L’epilogo della vergognosa aggressione, da parte dell’imperialismo occidentale, questa volta capitanato dagli ex-colonialisti franco-britannici, alla Libia, dovrebbe indurre a una riflessione approfondita, che vada un po’ oltre la pur legittima posizione della condanna della guerra imperialista.
Vorrei suggerire alcune tracce.
Il regime di Gheddafi era stato coccolato fino a pochi mesi prima da tutti i paesi europei, per il ruolo, sicuramente infame, di contenimento delle ondate di immigrazione dall’Africa, oltre al solito ‘appeal’ petrolifero.
I motivi che hanno spinto gli imperialisti occidentali a intervenire per la sua rimozione sono molteplici . Ne suggerisco alcuni, senza pretendere di esaurire l’analisi :
* Il progetto di Gheddafi, forse velleitario, ma sicuramente inquietante per i parassiti della finanza occidentale, di una moneta unica africana.
* La presenza crescente di investimenti e forza-lavoro specializzata cinese.
* La ‘fame’ di energia , derivante dalla crisi mondiale e dalla crisi del nucleare (non a caso la Francia, completamente nuclearizzata, è stata protagonista)
Nella crisi del capitalismo l’Africa diventa uno dei territori da contendere in modo spietato bloccando innanzitutto l’attivismo, ormai decennale, dei paesi in crescita, Cina innanzitutto, e le spinte indipendentiste del continente, con la crescita del ruolo del Sud-Africa, che non a caso era un partner privilegiato della Libia .
Queste, secondo me, le ‘vere colpe’ di Gheddafi.
Per questo andava urgentemente rimosso, utilizzando una rivolta accuratamente preparata da servizi e reparti speciali soprattutto franco-britannici.
L’armata genocida dei diritti umani ha indicato nella salvaguardia dei civili il motivo di intervento.
Basta avere qualche neurone ancora in funzione e qualche sinapsi ancora attiva per capire che migliaia di bombardamenti a base di uranio più o meno impoverito non possono salvaguardare alcunché.
Torniamo a ‘noi’.
Questa guerra, infame come poche altre, ha, relativamente alla partecipazione italiana, un segno molto preciso : è stata voluta da Napolitano, è stata sostenuta dalla sinistra e questo spiega, ma solo in parte, la debolissima risposta a livello di mobilitazione.
Diciamo con chiarezza, dunque, e senza paure tattiche che, per quanto riguarda l’Italia, questa è stata una aggressione ‘di sinistra’.
Gli imbarazzati balbettii di Berlusconi e della sua corte dei miracoli sono stati superati da un intervento deciso del presidente Napolitano (per inciso : ma non è anticostituzionale questo interventismo presidenziale?) e dalle pressioni dei poteri sovranazionali, che ormai in modo evidente ricattano e bacchettano il governo di centro-destra, godendo tra l’altro di alcune quinte colonne nel governo in ruoli decisivi : i due cip e ciop Frattini-La Russa sono stati i primi a seguire con foga le indicazioni del ‘comunista’ Napolitano.
Abbiamo letto le vergognose posizioni della Rossanda, vergognose, ma sicuramente con una logica che ha una lunga storia (‘veniamo da lontano’): la logica della superiorità morale della ‘democrazia’ occidentale.
Abbiamo letto le traballanti posizioni di chi ha confuso i tagliagole (e razzisti) di Bengasi con una sorta di nuova comune proletaria.
Non si tratta di novità : lo squartamento della Federazione Jugoslava , fu opera di un ‘centrosinistra mondiale’ (Clinton-Jospin-D’Alema-Blair) e ricordiamo tutti, credo, i vari ‘internazionalisti’ che inneggiavano ai banditi dell’UCK.
La storia si è ripetuta e si ripeterà ancora se ,da parte degli antimperialisti, non si intraprende un percorso di approfondimento della fase, senza riguardi per nessuno.
Non è possibile condividere percorsi di nessun tipo con chi, in buona o cattiva fede, si rende complice delle aggressioni imperialiste.
Il futuro immediato sarà , purtroppo, gravido di tensioni : chi voglia ribadire la necessità della lotta antimperialista ha la necessità , ora, di approfondire alcune questioni di fondo, in primo luogo la questione della ‘democrazia’, questo “lusso imperialista” (Trotsky che si rivolta nella tomba leggendo i suoi epigoni), feticcio sempre più vuoto di contenuto, ma sempre più sbandierato.
E’ già stata e sempre più sarà la ‘democrazia’ la bandiera delle aggressioni imperialiste.
La superiorità morale dell’occidente “democratico” sarebbe assicurata, secondo i tanti apologeti dell’american way of life dai rituali periodici chiamati ‘elezioni’, dal mercato dei voti, dalla prepotenza del danaro e dei possessori dei media, veri ‘costruttori’ di coscienza e senso comune collettivo.
I processi decisionali che contano sono nelle mani di organismi sovranazionali che travalicano non solo le istituzioni rappresentative, ma anche i governicchi nazionali.
Quando il popolo dei rappresentati si muove e mette in discussione i progetti autoritari dei poteri finanziari sovranazionali , la risposta è sempre, certo con modulazioni diverse, ma sempre drammaticamente la stessa : violenza violenza e ancora violenza.
L’unica cosa che gli stati nazionali sanno fare, ormai, è ribadire in modo sempre più ottuso il proprio monopolio della violenza.
Altro che ‘potere del popolo’ !
Post Scriptum:
Che Dio (o Allah o Jehovah) benedica il “castro-bolivarismo” !
Francesco Casuccio – Caserta
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