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Elezioni europee? Potere al Popolo: “Ecco cosa faremo”

Le Elezioni Europee di giugno si inseriscono in un contesto generale di accelerazione verso la guerra. A livello internazionale aumenta l’instabilità e la NATO vi contribuisce in maniera determinante per proteggere i propri interessi di blocco: dalla guerra in Ucraina, a cui ha corrisposto il fortissimo aumento delle spese militari alla propaganda bellicista che governi e mezzi di informazione stanno portando avanti per imporre sulle popolazioni l’economia di guerra, fino all’entrata in guerra vera e propria con l’operazione Aspides nel Mar Rosso.

Le prossime elezioni rappresentano quindi un banco di prova sia dal punto di vista della partecipazione, e quindi del consenso espresso nei confronti delle istituzioni comunitarie, che per i singoli governi nel quadro di un’Unione Europea, che sta assumendo un volto sempre più reazionario.

In questo assetto il Governo Meloni mira a riconfermare la sua tenuta sul piano nazionale e il suo ruolo in Europa.

A partire da ottobre, la questione palestinese è diventata uno spartiacque tra le forze politiche: da un lato chi si oppone al genocidio e sostiene la legittima resistenza di un popolo che subisce pulizia etnica e apartheid da oltre settant’anni, dall’altro chi appoggia l’occupazione e le politiche sioniste dello Stato di Israele, che si è macchiato solo negli ultimi sei mesi dell’assassinio di oltre 30.000 persone, di cui 10.000 bambini.

La questione palestinese sta mobilitando in tutto il mondo milioni di persone, e nel nostro paese sta coinvolgendo, come mai prima d’ora, giovani e “seconde generazioni”.

Potere al popolo! in questi mesi ha deciso chiaramente da che parte stare, scegliendo il sostegno alla causa palestinese come una delle principali discriminanti rispetto alle sue relazioni e del suo agire politico.

In questi due anni abbiamo lavorato alla costruzione di Unione Popolare, che per noi rappresentava un fronte ampio di opposizione alla guerra e alle politiche belliciste del Governo Draghi prima e Meloni poi.

Ci siamo quindi impegnati affinché nel dibattito per le Elezioni Europee emergesse una voce chiara contro la guerra e l’economia di guerra, contro il genocidio e a sostegno della lotta di resistenza palestinese e per la costruzione di un’alternativa radicale di società.

Lo abbiamo fatto proponendo che Unione Popolare si presentasse alle elezioni in modo riconoscibile e interloquendo alla pari con altre forze per costruire un’alleanza caratterizzata da punti politici chiari.

Con questo spirito, abbiamo cercato un’interlocuzione con la proposta di Michele Santoro i cui risultati valutiamo negativamente per diverse ragioni.

Innanzitutto, riguardo ai contenuti: sia Santoro che altri esponenti della lista hanno assunto una posizione ambigua sulla questione palestinese, non esplicitando il sostegno alla resistenza, e negando di fatto il genocidio in atto; inoltre, non individua la NATO come attore chiave degli attuali scenari bellici, non ne chiede lo scioglimento, ma nemmeno considera necessario proporre un suo superamento in maniera esplicita.

Non c’è chiarezza, dunque, sui contenuti e nemmeno sul posizionamento politico: Santoro nel corso di questi mesi ha dichiarato più volte di non considerare PD e M5S degli avversari o addirittura dei competitor politici. PD e M5S che, non dimentichiamolo, col Governo Draghi ci hanno di fatto portato in guerra autorizzando la cessione di armi a Kiev e che oggi si ritrovano nuovamente uniti nel voto favorevole missione Aspides.

“Pace, Terra e Dignità” ha poi esplicitamente aperto all’alleanza con Sinistra Italiana, stampella a sinistra del PD sia a livello nazionale che nei livelli locali. Inoltre, ha riempito la propria lista di figure ambigue e compromesse.

Infine, siamo stanchi di una gestione personalistica della politica come quella fatta da Santoro, che ha rifiutato il confronto alla pari con UP e con altre forze, mettendo le organizzazioni di fronte a un “prendere o lasciare”.

Prima dell’ufficializzazione della lista PTD, alla luce del mancato confronto e delle dichiarazioni pubbliche di Santoro, abbiamo proposto all’interno di Unione Popolare di considerare chiusa l’interlocuzione con Santoro e lavorare alla costruzione di una lista autonoma.

Unione Popolare ha infine deciso di non aderire a PTD, ma una parte delle sue componenti ha invece deciso di entrare nella lista.

Come Potere al Popolo!, a questo punto, non possiamo che ritenere l’esperienza di UP stessa quantomeno sospesa, fino alla conclusione della tornata elettorale. Non si può far finta di niente, magari addirittura presentando il simbolo di UP alle amministrative, mentre sul piano nazionale è in atto una crisi.

Come Potere al Popolo! abbiamo deciso dunque di non presentarci alle Europee. Ma crediamo che in questo paese ci sia bisogno di costruire un’opposizione reale al Governo Meloni, al di là dell’opposizione di facciata presente in parlamento, per rappresentare gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, di chi subisce l’economia di guerra e l’inflazione, di chi si vede negato un futuro dignitoso, degli studenti e le studentesse che si organizzano e vengono repressi, e di chi lotta ogni giorno per difendere il nostro territorio da cementificazione e speculazione.

Per questo crediamo ci sia bisogno di costruire una primavera di lotta. Continueremo ad animare le mobilitazioni per la causa palestinese e la campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) porteremo avanti le campagne per il salario minimo e la sicurezza sul luogo di lavoro.

Proponiamo a tutti quelli che si schierano contro la guerra e per mandare a casa il Governo Meloni la costruzione di una manifestazione nazionale che faccia irrompere nel dibattito elettorale i bisogni inascoltati della maggioranza!

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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17 Commenti


  • Vannini Andrea

    condivido pienamente la scellta di pap. il cretinismo elettorale del prc privilegia l’ ennesimo fallimento annunciato alla costruzione di up. c’è solo la strada…


  • Sergio

    che dire? meglio soli che male accompagnati? è tutto quello che è possibile(non) fare? sono senza parole: buon viaggio…


  • Marco

    non fa una piega!
    non è tempo di calderoni ambigui in nome di unità fittizie che gettano nella confusione del politichese opportunista chi invece vorrebbe capire e sentirsi parte di un’unità di popolo e di classe.


  • Sergio Binazzi

    avete assunto una posizione giusta e coerente, non ci si può lasciare coinvolgere da personaggi come Santoro.


  • Stefano

    Concordo. Rifondazione è un problema. In Sardegna si è messa con Calenda e +Europa. Alle elezioni ci si può andare, non è un tabù, ma se si ha qualcosa da dire. Andarci da sottomessi a Santoro e all’ambiguità del suo programma non ha senso. Santoro, ricordo, non vuole rompere con il PD, è contradditorio su Israele Nato ed Europa. In più alle elezioni ha senso se queste avvengono in conseguenza di una dinamica di lotta, sono queste a dare credibilità a chi chiede i voti. Se si perde tutto il tempo in complicate e opportunistiche geometrie politiche ma non si è presenti sul territorio e nelle lotte a che serve andare alle elezioni. Anzi sono gli stessi elettori a non riconoscerti e a non votarti.


  • peppe

    è una bella cosa


  • Ivan

    Potete valutare un’intesa con Dsp?


  • Lo Re

    Io fossi potere al popolo, visto che si pone obbiettivi molto ambiziosi come una richiesta di sciogliere nientemeno che a Nato, mi proporrei tutto quello sopracitato ma anche un referendum oer USCIRE DALLA UE. Avere un obbiettivo politico serio e rinnovatore, non solo il benvenuto pacifismo totale. L’ UE è la faccia economica europea della Nato, va’ smantellata e riconfigurata ai livelli dell vecchia CEE. D’ altronde e’ noto a chiunque che ad una nazione come l’ Italia per essere ricca ed indipendente manca solo un PIANO NAZIONALE PER L’ INDIPENDENZA ENERGETICA!


  • aluda

    continuiamo a farci male in nome di dettagli e posizioni rigide e assolutische cosi continuiamo a frammertarci
    putroppo una tradizione a sinistra che ci indebolisce e da soazio alle destre ora esyreme
    non sono d’accordo per i troppi dustinguo che portano solo alla divisione senza avere capacita’dialettiche produttive
    dovremo continuare a fare da soli …..


  • Mauro

    E vai con il circo elettorale 🤡🤡🤡🤡🛠️


  • Mario

    Da un punto di vista puramente elettorale, parliamo di massimo tre seggi. Sufficienti a fare rumore ma tutto qui.
    Gli svantaggi mi pare siano stati esposti chiaramente: arrivare a sostenere una lista con posizioni fin troppo moderate, cedere ad una visione “televisiva” del fare politica. Certo, anche i vantaggi andavano comunque considerati: la visibilità sarebbe forse stata molto maggiore e magari alcuni temi sarebbero entrati nel dibattito. Il tema della pace, pur declinato in maniera sicuramente semplicistica, forse non era poi così da buttare via…Evidentemente le valutazioni tengono conto di risorse esigue. Ma siamo davvero sicuri che le elezioni con PTD ci avrebbero “squalificato” o reso meno riconoscibili?Siamo sicuri che non presentarci ci renda un favore e non sia l’ennesima cantonata? Sinceramente votare una lista con PAP mi avrebbe sicuramente reso tutto più semplice


  • Sergio

    ma dsp non è il partito di Rizzo? quindi va bene allearsi con chi ha bombardato la Serbia? mah, fate voi…la confusione regna sovrana


  • Marino

    Purtroppo questo è il destino della “sinistra in Italia”. Sempre che di sinistra si tratti ( Santoro di sinistra non mi pare proprio). In questo anni abbiamo avuto solo partiti personali sia a sinistra che a destra perdendo il contatto con i territori. La tradizione popolare e proletaria del fu PCI è stata distrutta proprio da quelli che provengono dea quella storia – Occhetto, Fassino, Bersani ecc. E così continuiamo a frammentarci in decine di partiti e partitini. Non abbiamo intrapreso la nostra traversata nel deserto che ci porti a una formazione politica che parli alle masse popolari anticapitalista e pacifista. La destra a differenza di noi una lezione l’ha capita: uniti si vince divisi si perde. E noi perderemo sempre.


  • Giancarlo Staffo

    UP è un capito chiuso non facciamo finta di resuscitarlo, con rifondazione non si può fare nulla, è irrecuperabile ormai è chiaro. Potere al Popolo non ha scelta deve andare da solo unendosi con le poche forze antagoniste reali, ma escludendo sia Acerbo che Rizzo entrambi irrecuperabili


  • Maurizio

    Io ci sono!
    Anzi
    Aspettavo proprio questa proposta.
    Qualcosa di vero insomma.


  • Giancarlo Staffo

    È inutile perdere tempo, con il ritiro di De Magistris e le ormai croniche strumentalizzazioni opportunistiche eurocentriche di rifondazione UP è Morta. RdC e PAP devono unirsi ad altre forze sane (escludendo il Prc di Acerbo, il Pc di Rizzo ed i trozkisti)


  • Manlio Padovan

    Parlamento europeo: elezioni del 2024
    Lo scandalo delle mazzette del Qatar è solo una goccia…cui, però si è aggiunto recentemente quello delle mazzette dalla Russia.
    C’è in ballo una questione di principio fondamentale.
    Il parlamento è, per definizione, la “Assemblea politica rappresentativa dello Stato moderno, mediante la quale il popolo, attraverso i suoi rappresentanti eletti, partecipa all’esercizio del potere per la formazione delle leggi e il controllo politico del governo”. (dal vocabolario Zingarelli)
    Aldilà delle mazzette del Qatar, il candidato che si presenta alle elezioni per essere eletto al parlamento europeo sa in partenza che quel parlamento non ha il compito di legiferare; è cioè praticamente inutile sul piano politico democratico nonostante abbia due sedi al solo scopo evidente di aumentarne i costi (a vantaggio di chi?). Esso cioè è un parlamento che non serve. E sapendo che in caso di nomina sarebbe profumatamente pagato, chi si candida è già un corrotto nel momento in cui si candida; e se non lo sa è uno stupido e la colpa passa al partito che lo candida. E che il parlamento europeo non serva lo dimostrano quei parlamentari che mai hanno partecipato ad alcuna seduta, vedi Matteo Salvini: cioè non fanno presenza nemmeno lobbistica o mafiosa, oppure partecipano solo a 4 sedute in una legislatura come fece un noto personaggio di sinistra.
    Il parlamento europeo è stato creato al solo scopo di dare una parvenza di organismo democratico alla UE. Tanto è vero ciò che, per definire le funzioni del parlamento: cosa di per sé semplicissima come avviene per ogni altro vero Parlamento e del quale sopra ho riportato la definizione che ne dà lo Zingarelli che dimostra come non occorra un trattato di diritto per definirlo, se andate in internet a leggervi “Tutto sul parlamento” approposito di “Parlamento europeo”, trovate un casino di parole per giustificare varie funzioni attribuite a quel parlamento nessuna delle quali è convincente tanto quanto la frase: «…la Commissione europea, la quale ha il monopolio dell’iniziativa normativa…»: più chiaro di così! E i regolamenti della UE, cioè le “leggi” della UE, come ogni altra normativa comunitaria sono inappellabili e abrogano ogni contraria disposizione nazionale. Cioè: le leggi le fa la Commissione europea che ogni tanto ci dà il contentino facendo intervenire il “suo” parlamento.
    In definitiva: quando ci parlano di voto libero e di democrazia e ci invitano ad andare a votare per eleggere il parlamento europeo, ci prendono in giro: è una farsa, una finzione ad uso degli ingenui.
    È quello il sistema che chi andrà a votare accetterà legittimandone i suoi attori. Il resto sono solo chiacchiere, anche quelle di chi può ottenere solo qualche infima ed inutile percentuale di voti.
    L’unico modo per dare agli assetati di potere una regolata è di toccarli nella poltrona.
    Si immagini l’impatto di un parlamento eletto da quattro gatti, dico 4, degli aventi diritto al voto.
    Certo, l’ideale sarebbe la scheda bianca…ma se le assegnano tra loro, come già è successo.

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