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Potere al popolo” sotto attacco? Vuol dire che agiremo con ancora più efficacia

Due punti fanno una linea… La geometria euclidea è bella perché traccia i fondamenti della logica attraverso figure mai ingannevoli, e quindi aiuta a pensare, riflettere, interrogarsi.

Due attacchi in pochissimi giorni contro Viola, portavoce di Potere al Popolo!, provenienti dalla stessa fonte o giù di lì (“la Bestia” – macchina di propaganda social della Lega – o correligionari di Casapound, che è poi una dependance-scorta della prima), ci dicono appunto che c’è una “linea”. Ossia una volontà politica, una strategia, un “centro” che emana direttive generali e organi-apparati che la traducono in azione, fatti, fake news e quant’altro possa essere utile allo sviluppo del partito-potere che paga il servizio.

Non c’è nulla di sorprendente. Anzi, è l’abc della politica, ovvero della “guerra con altri mezzi1” tra parti nemiche. E solo chi aveva davvero creduto che con la caduta del Muro fosse “finita la storia” può ora sorprendersi – o non capire affatto – che il conflitto tra le classi continua, diventa feroce man mano che la crisi avanza (e non si risolve…), indipendentemente dalla resistenza organizzata o meno della/e classe/i nemiche.

Potere al Popolo! È – lo sappiamo bene – un movimento ancora piccolo, poco organizzato, presente non dappertutto, equivocato da qualche componente organizzata, in via di definizione. Ma si è fatto apprezzare, in questo primo anno di vita, per un prerogativa che lo rende unico: fa quello che dice.

In un contesto politico popolato di disinvolti voltagabbana senza princìpi, che promettono la luna in campagna elettorale e fanno l’opposto una volta in Parlamento o a Palazzo Chigi (tutti i giorni segnaliamo questi testacoda su Fornero, Tav, Tap, reddito di cittadinanza, nazionalizzazioni, ecc), è una prerogativa che esercita un certo potere di attrazione in una popolazione stravolta da messaggi incomprensibili, ripetuti, menzogneri, ma alla fine vincenti per il solo fatto di “fare massa” nel cervello degli individui, senza quasi contrappunto. C’è da lavorare tanto, ma se sei “vero”, sincero, fai corrispondere parole e fatti, hai la base per diventare credibile; alla lunga, autorevole.

Il nemico lo sa. E sa che deve bastonarti quando sei ancora piccolo, fragile, indeterminato agli occhi dell’”opinione pubblica”, e dunque esposto agli umori ondivaghi di quest’ultima.

E il nemico agisce, non perde tempo in lunghe riunioni dove “ognuno dice la sua” e quindi l’insieme dei presenti non ha nulla da dire, senza concludere un tubo.

Agisce a livello comunicativo per minare la tua credibilità, ti attribuisce cose che non hai detto o le deforma in modo ridicolo (in questo caso su Desirée e la Ferragni), usando tutti gli strumenti peggiori della “costruzione del falso”: estrapolazioni dal contesto, titoli ad effetti senza riscontro nel testo, falsi veri e propri, “sondaggi” nazistoidi come quello di Libero.

Agisce a livello legislativo per rendere illegali la maggior parte delle forme di protesta pacifiche (è tornato persino il reato di “blocco stradale”, nel nuovo decreto sicurezza!), in modo da desertificare i luoghi del potenziale conflitto sociale e intimidire le nuove generazioni di attivisti.

Agisce a livello poliziesco ufficiale, con sgomberi a ripetizione di ogni spazio abitativo, sociale, studentesco (quello del Virgilio, domenica mattina, è particolarmente grave); con elargizione di daspo urbi et orbi; con denunce e intimidazioni fisiche a pi’ sospinto.

Agisce a livello non ufficiale dando via libera a fascisti di vario ordine, grado e violenza, proteggendone le magrissime “manifestazioni di piazza”, favorendo o spalleggiando le loro aggressioni. Oppure infiltrando “agenti di influenza” per seminare zizzanie, false notizie, contrasti, fino a far implodere collettivi, gruppi, movimenti, partiti, ecc.

Qui ci stiamo occupando soltanto del livello comunicativo. Ma ci sembra chiaro che questo sia una dimensione del conflitto politico, che richiede analisi, riflessione e soprattutto strutturazione di una autonoma capacità di azione su questo terreno.

Non è infatti pensabile di “rispondere colpo su colpo”, smentendo e decostruendo ogni singola fake news elaborata contro il movimento, sue parti o singoli esponenti. Alla lunga verremmo battuti per stanchezza, ripetitività, impossibilità di far fronte – con le forze attualmente disponibili – ad una macchina in grado di sfornare decine di stronzate ogni settimana… Alla lunga, oltretutto, “il pubblico” non darebbe più neppure uno sguardo distratto all’ennesima “smentita”.

Dobbiamo affermare un’identità collettiva e una pratica sociale molteplice, unendo interventi micro e una presenza politica macro.

Non abbiamo soldi, non possiamo pagare un tot di social media manager, web designer e cacciatori di notizie per lavorare otto ore a giorno. Ma abbiamo conoscenza, fantasia, energie militanti, entusiasmo e determinazione. Siamo nati per unire le forze nel fare qualcosa di importante, al limite dell’impensabile, come cambiare tutto e dare potere a chi non ne ha mai avuto. Faremo anche questo, in modo organizzato e dunque efficace.

E’ finita l’epoca in cui davanti a un attacco si rispondeva annacquando la propria diversità politica. C’è un conflitto da sostenere, lo sosterremo.

La citazione esatta di von Clausewitz, resa famosa da Lenin, recita: “La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi”. Il che significa che entrambe sono la stessa cosa – conflitto tra nemici – mentre differiscono soltanto i mezzi usati in una determinata fase, che si caratterizza in base a quei mezzi come pace o come guerra.

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