C’è uno squilibrio assurdo tra la rilevanza delle decisioni ogni giorno prese a un livello globale e la miseria degli uomini che le assumono con grande disinvoltura. Non è la normale, ancorché intollerabile “arroganza del potere”, ma una dismisura che aumenta col passare degli anni e dell’interconnessione tra paesi, economie, popoli, culture. Mai come oggi abbiamo – come umanità nel suo insieme – problemi da giganti e vermiciattoli chiamati a risolverli.
Deciderà qualche oscuro tribunale newyorkese se Dominique Strauss-Kahn abbia aggredito o no sessualmente una donna che lavora nell’albergo in cui era fermato. Il semplice fatto che un uomo con quei poteri possa essere accusato di una cosa del genere è già un indizio – se non di colpevolezza – di una facilitù a ficcarsi in situazioni “indecidibili” (e siamo qui fin troppo “garantisti”, forse). Non mancano già in queste ore le dietrologie, le ricostruzioni di comodo, le santificazioni e le demonizzazioni (c’è una presidenza della repubblica francese in ballo, mica spiccioli); è una gara che non ci può e non ci deve interessare perché risponde, necessariamente, ad interessi che non sono i nostri, ma di coloro che hanno abbastanza potere da orientare il mainstream mediatico.
Resta dunque solo la dismisura. Un uomo incaricato dalla finanza internazionale e dagli stati più ricchi del pianeta di rappresentare gli interessi della “fascia potente” dell’umanità (non più di qualche milione di persone in tutto il mondo); un uomo che ogni giorno può costringere – e lo fa – un paese e quindi un popolo a svenarsi per ripagare un debito che sarà lui stesso a imporre; un uomo che chiede, per conto di quegli interessi supremi, “rigore” e un tiro supplementare di cinghia a decine o centinaia di milioni di uomini… bene, quell’uomo risulta incapace di tenere a freno se stesso, le sue pulsioni animali, la “parte bassa” di un corpo addirittura in là con gli anni.
Non siamo sconcertati. Noi viviamo nel mondo di Berlusconi e a queste scenette da satiri in servizio permanente effettivo ci siamo abituati. Purtroppo. Anzi, siamo grati a Strauss-Kahn di averci restituito la misura esatta della miseria umana di chi ci fa quotidianamente la predica per farci accettare “sacrifici” a un dio che solo loro sarebbero in grado di placare. Tranne poi perdersi nei meandri delle proprie mutande.
Liberarsi di questa merda non sarà facile. Ma l’umanità non ha alternative.
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