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Blocchiamo tutto per una nuova scuola, per una nuova università, per un mondo nuovo!

Facciamo un resoconto della tripla assemblea organizzata da Cambiare Rotta e dall’Opposizione Studentesca di Alternativa, svoltesi contemporaneamente il 15 e 16 novembre nelle città di Bologna, Roma e Bari. Un sunto che parla di organizzazioni giovanili vive e attive che sono in prima linea contro la tendenza alla guerra della UE e della NATO, e per la trasformazione sociale verso un mondo nuovo.

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Blocchiamo tutto per una nuova scuola, per una nuova università, per un mondo nuovo!
2 giorni di assemblea nazionale di Osa e Cambiare Rotta il 15/16 novembre scorso.

Trovare le parole giuste per descrivere l’Assemblea studentesca nazionale “Blocchiamo tutto per un mondo nuovo” non è facile. Due giorni, tre città, nove sessioni di discussione (3 assemblee di OSA in contemporanea a 3 assemblee di Cambiare Rotta il sabato e 3 assemblee plenarie congiunte la domenica), più di mille tra studenti medi e universitari da tutta Italia, nella cornice di una sola Assemblea nazionale, sono state un passaggio importante per un’organizzazione ancora relativamente giovane come OSA e Cambiare rotta. L’obiettivo? Continuare a costruire l’alternativa alla barbarie della guerra, della precarietà, dello sfruttamento a partire dalle scuole e dalle università. Contro i piani del governo Meloni, dell’Unione Europea, della NATO.

Prima di tutto è stato un successo in termini di partecipazione: il 15 e 16 novembre, più di mille studenti e studentesse si sono riuniti nelle tre città (Bologna, Roma, Bari) che ospitavano l’Assemblea. Tanti e tante nuovi attivisti/e, alcuni provenienti da altre storie politiche, altri (la maggior parte) giovanissimi o comunque alla prima esperienza politica, estranei al mondo “della sinistra” e dei movimenti, incontrati nelle scuole e nelle università durante le lotte per una nuova formazione pubblica, nelle piazze in solidarietà alla Palestina, ai presidi antifascisti e nelle mobilitazioni che attraversano il paese.

Proprio per permettere una maggiore partecipazione è stata presa la decisione di disporre su tre città l’Assemblea nazionale, con tutti i rischi che ne conseguono. Ne erano consapevoli gli organizzatori: ogni assemblea non è solo discussione politica, ma anche una sfida organizzativa (pernottamento, trasporti, pasti, allestimento, servizio d’ordine, accoglienza etc.). Una organizzazione che non si era mai confrontata con una gestione così complessa. Un evento pienamente riuscito in tutte e 3 le città e che ha restituito l’immagine bellissima delle aule occupate e delle sale piene di giovanissimi in mobilitazione. Una 2 giorni che ha seguito le decine di piazze per lo sciopero studentesco del #NOMELONIDAY.

Sessione studenti universitari Bologna

Prova riuscita a Bari, dove per la prima volta Osa e Cambiare Rotta organizzavano un evento del genere, all’Officina degli Esordi, in una piazza difficile come è il Sud Italia, e partecipazione strabordante ed emozionante anche a Bologna e a Roma.

Nel capoluogo emiliano-romagnolo è stata occupata la Facoltà di Scienze Politiche per l’occasione, al termine del corteo studentesco del 14 novembre. A Roma la bellissima cornice di San Pietro in Vincoli, nella facoltà di ingegneria, ha ospitato in 2 aule distinte le assemblee di Osa e Cr, da cui nel tardo pomeriggio è partito un corteo che passando per Colosseo ha raggiunto il Csa Intifada per la serata studentesca.

Nella capitale la plenaria della domenica è continuata all’Intifada, “quartier generale” per tante e tanti che si organizzano in città, studenti in primis. Bellissimi anche i video e le foto delle cene e serate del sabato, fra aggregazione, musica e canti di lotta, così come l’allestimento di banchetti e aree artistiche con fotografi, writer e artisti emergenti, che ringraziamo tutti ancora per aver partecipato e portato un contributo anche di carattere culturale.

La due giorni è iniziata con le discussioni del sabato pomeriggio su scuola e università, discussioni che si sono svolte in maniera distinta e in contemporanea tra studentesse e studenti medi e universitari , con una introduzione nazionale unica trasmessa e poi decine di interventi dei presenti. Da tempo le 2 organizzazioni hanno scelto di lavorare a fondo per avere un’analisi e una proposta politica sul tema dell’istruzione e della formazione all’altezza e dopo diversi seminari e assemblee sembra proprio che i risultati si vedano. Le discussioni hanno sostituito i classici e un po’ sconclusionati “report dai territori” con approfondimenti e riflessioni organiche.

OSA ha chiamato alla discussione gli studenti e studentesse su un documento denso che rimetteva in fila gli avvenimenti di queste settimane e aveva un focus sulla “scuola di Valditara”, cioè la scuola azienda con caratteri esplicitamente punitivi, repressivi e reazionari, propri delle politiche del leghista che siede a viale Trastevere. Riforme come quella del 4+2, che aumenta le ore di PCTO, così come l’ipocrita divieto dei telefoni o la sua sfrontata operazione ideologica reazionaria e occidental-suprematista (vedi modifica dei programmi scolastici) erano già state al centro delle occupazioni e delle piazze delle settimane precedenti, oltre che della nostra riflessione.

Tanti compagni e compagne si sono confrontati con le categorie di scuola gabbia (cioè: la scuola ai tempi della fine dell’ascensore sociale) e di scuola come Apparato ideologico di stato, che fa parte del bagaglio teorico di OSA da tempo. Preziosi gli interventi delle realtà studentesche invitate presenti con le quali OSA condivide iniziative e mobilitazioni.

Gli studenti universitari di Cambiare Rotta hanno discusso sulle trasformazioni dell’università, dell’alta formazione e della ricerca negli ultimi decenni, un mondo del sapere piegato alle esigenze del sistema produttivo e oggi quasi completamente integrato al complesso militare e industriale europeo e occidentale.

Le riforme della ministra Bernini, in ultimo la proposta sulla governance degli atenei, vanno lette, secondo gli studenti universitari, all’interno di un processo di aziendalizzazione, di elitarizzazione e di svolta antidemocratica che dall’inserimento dell’autonomia universitaria in poi hanno modificato radicalmente il volto degli atenei pubblici nel nostro Paese.

Ma negli anni Cambiare Rotta ha saputo dare forza a vecchi e nuovi strumenti di contrasto allo smantellamento dell’università pubblica, dal boicottaggio accademico alla battaglia sui codici etici, dalle vertenze sul diritto allo studio alla rappresentanza universitaria, dalle tende per il diritto all’abitare e per la Palestina alle mozioni contro guerra e genocidio. Un lavoro capillare che sta permettendo di crescere e fare nascere nuovi nuclei in tanti atenei, rompendo la passività all’interno delle Istituzioni universitarie in tutta Italia.

Plenaria di Roma

Da segnalare la grande novità della rappresentanza studentesca: tema storicamente ad appannaggio del centrodestra e centrosinistra studentesco, è diventato un ambito di crescita sia per Osa che per Cr. Prima Cambiare Rotta con il Cnsu, poi Osa con la Consulta Provinciale Studentesca (presso cui ha, di recente e per la prima volta, eletto due Presidenti, nelle province di Genova e Ravenna), la rappresentanza non è vista solo come strumento di radicamento ma, potenzialmente, un’arma in mano al movimento degli studenti per opporsi a un sistema formativo classista e aziendalistico, su cui è stata avviata una fase di ragionamento interno.

La domenica, invece, è stato il giorno delle plenarie conclusive. All’introduzione trasmessa da Roma sono seguite le discussioni locali, con le restituzioni dalle due assemble del giorno precedente e gli interventi delle realtà esterne. Il tema? La costruzione di un blocco politico autonomo e indipendente, capace di essere opposizione qui e ora al governo Meloni (primo passaggio la manifestazione nazionale del 29 novembre a Roma) e, al contempo, di farsi portatore di una prospettiva di alternativa sistemica, il “mondo nuovo”, per l’appunto.

Sulla base di questo e dell’esperienza comune di lotta, si sono susseguiti gli interventi dell’Usb presente nelle sue varie categorie (scuola, università, migranti, logistica, trasporti, Slang, oltre al Calp di Genova), Potere al Popolo, Rete dei Comunisti, Movimento per il diritto all’abitare, Donne contro la Guerra e Genocidio e Donne de borgata, Osservatorio contro la Militarizzazione di scuole e università, Ecoresistenze, precari dell’università e realtà cittadine e locali.

Percepirsi parte di un progetto generale è forse l’elemento caratterizzante di Cambiare Rotta e Osa, che non a caso hanno convocato l’assemblea sulla scia del “Blocchiamo tutto” lanciato dai portuali di Genova a settembre. I cori a sostegno del sindacalismo di classe e alle varie lotte nel paese sono ormai parte dell’immaginario collettivo dell’organizzazione giovanile, così come il sostegno internazionalista a Palestina, Cuba e Venezuela, da cui c’è stato un collegamento con due membri dell’organizzazione che in questi giorni sono nel paese minacciato dall’imperialismo USA per un meeting internazionale.

Per le organizzazioni studentesche essere parte integrante di un’area politica di classe e rivoluzionaria e di una prospettiva generale significa rifiutare lo studentismo e il movimentismo, che hanno portato all’indebolimento del movimento studentesco negli anni passati.

Il prossimo passo, ora, è lo sciopero generale del 28 e la manifestazione nazionale del 29 novembre contro la finanziaria di guerra, il Governo Meloni e a sostegno della Palestina.

Il Governo, fra repressione e squadrismo voleva spaventare gli studenti e le studentesse in lotta… NON SEMBRA ESSERCI RIUSCITO!

Bologna

Plenaria di Bologna

Sessione studenti universitari

Sessione studenti medi

Roma

Plenaria di Roma

Sessione studenti universitari

Sessione studenti medi

Bari

Plenaria di Bari

Sessione studenti universitari

Sessione studenti medi

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