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“You’ll never walk alone!” Solidarietà alla classe operaia britannica

La classe operaia della Gran Bretagna sta vivendo dall’autunno scorso una intensa e inedita stagione di lotta da 30 anni a questa parte.

Una fase che ha visto strappare alcune vittorie importanti come quella dei portuali di Liverpool aderenti ad Unite The Union che hanno ottenuto aumenti dell’8% sui propri salari, oltre ad altre migliorìe, o l’aumento del 28% della paga per 200 lavoratori dell’aeroporto di Luton, a Londra.

Un momento in cui anche la multinazionale della logistica Amazon ha visto i propri dipendenti scioperare per la prima volta sul suolo britannico – nel deposito di Coventry per la precisione –  è notizia di qualche giorno fa che anche i pompieri della Fire Brigade Union hanno votato a larga maggioranza per lo sciopero: 88% di “” su circa 3/4 delle schede finora scrutinate.

Anche i vigili del fuoco hanno conosciuto le conseguenze disastrose dei tagli ai fondi a loro disposizione imposti negli ultimi  dodici anni, con un drammatico ridimensionamento dell’organico – 11.500 pompieri in meno dal 2010 – che ne ha minato le possibilità operative e naturalmente la propria sicurezza, oltre l’efficienza del servizio.

La situazione in cui versano i vigili del fuoco, insieme a quella del sistema sanitario, sono gli esempi più eclatanti della bancarotta della politica neo-liberista in Gran Bretagna per le sue conseguenze sui lavoratori, così come sui cittadini.

Il 1 febbraio di quest’anno verrà ricordato come un giorno epocale per il movimento operaio britannico.

Alla lotta centrata prevalente, ma non esclusivamente, la richiesta per un miglioramento dei salari “mangiati” dall’inflazione che è attorno al 10%, si affianca per alcune categorie l’opposizione all’inasprimento delle leggi che limitano i già scarsi margini per l’azione sindacale legale volute dal governo conservatore di Rishi Sunak.

Va ricordato che i salari reali nel 2022 hanno perso il 3% del loro valore, cioè la peggior perdita di potere d’acquisto dal 1997.

Il Minimum Service Levels Bill, già passato alla Camera dei Comuni, introdurrà la garanzia di un servizio minimo, di fatto precettando i lavoratori della sanità, delle ferrovie e di altri settori ritenuti essenziali come i pompieri e chi svolge attività di salvataggio, i lavoratori dell’istruzione, chi opera nel nuclear decommissioning, e la polizia di frontiera.

Tutto questo in un contesto normativo delle relazioni industriali in cui lo sciopero è fortemente limitato: non sono possibili scioperi “politici”, per esempio contro leggi di bilancio o riforme del mercato del lavoro, non è consentito lo “sciopero generale”, e non ultimo, non sono permessi scioperi di “solidarietà”.

Di fatto si può scioperare solo per vertenze che riguardano condizioni contrattuali nel proprio luogo di lavoro.

Lo sciopero  non solo deve essere votato a maggioranza con una consultazione – di tre settimane – che avviene tramite posta e deve vedere esprimersi favorevolmente almeno 50% degli iscritti ma, nel caso di alcune categorie del pubblico, deve essere votato da almeno dal 40% del totale dei lavoratori con diritto di voto.

Come riporta la storica testata socialista britannica The Tribune riferendosi all’autorità che sarà chiamata a regolare gli scioperi: «L’autorità sarà rafforzata da sanzioni totalmente sproporzionate per assicurare l’obbedienza ai desiderata dello Stato.» Darà al datore di lavoro la possibilità unilaterale di decidere il personale precettato, che in caso di mancato adempimento alla precettazione arbitraria  potrà essere licenziato. 

Lavoratori delle ferrovie, infermieri, personale delle ambulanze, insegnanti, e personale del pubblico impiego (civil servants) sono tra coloro che sciopereranno – o continueranno a scioperare – nel mese di febbraio ed oltre.

Decine di migliaia di infermieri ed infermiere del settore sanitario hanno scioperato per la prima volta nella storia della loro organizzazione il 15 dicembre in Inghilterra, Galles e Nord Irlanda, nel primo di due giorni di scioperi che erano previsti per il 15 appunto ed il 20 dicembre.

Migliaia di infermieri ed infermiere in Inghilterra e nel Galles appartenenti alla Royal College of Nursing (RCN) sciopereranno nuovamente il 6 e 7 febbraio.

L’iniziativa del 6 febbraio coinciderà con lo sciopero dei lavoratori delle ambulanze di 5 trust territoriali affiliati a Unite the union, e alla GMB.

Sarà il primo giorno che infermieri e personale delle ambulanze sciopereranno assieme.

Il personale delle ambulanze, aveva iniziato a scioperare il 21 dicembre in Inghilterra e nel Galles.

Le page da fame e la cronica mancanza di organico stanno mandando al collasso il Sistema Sanitario nazionale britannico (NHS), con tempi di attesa biblici per i pazienti e turni massacranti per il personale che vi opera.

Altri giorni di sciopero di questi due sindacati dei lavoratori delle ambulanze sono previsti in differenti “regioni” del territorio britannico il 16, 17, 20, 22, 23 e 24 febbraio, oltre al 6 ed al 20 marzo.

Sharon Graham di Unite The Union ha caldamente invitato il premier britannico Rishi Sunak “a sedersi al tavolo delle trattative e risolvere l’attuale vertenza nella NHS. La rinuncia al suo ruolo sta causando un danno reale”.

Il leader dei conservatori che il 30 gennaio ha annunciato investimenti ulteriori per 1 miliardo di Sterline alla sanità per incrementare il numero dei posti letto e delle ambulanze, non fa affrontato alcune delle tematiche principali: le paghe basse, la mancanza di organico e l’esodo dei lavoratori più qualificati dal Servizio Sanitario Nazionale.

Gli insegnanti del più grande sindacato del personale docente – National Education Union – hanno votato in gennaio per lo sciopero , astenendosi dal lavoro sia a Febbraio che a Marzo, almeno che non raggiungano un accordo all’ultimo momento con il governo.

Lo sciopero significa che migliaia di scuole potrebbero chiudere, o essere parzialmente chiuse.

Ci saranno scioperi sia nazionali che regionali, incluso uno sciopero nazionale in Inghilterra e nel Galles il 1 Febbraio, uno sciopero nazionale in Galles il 14 febbraio, e scioperi regionali il 28 febbraio, il 1 ed il 2 marzo.

Il sindacato è intenzionato a lanciare altri scioperi il 15 ed il 16 marzo se non fosse raggiunto un accordo sulle retribuzioni.

Nel mentre l’Education Institute of Scotland continuerà a scioperare in febbraio su una vertenza separata riguardante le retribuzioni, come parte di un movimento di 16 giorni consecutivi di mobilitazione.

Gli scioperi si svolgeranno in differenti aree l’1, il 2 ed il 3 febbraio. Più di 70 mila lavoratori e lavoratrici delle 150 università britanniche sciopereranno per 18 giorni tra febbraio e marzo: la University College Union ha confermato l’astensione per ben 11 giorni “a scalare”, iniziando proprio dal 1 febbraio.

Nelle ferrovie i lavoratori aderenti alla Aslef e quelli della RMT – che è affiliata alla FSM/WFTU – saranno in sciopero l’1 ed il 3 febbraio, all’interno di una lunga vertenza che li vede da tempo coinvolti.

Circa 100 mila impiegati pubblici sciopereranno il 1 febbraio, in un inasprimento della vertenza che vede coinvolto la Pubblic and Commrcial Services union ed il governo.

Sarà la più grande mobilitazione dei civil servants da anni, e coinciderà con la protesta della TUC – la Trade Union Congress che  comprende i sindacati delle varie categorie – “protect the right to strike”, cioè “proteggere il diritto allo sciopero”.

Completa il quadro lo sciopero dei lavoratori dei bus londinesi della Bakerloo line aderenti all’Aslef che sciopereranno il 4 e l’11 febbraio, per questioni riguardanti la sicurezza, e le mobilitazione all’Abelio per il 1 ed il 3 di febbraio.

I conservatori hanno subito un drastico calo di consensi per gli scandali di Boris Johnson e la manifesta incompetenza della sua “effimera” erede “Liz” Trus, mentre la dirigenza laburista – chiusa la parentesi di Jeremy Corbin – è in mano all’ala centrista con il Segretario Keri Starmer che per “non spaventare” la parte più moderata dell’opinione pubblica ha impedito ai propri deputati di farsi vedere ai picchetti di sciopero che in questi mesi si sono moltiplicati.

Un evidente paradosso se si pensa che il Partito Laburista è storicamente strettamente legato al movimento sindacale di cui ne è per certi versi, ancora oggi, la filiazione.

La “sinistra laburista” – la Socialist Campaign Group (SCG) e d il gruppo di base Momentum – sostiene gli scioperi, così come il Partito Comunista della Gran Bretagna. In questi mesi sono nate interessanti piattaforme rivendicative che hanno posto il problema degli esorbitanti aumenti del costo della vita, e forme di “sindacalismo comunitario” in una situazione di stagflazione economica che non sembra avere una via di uscita, ed in cui milioni di britannici si sono trovati di fronte alla scelta tra “heat or eat”, cioè tra scaldarsi o mangiare, rivolgendosi alle banche alimentari o a quelli del calore.

L’azione collettiva organizzata di stampo sindacale torna ad essere l’unica opzione praticabile di fronte al peggioramento delle proprie condizioni di vita, dopo una non certo brillante gestione della Brexit e dell’emergenza sanitaria da parte conservatrice, nonostante la chiara mancanza di una sponda politica adeguata al movimento degli scioperi in atto ed a venire.

Si è aperta una breccia importante sul “fronte interno” per uno dei paesi più bellicisti dell’Alleanza Atlantica e che non ha per niente perso – all’interno delle proprie classi dominanti – le proprie aspirazioni neo-imperiali seppur dentro la cornice della Global Britain, che si sono dimostrate più avventuriste del proprio principale alleato nord-americano.

Per questo siamo al fianco dei proletari britannici.

Scriveva F.Engels circa 180 fa a proposito della condizione della classe operaia inglese: «Gli operai quindi si devono sforzare di frasi da questa condizione che abbruttisce ed a crearsene una migliore e più umana, e ciò essi non possono fare senza lottare contro l’interesse della borghesia, in quanto esso consiste appunto nello sfruttamento degli operai. Ma la borghesia difende il suo interesse con tutte le forze che essa è in caso di adoperare per la proprietà e per la forza dello Stato che è in suo potere».

You’ll never walk alone!

 

Rete Dei Comunisti

Cambiare Rotta – organizzazione giovanile comunista

Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA)

 

 

 

 

 

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1 Commento


  • Maurizio

    United we will win

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