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“Mettere in ginocchio l’economia!”. La Francia si ferma, trema il governo

La sesta giornata di manifestazione nazionale e di sciopero “inter-professionale” è stata caratterizzata da una mobilitazione record: 1,28 milioni i partecipanti secondo le cifre del Ministero dell’Interno, tre milioni e mezzo secondo la CGT.

Si sono tenute circa 300 manifestazioni in tutta la Francia, con numeri piuttosto ragguardevoli anche nei centri urbani minori e nelle zone rurali. La “guerra delle cifre” ha caratterizzato anche questa volta la valutazione sulla partecipazione, con un divario piuttosto marcato in alcuni casi: la CGT ha affermato che a Parigi siano scese in strada 700.000, la polizia solo 81.000!

Di fatto è stata la giornata più riuscita dal 19 gennaio, prima tappa del movimento contro il progetto di riforma pensionistica ora in esame in Senato. Dalle interviste nei reportages delle diverse testate di informazione il dato che emerge tra i manifestanti, al di là della sigla sindacale d’appartenenza, è che bisogna intensificare la lotta e che solo il blocco del paese potrà farà cambiare rotta al governo.

L’intersindacale, che comprende 8 organizzazioni dei lavoratori, ha già lanciato una nuova mobilitazione per sabato 11 ed un’altra per mercoledì 15, giorno della commissione mista paritaria, ultima tappa della discussione parlamentare.

I sindacati hanno chiesto al Presidente Macron di essere ricevuti “d’urgenza”. Il Presidente dei Ricchi è l’unico, a questo punto, che è in grado di risolvere la crisi politica apertasi tra un esecutivo che ha perso la battaglia delle idee e sta perdendo quella della piazza, ma che è rimasto sordo alle richieste della maggioranza dei francesi ed il Paese.

Mercoledì 8 marzo, molti dei settori che hanno scioperato il 7 prolungheranno l’azione sindacale. Tra questi i lavoratori delle ferrovie – con un voto unanime di tutti i quattro sindacati rappresentativi – e gli autisti della RAPT (metro e autobus di Parigi).

Se si aggiunge l’azione dei “blocchi filtranti” messa in atto dagli autotrasportatori – mobilitati in parte già da domenica sera – e l’astensione dal lavoro di una parte importante del personale aereoportuale, si ha il quadro dell’impatto complessivo sul settore.

Nell’istruzione, mentre il Ministero dell’Educazione afferma che nelle scuole solo un insegnante su tre avrebbe scioperato, il sindacato più rappresentativo nel comparto (SNUipp-FSU) stima a più del 60% l’adesione allo sciopero nella scuola primaria. La FSU chiama il corpo decente a mobilitarsi anche per l’8 marzo. Si sono registrati blocchi in molti istituti superiori ed in diverse università.

Poco meno della metà dei dipendenti della EDF avrebbe scioperato,secondo la direzione dell’azienda. Ma intanto lo sciopero è prolungato anche a questo mercoledì, tra l’altro, in tutti i siti della TotalEnergies, con le spedizioni di carburante bloccate. Tre dei quattro dei terminali per il gas naturale liquefatto (GNL) verranno fermati per una settimana.

I lavoratori delle centrali nucleari – poco meno di una decina – erano mobilitati da venerdì scorso. I porti sono stati bloccati questo martedì, e lo continueranno ad essere mercoledì.

Questo è solo un quadro parziale, a caldo.

In sintesi la Francia è stata bloccata e continuerà ad esserlo.

Per parafrasare uno slogan di queste mobilitazioni: “Macron voleva mettere 64″ – riferimento all’innalzamento dell’età per la pensione – “noi gli facciamo un 68″.

Una boccata d’ossigeno.

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