandante Chávez incorporò nella sua vita la proposta di Simon Bolivar che, all’inizio del XIX secolo, rinunciò alle sue rivendicazioni, liberò gli schiavi e, con un esercito di neri, indiani e povero, guiderò le lotte di liberazione in diversi paesi sudamericani.
Sotto la guida di Chávez, il popolo venezuelano ha aperto la nuova costituzione e si è posto tre obiettivi:
1-Integrare i paesi del Sud America, in un’alleanza che permetta alla Nostra America di essere una Grande Patria.
2-Liberare il continente da ogni tipo di imperialismo.
3- Avanzare in un’economia più equa di ispirazione sociale dalle culture latinoamericane”.
Il Capo dello Stato venezuelano ha poi raccomandato: “Ascoltate, fate del socialismo una transizione umanamente gratificante. È tempo di unire i leader, forza spirituale e culturale, per entrare nella nuova era di profondo rinnovamento, che garantisce il destino della Rivoluzione”. (VTV)
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Andrea Vannini
viva il Venezuela bolivarista di Chavez e Maduro e le nazioni antimperialiste che lo sostengono