Bastano pochi secondi, un confronto di piazza nato per caso, e la fragilità mostruosa degli argomenti usati dal Palazzo esce fuori in modo clamoroso. Certificato.
Due giovani ragazze “non dei quartieri alti” incontrano l’ex presidente della Camera e in pochi scambi di parole emergono due mondi in contrasto, che la comunanza di genere non cancella. Anzi…
Abbiamo intervistato Giulia e Valeria, le contestatrici di Laura Boldrini in un attimo assurte alla notorietà per in breve video diventato virale, ponendo domande a partire da due risposte date dall’esponente del Pd che definiscono con chiarezza – a nostro giudizio – la siderale distanza ed estraneità reciproca tra quei mondi.
“Io rappresento princìpi e valori”, aveva infatti detto Boldrini. Concetti, insomma, non persone. Va da sé che nella rappresentanza politica, istituzionale o meno che sia, gli eletti o i portavoce debbano difendere anche visioni del mondo, valori ideali, istanze generali che si vorrebbe trasformare in leggi.
Ma in primo luogo rappresentano qualcuno, esseri umani in carne e ossa che hanno bisogno ora e qui di cambiare l’esistente e veder migliorare la propria condizione.
Il che – sia detto per ogni altra lotta umana – conferisce a “princìpi e valori” una concretezza altrimenti facilmente rimandabile a tempi migliori, una subordinazione a compromessi di altra natura e per altri scopi.
La seconda domanda era inevitabile vista la battuta finale con cui Boldrini ha abbandonato la piazza. “E allora fatevi difendere da Fratelli d’Italia“. Come se l’interezza della dialettica sociale e politica (i bisogni di milioni di persone) fosse davvero rinchiusa nell’affidarsi ciecamente alle capacità manovriere del “progressismo Pd” oppure essere abbandonati alla reazione pura e semplice.
C’è un fondo di cecità, o di incompetenza politica, davvero sorprendente in una persona che pure ha ricoperto svariati ruoli, non solo istituzionali: due giovani donne ti criticano “da sinistra” e l’unica cosa che ti viene da dir loro è “allora andate con l’estrema destra”?
E’ così che al Nazareno e dintorni pensano di sbarrare la strada al fascismo o almeno renderla più faticosa? Dio confonde coloro che vuol perdere, dev’essere proprio vero. E certo spiega i risultati elettorali degli ultimi 30 anni in modo decisamente più convincente di qualsiasi analisi politicologica…
La verità, e la sua rivelazione, arriva però da un’altra frase, questa volta di Giulia e Valeria: “Lei non ci rappresenta, dei quartieri popolari non ve ne frega nulla e il Pd non si è opposto ai tagli alla sanità pubblica e alla chiusura dei consultori”. Come anche nel ricordare che è stato proprio il Pd al governo a rendere a pagamento la “pillola del giorno dopo”, trasformando così un diritto esigibile in una merce subordinata al reddito individuale.
Il “femminismo del potere” si traduce insomma nella richiesta di “parità di genere” nei ruoli apicali del potere stesso, non nel cambiamento della condizione sociale della stragrande maggioranza delle donne. E di certo, dunque, non si pone il problema dell’emancipazione concreta di tutte le donne, ma solo della “rappresentazione spettacolarizzata” di alcune di loro che ottengono il “pass” per entrare nelle stanze dei bottoni.
A far cosa, è scontato. Quel che fanno già gli uomini di potere. Non è che Margareth Thatcher, Angela Merkel o le attuali leader europee (da Ursula von der Leyen a Liz Truss, dalle leader dell’Est a quelle scandinave) siano citabili come esempi di “progressismo” nelle politiche generali o campionesse nell’affermazione di diritti delle donne, e ancora meno nel miglioramento della loro condizione materiale.
Buon ascolto.
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alberto+gabriele
Grazie compagne e compagni ! Molto incoraggiante
Pasquale
Le Giulia e le Valeria sono la vera alternativa a una sinistra ormai imborghesita che ha ormai smarrito le idee di difesa e tutela dei diritti civili.