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In merito agli avvenimenti in Egitto e Tunisia



Questi sviluppi evidenziano sempre più la correttezza dell’analisi condivisa dal nostro partito con molte delle forze dell’Africa Left Networking Forum: “la crisi che sta investendo l’Africa, inclusi la Tunisa e l’Egitto, deriva dalla crescente marginalizzazione ed impoverimento all’interno del sistema imperialista globale, il fallimento di tanti decenni di svariate politiche elitarie neocoloniali da un lato, e dall’altro la degenerazione e in molti casi il crollo di rivoluzioni nazionali democratiche più radicali guidate da ex movimenti di liberazione”.

Abbiamo osservato che “al cuore della rivitalizzazione della rivoluzione africana (in parte già in corso in Tunisia ed Egitto) sta il compito di creare le condizioni (ovvero spazi e capacità organizzative, sociali, economiche e democratiche) per gli attori nazional-democratici chiave – ovvero la classe lavoratrice, i contadini, le masse di marginalizzati sia urbani che rurali (di cui molti sono giovani), assieme alle classi medie patriottiche dell’apparato statale e della società civile – per farli diventare la forza motrice principale della ri-radicalizzazione, non solo a livello teorico ma pure nella pratica. E’ dunque imperante in questa analisi di classe in corso, sulla quale il SACP dibatterà in modo più approfondito nel suo imminente Politburo e negli incontri del Comitato Centrale, supportare pienamente le aspirazioni popolari tunisine ed egiziane per la presa del potere, mobilizzando le fasce progressiste, gli studenti, i giovani, le donne, assieme ai lavoratori e contro gli stati dittatoriali e reazionari, per supportare il loro completo rovesciamento rivoluzionario ed i processi di trasformazione verso ampi cambiamenti sociali, politici ed economici. Mentre molta analisi riguardo questi sviluppi è riduzionista, non situata a lungo raggio, ed incapace di cogliere il carattere di classe tunisino ed egiziano, è importante apprezzare questi sviluppi come modellati in modo univoco da fattori storici oggettivi all’interno di molti anni di crisi generalizzata dello sviluppo. Le origini della crisi egiziana – ad esempio l’assenza di democrazia popolare e di partecipazione – risalgono a decenni or sono, quando presero piede politiche pubbliche destroidi nei settori sociale, politico ed economico, all’interno delle quali lo stato abbandonò completamente molte delle sue funzioni politiche ed economiche sovrane, al servizio di forze ideologiche borghesi appoggiate dall’imperialismo. Il nostro partito saluta positivamente anche le massiccie ripercussioni sofferte al seguito di quesi avvenimenti dal carattere neoliberale dei media allineati opportunisticamente al capitale. Questi media devono venir sconfitti dal ritmo crescente dei media alternativi, che hanno finora fornito resoconti molto più equilibrati, ovvero che quello che i popoli egiziano e tunisino chiedono costituisce non una stablilizzazione neoliberale, ma una completa rottura con le dittature, e che i popoli insistono per un completo rovesciamento della classe dominante capitalista e del suo apparato. Il SACP nota inoltre che le rivoluzioni non sono immuni ai rovesciamenti ed alle ambizioni controrivoluzionarie, potendo venir sovvertite e trasformate in mobilitazioni settoriali per fini reazionari. E’ dunque importante che i compiti rivoluzionari delle attuali mobilitazioni politiche, economiche e sociali vadano ben al di là di meri ritocchi superficiali assumendo il carattere di classe. Punto centrale in queste rivoluzioni è lo smantellamento dell’apparato repressivo degli stati tunisino ed egiziano e la fondazione di una piattaforma strategica unitaria per rispondere alle aspirazioni popolari, trasformando il potere politico, soddisfando i bisogni fondamentali, garantendo un lavoro, un’alimentazione ed una dimora dignitosi, difendendo le lotte dei lavoratori e delle donne, e garantendo ai giovani il diritto all’educazione e a posti di lavoro decenti. Il nostro partito si unirà alle manifestazioni di solidarietà e continuerà il dibattito in merito al carattere di queste rivoluzioni. Traduzione a cura di Contropiano-Bologna

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