Sono molti i segnali che indicano una vera e propria crisi di civiltà del capitalismo e dell’egemonia del suo modello «progressivo» nel XXI° Secolo. È una crisi di civiltà però che impone di riaprire le menti – e la strada – ad una alternativa politica e sociale di sistema, dentro cui i comunisti possono tornare a svolgere un ruolo attivo, non residuale o testimoniale. Se la «cassetta degli attrezzi» è piena di strumenti utili, la soggettività stride ancora fortemente con le opportunità offerte dalla realtà. La «vecchia talpa» ha scavato bene, ma adesso sarebbe necessario portarla in superficie.
Con questa riflessione alle spalle, a Roma, il 2-3 aprile, si terrà la terza assemblea nazionale della Rete dei Comunisti. In questo suo terzo appuntamento «deliberativo», la Rete intende mettere a verifica un suo passaggio qualitativo importante. In questi anni di elaborazione politica e di funzione concreta nel conflitto di classe, questa esperienza anomala (parlare di «rete» e di «comunisti» può sembrare quasi un’«eresia») ha inteso sperimentare dentro la realtà un’esperienza di riorganizzazione dei comunisti in un paese integrato nel cuore del capitalismo. E’ stato un processo che si è messo continuamente a verifica con la dinamica dei processi. Abbiamo ripetuto spesso che per cogliere la funzione da svolgere occorresse partire dalla realtà e dalle sue contraddizioni e non solo dal livello di identità raggiunto. Ma è proprio la realtà – con il pesante manifestarsi della crisi di civiltà del capitalismo – a richiedere oggi una soggettività politica più solida e una visione più avanzata della funzione dei comunisti.
Il Manifesto Politico e il programma, che l’Assemblea Nazionale è chiamata a discutere ed approvare, affermano che il processo di costruzione dell’organizzazione comunista nell’Italia del XXI Secolo è una sfida che non intendiamo affrontare da soli. In questo senso va la proposta politica che la Rete dei Comunisti intende avanzare a tutti i militanti, gli attivisti e le avanguardie di classe che ritengono di dovere e poter cogliere l’opportunità storica (quel kairòs che abbiamo richiamato in queste settimane) offerta dalla crisi della civiltà capitalistica in atto.
In questi anni abbiamo cercato di dimostrare che era possibile affrontare questa sfida evitando la mitologia e il politicismo dominanti nella sinistra italiana e contro cui ci siamo battuti come scelta costituente sin dagli anni ’90. Ma adesso è proprio la situazione reale a richiedere un salto di qualità sul piano dell’organizzazione e della sua funzione concreta in una società complessa come quella in cui viviamo. È questo lo snodo con cui la terza assemblea nazionale della Rete dei Comunisti si andrà a misurare. E lo farà tutti gli anni, perché tra le proposte in campo – oltre ai patti federativi con altre organizzazioni o associazioni – c’è anche quella di tenere annualmente l’assemblea nazionale per mettere a bilancio critico le cose fatte e discutere quelle da fare.
L’assemblea si terrà a Roma, al centro congressi Cavour (via Cavour,50/A) sabato 2 e domenica 3 aprile. Purtroppo questo ci impedirà di essere materialmente in piazza Navona per ribadire quel «contro la guerra senza se e senza ma» nel quale ci riconosciamo pienamente. (…)
* coord. nazionale Rete dei Comunisti
aparso anche su “il manifesto” del 31 marzo 2011
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Terza Assemblea nazionale della Rete dei Comunisti. Intervista a Mauro Casadio, della segreteria nazionale, che ha tenuto la relazione introduttiva.
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