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Siria. Si è costituita la Resistenza Popolare siriana contro il regime jihadista e l’occupazione straniera

In molte regioni della Siria ha preso forma e si stanno formando milizie armate e di autodifesa contro le atrocità e i crimini che stanno imperversando in tutto il paese. Qui sono riportati i documenti di presentazione e di proposta politica di alcune milizie rivolti al popolo siriano e una cronaca delle azioni partigiane e di guerriglia dispiegatesi in quasi tutto il paese.

Dopo la caduta del governo di Bashar al-Assad, mentre l’Esercito arabo siriano si è di fatto strutturalmente sciolto, con molte “diversissime” ipotesi delle quali solo col tempo potranno essere dipanati i molti, anche geopolitici, delicati e inquietanti interrogativi, riguardanti le dinamiche del devastante “dicembre siriano”.

Le parti migliori e più patriottiche, comprendenti ufficiali, soldati e membri delle numerose milizie territoriali, comprendenti elementi di tutte le etnie, fedi e collocazioni politiche del paese, grazie alle capacità di alcuni alti ufficiali e generali hanno dato inizio, già dal dicembre ad un processo di costruzione di strutture e milizie territoriali, frenando la dispersione soggettiva, partendo da miliari delle varie unità dell’EAS, combattenti delle numerose milizie locali che hanno mantenuto una disciplina e una propria organizzazione strutturata, passando così più facilmente ad uno stadio di clandestinità nelle proprie regioni o città, o andando su posizioni delocalizzate, come le campagne e le aree montagnose.

In una situazione così devastata sia politicamente che moralmente, questi siriani, con coraggio e lucidità non comuni, stanno osando rialzare la bandiera della dignità e dell’identità nazionale araba e socialista, quale era la Repubblica Araba Siriana, dove c’era posto per tutti, al di là di etnie, fedi religiose o partiti politici, tranne che per terroristi e asserviti a interessi stranieri imperialisti. Pur sapendo ed essendo coscienti, che sono soli e possono contare solo più, come forze amiche ed alleate, su Hezbollah, sull’Iran, sugli Houti in Yemen e sulle Forze palestinesi amiche, compagne di sventura e tradite nel paese.

Sul giornale arabo “Erem” , il professore egiziano esperto di Iran, Ahmed Lashin dell’Università Ain Shams, de Il Cairo, ha fatto notare che esistono molte indicazioni che ci siano molti fili tra le varie forme resistenti che si stanno organizzando in Siria e l’Iran. Significativo secondo lui, che la Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, abbia pubblicamente dichiarato che la situazione in Siria non resterà questa e che il popolo siriano e la sua gioventù, non accetteranno le imposizioni di HTS e riprenderanno in mano il paese.

Lashin ha dichiarato che anche il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghci e alti esponenti delle Guardie Rivoluzionarie hanno rilasciato dichiarazioni simili. Questo indica chiaramente la linea futura su cui lavorerà l’Iran in Siria, e verso chi andrà il sostegno e supporto di tutti i tipi. Un dato emerge: il fuoco cova sotto la cenere in tutto il paese.

Questa documentazione, è espressione di materiali provenienti da là, da patrioti siriani dell’Asse della Resistenza o dai media arabi non assoggettati alla nuova realtà terrorista che occupa il paese.

La Resistenza Popolare siriana 

Il 30 dicembre 2024, ma probabilmente preparata da alcune componenti militari, già prima che gli eventi precipitassero, con un comunicato pubblico la “Resistenza Popolare Siriana ha annunciato ufficialmente la sua esistenza, nata per combattere gli jihadisti e con la missione di difendere la popolazione siriana, in tutte le sue componenti etniche e religiose, senza distinzioni, dalle violenze e prevaricazioni. Di fatto una organizzazione “ombrello” di varie forze resistenti.

Composta da ufficiali, ex soldati, miliziani e semplici cittadini di varia estrazione, questa Forza, ha dichiarato che considera Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) una formazione di terroristi e i suoi militanti e alleati, come elementi e soldati della NATO, degli Stati Uniti e di Israele, sottolineando l’impegno a combattere l’oppressione e il “governo transitorio” fantoccio, liberare la Siria da THS e da tutte le forze straniere occupanti.

La RPS ha dichiarato che attaccherà le nuove autorità jihadiste dell’HTS come risposta alle continue e pianificate uccisioni extragiudiziali di alawiti, sciiti, sunniti lealisti, cristiani, comunisti, palestinesi, patrioti, dispiegatesi dopo la caduta del governo di Damasco.

La RPS si pone anche in contrasto con la Turchia e le varie milizie da essa controllate, così come delle FDS (Forze Democratiche Siriane), definiti come traditori e al servizio degli interessi stranieri.

Le nuove autorità terroriste di Damasco, hanno denunciato che questa realtà è presente, con “cellule organizzate” in quasi tutte le regioni, già strutturate per iniziare attacchi armati.

Il 4 febbraio 2025, la RPS ha emesso una dichiarazione pubblica chiamata “Dichiarazione suprema“, che invita tutte le componenti nazionali, politiche, religiose e laiche in Siria per combattere uniti contro il nuovo governo jihadista asservito al sionismo e alle potenze straniere.

Secondo molti esperti e analisti arabi, i rastrellamenti di massa, le quotidiane aggressione, uccisioni e massacri da parte dei militanti jihadisti, soprattutto fuori dalle città, stanno scatenando proteste e una sempre più visibile insofferenza. Secondo media mediorientali queste azioni stanno spingendo molte comunità a formare gruppi di auto difesa armati, spesso affiancando le milizie lealiste alla Repubblica Araba siriana contro HTS, ritenendo probabile che nuovi gruppi emergeranno per opporsi a Tahrir al-Sham nelle prossime settimane e si rafforzeranno le file della Resistenza già organizzata.

Il movimento di resistenza siriano rilascia la prima dichiarazione ufficiale contro l’amministrazione di Al-Jolani il 30 dicembre 2024

Questo è stata la prima dichiarazione ufficiale del movimento di resistenza siriano contro l’amministrazione di Ahmad al-Sharaa, noto anche come Abu Muhammad al-Jolani, e il suo governo affiliato ad Al-Qaeda.

“Dopo quasi tre settimane in cui le bande armate hanno preso il potere in Siria con l’approvazione e la benedizione degli USA, dello stato di occupazione sionista e della NATO, abbiamo visto fin dal primo giorno gli atti crudeli da loro commessi, tra cui furti, violazioni, rivolte, corruzione, caos, sabotaggi e distruzione di proprietà pubbliche siriane.

Abbiamo anche visto i film di Hollywood che hanno girato nella prigione di Saydnaya per ottenere consensi e sostegno, prendendo in giro le menti di chi, ingenuamente ci credeva o condivideva le bugie. Sono stati aiutati in questo dal clamore mediatico dei canali sionisti, e da quelli dei Paesi del Golfo, dimenticando le prigioni dell’occupazione sionista e la guerra di sterminio a Gaza.

Fin dal primo giorno ci aspettavamo che il futuro della Siria dopo l’8 dicembre sarebbe stato buio per il suo popolo, e abbiamo detto che era arrivata la “legge wahhabita delle spade sul collo”.

All’inizio qualcuno ci credette, mentre altri continuarono a gioire in delizia per l’immaginaria “libertà”, al ritmo dei bombardamenti israeliani che non cessarono per diverse notti, coincidendo con l’incursione israeliana e con la violazione del territorio e della sovranità dello Stato.

Tutto ciò è stato completamente ignorato dall’amministrazione che ha preso le redini del potere, fino a quando Maher Marwan, il nuovo capo a Damasco, non ha rilasciato dichiarazioni giorni dopo: in cui ha cercato di giustificare il bombardamento israeliano sulle capacità difensive del popolo siriano; e ha stuzzicato i sentimenti del nemico dicendo che la nuova amministrazione non ha alcun problema con essi e che si rende disponibile a lor, aprendo alla pace tra i due paesi, e che il problema di Netanyahu è solo con l’Iran e Hezbollah in Siria, e che loro [il nuovo governo] si sono sbarazzati di questi problemi e che ora la cosiddetta “Sharia” è completamente pronta per essere implementata e per ricevere ordini da Tel Aviv.

In effetti, il progetto sionista “wahhabita” ha iniziato a uccidere i figli del popolo siriano nelle strade, nelle case e nelle fattorie con i proiettili della nuova amministrazione, il governo delle bande terroristiche,il tutto in modo immorale e aggressivo, senza alcuna legittima giustificazione religiosa o legale.

La decisione di spargere sangue umano, per loro si basa sul porre una domanda sull’affinità religiosa o sull’osservare l’identità. Stanno affamando e assediando le aree residenziali e le stanno bombardando con i bambini e le donne all’interno, con il pretesto di perseguire i “resti del regime”. Che tipo di resti sono questi e quale falso pretesto vi spinge a bombardare le case sopra le teste dei loro abitanti?

Ma non c’è nulla di strano in queste azioni, perché chiunque sia stato istruito dall’ISIS ebraico farà quello che fa l’esercito israeliano in Palestina, dove bombarda edifici affollati di civili e uccide centinaia di martiri con il pretesto di combattere la resistenza.

In seguito a quanto sopra, noi, come Unità di Damasco, della costa e di altre città, attestiamo quanto segue:

La continuazione dei massacri contro il nostro popolo da parte delle bande armate affiliate alla nuova amministrazione si scontrerà con la presa di mira dei vostri elementi e leader terroristici.

La nostra resistenza popolare siriana ha in serbo molte sorprese, e i nostri giovani sono in grado di raggiungervi anche nel cuore di Damasco. Invitiamo tutte le parti coinvolte dentro e fuori la Siria, a costringere l’amministrazione terroristica rappresentata da Ahmed al-Sharaa, a fermare le sue operazioni criminali contro il popolo siriano, in modo che non si verifichi un bagno di sangue che è ormai dietro l’angolo, se continua l’escalation del loro terrorismo e della loro criminalità.

Stiamo ancora aspettando che lo spargimento di sangue finisca, così che non si possa dire che siamo istigatori di sedizione.

Vogliamo solo che la Siria sia araba e indipendente, come lo è stata, con pari diritti per tutte le componenti del nostro popolo”.

Cominciata sul campo la Resistenza.

Il 1 gennaio, la RPS ha effettuato la sua prima operazione ufficiale contro le forze di Tahrir al-Sham nella zona di Hamdaniyah, vicino ad Aleppo, rivendicando la responsabilità dell’azione attraverso un comunicato.

Il 6 gennaio, la RPS ha attaccato unità HTS a Latakia.

Il 10 gennaio, la RPS ha attaccato nella regione di Talfita, nella campagna del governatorato di Rif Dimashq, dove molti terroristi sono state uccisi e feriti.

Il 13 gennaio, la Resistenza Popolare Siriana ha attaccato e ucciso 35 combattenti di HTS a Homs, vicino al confine tra Libano e Siria, in coordinamento con i combattenti delle milizie libanesi di Hermel, che vengono indicate come affiliati a Hezbollah.

Il 14 gennaio, la Resistenza Popolare Siriana ha preso di mira il personale militare di HTS nella stazione di polizia di Hamidiya nel governatorato di Tartus con bombe operando, anche qui, con le milizie libanesi del governatorato di Beqaa e Hermel.

Il 22 gennaio, RPS ha attaccato un posto di blocco controllato da HTS, provocando la morte di 22 terroristi e il ferimento di diversi altri, tra cui Ibrahim Abdulrahman Hajj, noto anche con il nome di guerra Ebu Mutaybin, una delle figure di spicco di HTS.

La Resistenza Popolare Siriana, uno dei gruppi di resistenza in Siria, annuncia di aver condotto estese operazioni militari contro il Comitato occupante di Damasco. In queste operazioni, svolte in diverse regioni, gli elementi nemici hanno subito gravi perdite: più di 10 elementi nemici sono stati neutralizzati in un attacco a un posto di blocco affiliato all’HTS di Damasco il 22 gennaio 2025.

Tra i feriti nell’operazione c’è “Ibrahim Abdulrahman Hac” (Abu Mutaybin), una delle figure di spicco del Comitato per la liberazione di Damasco. Altri leader presi di mira in un’altra operazione condotta il 25 gennaio 2025, la Resistenza Popolare Siriana ha neutralizzato il terrorista di nome “Abu Amir Bakan”, uno dei leader più importanti del Comitato di Liberazione di Damasco.

Lo stesso giorno, un altro leader di nome “Muhammad Abdulqadir Khalil” (Abu Abdo Talbise) è stato ucciso in un’imboscata delle forze della resistenza su un veicolo militare. Operazione di intelligence a Damasco: obiettivi importanti sono stati identificati attraverso operazioni di intelligence condotte da unità di ricognizione nella regione di Damasco e presto saranno effettuati attacchi su questi punti.

“La nostra resistenza continuerà” La Resistenza del popolo siriano ribadisce che le sue operazioni non si limitano a quanto annunciato, ma che mirano a mantenere gli elementi nemici in un costante clima di paura. La resistenza ribadisce che queste operazioni fanno parte della lotta per riconquistare la libertà e la dignità del popolo siriano: “La nostra lotta per una Siria libera continuerà”. La Resistenza popolare siriana, nel suo messaggio al popolo, dichiara che queste operazioni sono solo l’inizio e che combatteremo con determinazione per la libertà. Ribadiamo che la vittoria arriverà grazie a coloro che credono nella vittoria. Nel nome di Dio, il Forte, il Possente..” Figli Leali della Siria. RSP

Il 23 gennaio, la Resistenza Popolare Siriana ha rivendicato sui sociali arabi la responsabilità dell’uccisione del capo della stazione di polizia di Daraa, Muhammad Khalid Al-Safadi, accusato di aver diretto “brutali massacri terroristici contro civili innocenti in varie regioni siriane“. 

Il 25 gennaio, una unità di RPS ha ucciso Ahmed al-Wazir Abu Akar, leader locale di HTS e ferito altri uomini che erano con lui, nell’area di Dabousieh nel distretto di Talkalakh, Homs. Nello stesso giorno, i combattenti della Resistenza popolare siriana hanno attaccato un veicolo militare appartenente a HTS, provocando diversi morti e feriti tra cui un comandante di alto rango di nome Muhammad Abdul Qadir Khalil, noto anche come Abu Abdo Talbiseh.

Il 31 gennaio, RPS ha attaccato unità militari israeliane nella città di Tirangah, nella campagna di Quneitra, nella Siria meridionale, utilizzando mitragliatrici pesanti e causando il ferimento di numerosi soldati israeliani. Il 1° febbraio, in una dichiarazione rilasciata sui media, hanno ufficialmente rivendicato la responsabilità di questo attacco, annunciando che sarebbero continuati altri attacchi, l’IDF ha ammesso l’attacco. Il corrispondente della radio dell’esercito di occupazione ha dichiarato che “combattenti hanno aperto il fuoco contro le forze israeliane nella campagna di Quneitra, questa è la prima volta che il fuoco è stato diretto contro le nostre forze dopo due mesi di libera circolazione in Siria. E’presto per sapere se questo è l’inizio della resistenza armata contro le attività dell’esercito israeliano in Siria, ma certamente questo incidente ha aspetti molto inquietanti…”.

Questo il comunicato emesso dalla Resistenza Popolare Siriana:
Nel nome di Dio, il Forte, il Possente, che disse: “…E preparate contro di loro tutto il vostro potere e tutti i vostri destrieri da guerra, con i quali potrete terrorizzare il nemico di Dio e il vostro nemico”.

In una mossa coraggiosa che conferma che lo spirito di resistenza è radicato nei suoi uomini, uno dei gruppi di resistenza popolare siriana ha condotto un’operazione improvvisata di qualità, prendendo di mira una forza sionista ostile nei pressi della città di Taranja, nella campagna di Quneitra, nella Siria meridionale occupata.

Dopo aver ripristinato il contatto con il gruppo che stava eseguendo l’esecuzione, è stato confermato che l’operazione era stata una reazione sollecita e una decisione indipendente sul campo, poiché i nostri combattenti monitoravano i movimenti del nemico nella zona, quindi avevano preso l’iniziativa di colpirlo con pesanti raffiche di proiettili e mitragliatrici, che hanno causato il ferimento diretto di diversi soldati di occupazione e la perdita di un veicolo militare.

Il nemico sionista cercò di rispondere in modo casuale, ma i mujaheddin avevano eseguito l’operazione in modo rapido e preciso, per poi ritirarsi in sicurezza e senza perdite, lasciando il nemico in uno stato di caos e di allerta generale, mentre le forze di occupazione si precipitavano a rastrellare la zona via aria e via terra alla ricerca degli autori dell’attacco, senza successo. Un messaggio al nemico sionista: la Resistenza non aspetta ordini, ma si muove con sangue e rabbia…Ovunque vi muoverete, troverete uomini pronti alla vendetta…
Se questo è uno attacco improvvisato, come sarà il prossimo attacco quando lo pianificheremo?
La Resistenza Popolare Siriana afferma che ogni combattente al suo interno è un esercito a sé stante, e ogni arma al suo interno è un proiettile nel cuore del nemico, e che l’occupazione non godrà di alcuna stabilità su questa terra pura. E Dio è predominante nei Suoi affari, ma la maggior parte delle persone non lo sa Noi, della Resistenza Popolare Siriana, mentre dichiariamo la nostra responsabilità per queste operazioni, rinnoviamo il nostro impegno al nostro popolo che non ci ritireremo né cederemo finché ogni centimetro della nostra terra non sarà liberato e la dignità e la sicurezza non saranno restituite ai figli liberi della Siria.

Figli leali della Siria nella resistenza popolare siriana

Il 1° febbraio, RPS ha rivendicato la responsabilità di un’imboscata sull’autostrada Latakia-Aleppo vicino ad Al-Mukhtariyah, in cui un membro del Comando delle Operazioni Militari jihadiste è stato ucciso, altri due sono rimasti feriti e un quarto risulta scomparso.

Il 12 febbraio, la RPS ha attaccato un posto di blocco di HTS a Tartous.

Brigata dello Scudo Costiero (Liwāʼ Dirʻ al-Sāḥil): ufficializzata una nuova Milizia della Resistenza siriana

La Brigata si è formata sulle basi di reparti delle 25° Reggimento Forze Speciali e della Guardia Repubblicana dell’Esercito Arabo Siriano, dopo la caduta di Damasco.

La Brigata Scudo Costiero è stata fondata il 6 febbraio 2025 dall’ex comandante del 25°Reggimento Forze Speciali e della Guardia Repubblicana, Muqdad Fatiha, insieme ad altri ufficiali e soldati, come parte della Resistenza Popolare Siriana. E’ stato pubblicato un video dove viene mostrata la fondazione della Brigata, nata per combattere contro il Comando delle Operazioni Militari jihadista e il Governo di Transizione Siriano.

Essa opera nel Governatorato di Latakia contro Hay’at Tahrir al-Sham, ha invitato i lealisti alla Repubblica Araba Siriana e i baathisti a “prendere le armi” contro Ahmed al-Sharaa. Fatiha ha dichiarato nel video che la creazione della BSC è legata all’escalation delle violazioni da parte dell’autorità di HTS, dopo gli attacchi contro gli alawiti nelle città della costa siriana, rivendicando la responsabilità della Brigata per qualsiasi attacco all’autorità di al-Sharaa sulla costa e nella regione nel governatorato di Latakia

VIDEO: https://youtu.be/D4A3DmyzKxM

Chi è il leader e comandante della Brigata Scudo Costiero

Muqdad Fatiha, noto anche come Abu Jaafar, è un ex ufficiale e volontario della “Guardia Repubbicana” della RAS, in alcuni video ha invitato i membri della comunità alawita, a non consegnare le armi, mettendoli in guardia contro i tentativi di disarmarli con vari pretesti, tra cui rastrellamenti di sicurezza. Esortandoli ad affrontare e colpire qualsiasi elemento che tentasse di entrare nei loro villaggi, affermando che “guiderà in prima fila le operazioni militari in difesa della patria e della comunità“. Ha inoltre invitato gli ex militari e delle forze di sicurezza della regione ad assumersi il compito in prima persona, di proteggere la popolazione e a porre fine alle violenze, agli assassinii, ai furti e ai rapimenti che affliggono i cittadini.

L’11 gennaio 2025 si è costituito il Fronte di Resistenza Islamico in Siria, già Fronte di Liberazione Sud, con l’obiettivo, secondo una dichiarazione pubblica rilasciata dall’organizzazione, di proteggere il popolo siriano ed espellere Israele dal territorio siriano. Nel comunicato si descrive come un’organizzazione siriana di base, costituita in risposta al silenzio e alla complice inazione del nuovo governo siriano nei confronti del “nemico israeliano e dell’occupazione israeliana”. E’ stato anche sottolineato che l’organizzazione non ha alcuna affiliazione con qualsiasi stato, fazione o partito, sia all’interno della Siria che all’estero, ma opererà con tutte le forze della resistenza per la liberazione della Siria.

Il 9 gennaio 2025, il Fronte di Liberazione Sud ha dato a Israele 48 ore per ritirare tutte le truppe israeliane dalla zona cuscinetto vicino alle alture del Golan, altrimenti le Forze di Difesa Israeliane sarebbero state attaccate.

Il 26 gennaio, il Fronte di Resistenza Islamico in Siria ha rivendicato la responsabilità di aver abbattuto un drone appartenente alle Forze di Difesa Israeliane nel sud della Siria, nella sua prima operazione ufficiale contro di loro.

Il 18 febbraio, il FRIS ha affermato di aver compiuto un’incursione antisionista nell’area di Ain Dhakr.

Un’altra forza che in queste settimane è passata in clandestinità, sono i combattenti della milizia marxista leninista, già alleata a Damasco, di “Resistenza siriana”, guidata da Mirac Ural, secondo alcune fonti locali e arabe, anche questa fazione operante nel nord ovest siriano, avrebbe lanciato, il 5 febbraio, un appello a cominciare la lotta e la resistenza contro l’occupante turco e i suoi servi di HTS in Siria.

Molto importanti per il rafforzamento della resistenza in Siria, saranno le posizioni al sud del paese, che prenderanno le comunità druse.

In particolare la milizia più forte militarmente e più radicata nella popolazione drusa, sempre stata al fianco del governo di Damasco in questi anni, contro le forze controrivoluzionarie di opposizione siriane, contro l’ISIS, Al Nusra e le aggressioni israeliane nei territori del sud della Siria.

Si tratta di Jaysh al-Muwahhideen” (“Esercito dei Monoteisti/Untaritari”), o anche indicato come Il Reggimento del Golan con base a Khan Arnabah, che faceva parte delle Forze di difesa nazionale (NDF). Principalmente attiva sulle alture del Golan, la loro terra, è stata schierata anche in altre zone di guerra della Siria occidentale, combattendo per la difesa della Repubblica Araba Siriana. Il Reggimento del Golan era noto anche per una particolarità: fu la prima unità governativa durante la guerra civile siriana ad essere fondata dai disertori dell’Esercito siriano libero (FSA). 

In molti villaggi drusi ci sono stati scontri e in alcuni è stato impedito all’HTS di entrare in essi, con milizie di autodifesa locali armate.

Il 25 gennaio è stata annunciata la costituzione di una nuova milizia siro irachena: si tratta di Kataib Awliya’ al Haq (Guardiani della Verità), che ha informato che è pronta a entrare in Siria a combattere al fianco della Resistenza siriana contro i takfiri di Al Jolani e delle comunità alawite vessate e attaccate. Per ora si ha solo un comunicato pubblico.

Comunicato della Resistenza islamica – Khaib Awliya’ al-Haq

Nel nome di Dio, il Misericordioso ‘inseguiamo la vendetta contro i criminali’.

Come parte della nostra missione in corso per difendere gli oppressi e agli oppressori, condanniamo i crimini dei terroristi di Jolani , capo di Hayat Tahrir al Sham (HTS)] in Siria, contro gli sciiti alawiti.

Kataib Awliya’ al Haq dichiara che lanceremo le operazioni militari il più presto possibile ed entreremo in Siria da tutte le direzioni per proteggere la comunità alawita. Dio è il sostenitore dei credenti”.

Cronache della Resistenza Popolare Siriana

In risposta ai brutali e continui massacri e violenze quotidiane commessi dalle forze terroriste di Hay’at Tahrir al-Sham in tutto il paese, contro civili innocenti, i combattenti della RPS hanno cominciato una serie di operazioni, anche di alto livello militare contro i leader e i membri delle bande terroristiche, provocando colpi diretti e pesanti perdite tra le loro fila.

25 dicembre: oltre una dozzina di morti durante gli scontri tra le forze dell’HTS e combattenti per l’autodifesa, nelle manifestazioni a Tartus, dopo la distruzione del santuario alawita

I media siriani, citando funzionari del Ministero dell’Interno, hanno affermato che oltre una dozzina di membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi e altri 10 sono rimasti feriti durante gli scontri avvenuti a Tartus.

Secondo alcuni resoconti di Damasco, un manifestante è stato ucciso e molti altri sono rimasti feriti anche a Homs dopo che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere la folla. Le proteste erano scoppiate in seguito alla diffusione di un video che mostrava un attacco a un santuario alawita nella parte settentrionale del Paese.

I nuovi governanti siriani hanno dichiarato il coprifuoco in molte città, tra cui la capitale Damasco, Jabaleh e Homs, dove è anche stato imposto il coprifuoco notturno

14 gennaio: Unità lealiste dell’Esercito Arabo Siriano hanno teso un’imboscata alle milizie di HTS a Latakia, provocando un morto e numerosi feriti tra le fila jiahdiste.

In un altro attacco contro militanti di Tahrir al-Sham ad Ain al-Sharqiya, a est di Jabla, nella provincia di Latakia, due terroristi sono stati uccisi e altri sette sono stati catturati, hanno riferito media locali.

L’operazione è stata guidata da Bassam Hussam al-Din, comandante della 25a Divisione del EAS e stretto collaboratore del famoso comandante delle Tiger Forces (Forze Speciali siriane) , il generale Suhail Hassan. Hussam al-Din ha chiesto il ritiro delle forze jihadiste di HTS dall’area di Jabla, minacciando di giustiziare i militanti catturati se non avessero obbedito.

22 gennaio: oltre 53 persone arrestate e portate via, il cui destino rimane sconosciuto. Proteste e scontri con i responsabili della sicurezza dell’HTS, si sono svolte a Fahl, nelle campagne di Homs, per chiedere la fine delle violazioni, degli omicidi e dei furti perpetrati dalle bande di Al Jolani.

Sono poi stati ritrovati oltre 50 cadaveri sul ciglio della strada vicino all’ingresso del villaggio di Fahl. Ai residenti è stato vietato avvicinarsi, recuperare i corpi o scattare foto vicino al posto di blocco controllato dalle bande terroristiche di Al Jolani.

15 gennaio: sanguinosi e continui scontri con molti feriti, al confine tra Siria e Libano tra le milizie delle comunità sciite di Zaiter, Jaafar, Noun, Shams, Jamal e l’HTS. Qui la specificità della regione di Hermel, nel Libano nord-orientale è un’altra area estremamente critica per l’HTS, sia per l’impossibilità di controllo sulla regione, prevalentemente tribale e abitata da un gruppo di clan sciiti, che da centinaia di anni vivono e coesistono, senza di fatto una linea di confine, e anche per la storica affiliazione e lealtà alla Repubblica Araba siriana, oltre all’ affinità con Hezbollah, dall’altro.

Ma c’è un altro elemento storico che rende qui la situazione esplosiva e difficilmente conciliabile, ed è la storia di sangue tra Jabhat al-Nusra e queste tribù: circa nove anni fa, Jabhat al-Nusra, allora guidata da Abu Mohammad al-Joulani, ora noto come Ahmad al-Sharaa, insieme all’Isis, lanciò una feroce campagna militare mentre infuriava la guerra civile siriana, durante la quale prese il controllo di parte dei villaggi di confine, compiendo massacri e assassinii di massa. Hezbollah e l’esercito libanese, supportati anche dai siriani,i riuscì poi a cacciare gli jihadisti dalla regione, ma la memoria degli orrori compiuti in quel periodo sono fermi nelle menti delle comunità locali.

Le comunità locali hanno rilasciato una dichiarazione in cui affermano che “le forze del nuovo regime siriano hanno aperto il fuoco contro le case dei civili nei villaggi libanesi al confine con la Siria, provocando la risposta delle milizie locali, ma che non accetteranno nessun tipo di imposizione o attacca in modo passivo…”.

9 febbraio: le forze di sicurezza jihadiste hanno lanciato operazioni nella provincia di Daraa dopo l’attacco di combattenti della Resistenza. L’amministrazione delle Operazioni Militari siriane di Damasco, ha inviato un convoglio di circa 2.000 terroristi a Sanamein nella provincia di Daraa , nel sud della Siria, per rinforzare i miliziani presenti, a seguito di attacchi da parte di combattenti fedeli al precedente governo.

Nella regione si è formata una organizzata e potente unità della Resistenza siriana sotto il comando di Mohsen Al-Haimed. Da dicembre le forze jihadiste hanno lanciato una serie di operazioni militari e rastrellamenti con centinaia di arresti, prendendo di mira esponenti baathisti, delle minoranze e soldati dell’EAS.

14 febbraio: nel villaggio di Al-Qabou, a ovest della città siriana di Homs, è stato dichiarato lo stato di allerta dopo un attacco armato a un posto di blocco, dove è stato comunicato che due membri del Ministero della Difesa sono stati uccisi nella regione occidentale di Qalamoun, nella campagna di Damasco. “Syria TV” ha riferito che le forze di sicurezza interna hanno trovato i corpi di Mohammed Hamdi Alulu” e “Yahya Abdul Qader Kurdo”,due membri del Ministero della Difesa, pochi giorni dopo il loro rapimento nella regione occidentale di Qalamoun, nella campagna di Damasco. Dalle indagini è emerso che i due sono stati uccisi con pistole in dotazione del disciolto Esercito Arabo Siriano.

Importante APPELLO della Resistenza popolare al popolo siriano lealista “…Per chi vive in Siria, vi esortiamo a rimuovere le vostre foto personali… Eliminate tutti i messaggi… Indirizzi…Fate attenzione a ciò che postate sui social media in merito alla situazione in Siria e alle vostre opinioni… Evitate commenti o opinioni in pubblico…La nuova autorità jihadista che occupa la Siria perseguita coloro che resistono alle loro azioni spietate e maligne…”.

25 gennaio 2025

 * A cura di Enrico Vigna, IniziativaMondoMultipolare/CIVG

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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1 Commento


  • Andrea Vannini

    Viva la Resistenza araba siriana. Viva il presidente ASSAD.

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