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I cassieri di Dio

Pecunia non olet è la frase che l’imperatore romano Vespasiano rivolge al figlio Tito, il quale lo rimproverava per una tassa da lui imposta sugli orinatoi, mentre gli mostrava il denaro ricavatone. La frase è divenuta proverbiale per significare che non bisogna andare troppo per il sottile circa la provenienza del denaro. (http://www.treccani.it/vocabolario/non-olet/)
Ma ci sono casi in cui altroché se pecunia non olet, ci sono casi in cui l’odore è talmente forte che si sente fino “all’aldilà”!
Più che un “vaso di Pandora” (dove scoperchiandolo ne, sarebbero usciti tutti i mali), questo paese sta sempre più somigliando ad un vero e proprio “verminaio”! Scoperto il quale non ne escono soltanto i mali ma, piuttosto un maleodorante odore!!
L’ultima vicenda emersa dal vaso/verminaio è rappresentata dall’inchiesta che, partendo dalla bancarotta dell’ospedale San Raffaele di Milano (quello creato da Don Verzè leader incontrastato -fino alla sua morte- di Comunione e Liberazione e del suo braccio operativo rappresentato dalla Compagnia delle Opere), sta vedendo via via interessati, incriminati o tratti nelle patrie galere, esponenti di primo piano sia di CL che dell’attuale scena politica milanese, rappresentata dal suo maggiore esponente ossia, il presidente della Regione Lombardia: Roberto Formigoni.
Nei suoi ultimi movimenti la Procura milanese avrebbe terminato una prima tranche dell’inchiesta sul dissesto finanziario dell’ospedale San Raffaele. Sette persone hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini per reati di: associazione per delinquere; frode fiscale; appropriazione indebita e distrazione di beni.
Gli indagati sono Pierangelo Daccò, Mario Valsecchi, gli imprenditori Pierino e Gianluca Zammarchi, il loro socio Andrea Bezzicheri, il fornitore del San Raffaele, Fernando Lora, e Carlo Freschi. L’accusa contestata a tutti gli indagati è di associazione per delinquere.
Daccò, i due Zammarchi (padre e figlio) e Lora (fornitore del San Raffaele) rispondono anche del reato di concorso in bancarotta.
Le contestazioni sono dovute a una distrazione di 42,6 milioni di euro, relativamente pochi rispetto al miliardo e mezzo di debiti che la Fondazione San Raffaele si è trovata come passivo, anche perché questo “traffico” sul patrimonio è iniziato dagli anni 80.
Inoltre pare che l’ospedale possedesse anche una rete di società offshore, delle quali si sa ancora poco o nulla. Nel San Raffaele esisteva “una collaudata organizzazione interna e una precisa ripartizione di funzioni coordinati dall’alto da Andrea Cal, braccio destro di Don Verzè suicidatosi a luglio dello scorso anno, che poneva in essere plurime operazioni finalizzate ad assicurarsi cospicui profitti illeciti: attraverso una sistematica sovrafatturazione degli importi dovuti dalla Fondazione San Raffaele dai fornitori della Fondazione a Cal in contanti ovvero con bonifici bancari a società estere nella disponibilità di Daccò”. (http://lombardia.indymedia.org/node/44886).
Mario Cal, era una specie di “factotum” e nell’avviso di chiusura delle indagini, si legge che: conduceva le danze per realizzare “il drenaggio del patrimonio della Fondazione – attraverso la costituzione in paesi esteri (Svizzera, Madeira, Lussemburgo, Austria, Usa, Olanda e Gran Bretagna) di società di comodo, trasferendo il denaro su plurimi conti correnti, utilizzando i predetti fondi per soddisfare esigenze economiche personali e pagamenti in nero”.

I veri poteri forti
La struttura che accomuna tutti questi personaggi è Comunione e Liberazione, dalla quale nasce la Compagnia delle Opere, che pare essere una dei principali protagonisti della vicenda.
In tutta questa situazione, essa è presente anche con una vera e propria forma di teologia tribale, con impronta squisitamente giussaniana (riferita al fondatore don Giussani. ndr), dove il senso delle cose, la morale, la cosa pubblica non sono temi da affrontare con imparzialità e confronto dialettico con l’Altro, giacché si presume di possedere, perché prescelti dal destino, il significato ultimo di tutto e tutti in maniera integrale e indiscutibile. La presenza “mistico-religiosa” vive nella storia attraverso la compagnia di appartenenza.
Lo stesso presidente della Regione Lombardia, risulta essere fortemente invischiato nei vari traffici messi in atto da personaggi a lui molto vicini, così vicini da essere collocati, con importanti funzioni, in assessorati di rilievo come quello “strategico” della Sanità!
In tutta questa vicenda sta emergendo una figura, che si potrebbe definire nuova e post-moderna: i Memores Domini, una specie di novelli Templari che al posto della custodia dei luoghi sacri (questa era la loro missione, secondo quanto narra la storia), custodiscono piuttosto il nuovo simbolo sacro, questo sì postmoderno: il danaro!
In questa testimonianza, è approssimativamente spiegato il “mistero”: un’ex memores come Bruno Vergani (http://blog.brunovergani.it/), che come ex appartenente a tale “setta”, ha confessato il suo ruolo e il perché abbandonava la suddetta struttura:
(http://politicaesocieta.blogosfere.it/2009/10/comunione-e-liberazione-parla-un-ex-memores-domini-bruno-vergani-la-testimonianza-di-un-ex-monaco.html)
Ma a questo punto ci chiediamo: ma questi “nuovi Templari, chi sono???”
Non è facile incontrarli anche perché celano la loro identità, ma un veloce giro nella rete ci svela l’arcano!

Chi sono i Memores Domini??

Associazione Laicale Memores Domini
CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 14 maggio 2006 .- Riportiamo la descrizione dell’Associazione Laicale Memores Domini contenuta nel “Repertorio” delle “Associazioni Internazionali di Fedeli”, pubblicato dal Pontificio Consiglio per i Laici.
DENOMINAZIONE UFFICIALE: ASSOCIAZIONE LAICALE MEMORES DOMINI
DENOMINAZIONE CORRENTE: Memores Domini o Gruppo Adulto.
FONDAZIONE: 1964
STORIA: I Memores Domini si costituiscono a Milano, sotto la guida di don Luigi Giussani, per iniziativa di alcuni laici provenienti dall’esperienza di Gioventù Studentesca. (…)

http://www.zenit.org/article-8277?l=italian
Nonostante questa “bolla” papale, hanno la pretesa di definirsi associazione laicale.

Secondo lo statuto, l’associazione Memores Domini riunisce persone della Fraternità di Comunione e Liberazione, che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio vivendo nel mondo e praticando i consigli evangelici assunti con impegno personale e privato, emesso sotto forma di proposito. Due sono i fattori individuabili nel loro progetto spirituale: la contemplazione, intesa come memoria “tendenzialmente continua di Cristo “; la missione, cioè la passione di portare l’annuncio cristiano nella vita degli uomini, incontrandoli soprattutto nei luoghi del lavoro, che costituisce l’ambito normale della testimonianza.
I “Memores” di Formigoni: una vita di conti correnti e società offshore
Il gruppo laico di Comunione e Liberazione di cui fa parte il governatore della Lombardia, vive in comunità e condivide anche i soldi, fa voto di povertà, oltre che di castità e di obbedienza ai superiori
Roberto Formigoni, che ha fatto voto di povertà, di castità e di obbedienza ai superiori, è entrato così a far parte dei Memores Domini, considerato il “gruppo adulto” di CL, cioè l’élite i cui membri “seguono una vocazione di dedizione totale a Dio vivendo nel mondo”. S’impegnano alla “contemplazione, intesa come memoria tendenzialmente continua di Cristo”, e alla “missione, cioè alla passione a portare l’annuncio cristiano nella vita di tutti gli uomini”. E’ in questa autoreferenzialità, dunque, che risiederebbe l’equivoco, (…) All’interno di questa visione tribale tutti quelli che non sono ciellini o che non sono convertibili in ciellini sono avversari, dunque nemici. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/28/formigoni-lentrata-memores-domini-sempre-stato-molto-vicino/194308/)
I Memores Domini praticano vita comune e si costituiscono in case maschili e femminili, dove si vive una regola di silenzio, di preghiera personale e comunitaria, di povertà, di obbedienza e di carità fraterna. Scopo di queste dimore è l’edificazione vicendevole nella memoria in vista della missione. I membri professi partecipano insieme, quattro volte l’anno, a ritiri spirituali e, una volta l’anno, a un corso di esercizi spirituali. Gli aspiranti entrano a far parte di una casa dopo il primo anno di prova e, durante tutto il periodo del noviziato che dura almeno cinque anni, partecipano a momenti mensili d’istruzione e a ritiri spirituali appositamente dettati.

La casa è il fattore fondamentale della struttura dell’Associazione. In casi eccezionali, il singolo membro può continuare a vivere nella propria famiglia di origine partecipando alla vita della casa come suo riferimento.(…)
Il più noto dei Memores è Formigoni, che ha rinunciato alla famiglia e vive in comunità, con gli orari scanditi dalla preghiera, dalle Lodi mattutine alla Compieta serale. Con altri tre Memores abita in una bella casa in via Villani, a Milano il cui proprietario è il noto costruttore-finanziere Salvatore Ligresti.
Il voto di povertà lo obbliga a non avere la proprietà personale di denaro o beni, tutto è in comune.
La cassa comune può assumere la forma, un po’ naif, di una scatola zeppa di banconote, una “cassetta di legno”. Da quella scatola, Alberto Villa (uno dei Memores che hanno diviso con Formigoni la villetta di via Villani), sostiene di aver prelevato, nel 2002, 10 mila euro in contanti: la sua quota per comprare Obelix, la barca di cui risultano proprietari Formigoni, il suo collaboratore Marco Mazarino De Petro e un gruppo di appartenenti ai Memores.
Quando il pm gli fa notare che lui non risulta tra i proprietari della barca, Villa cade dalla nuvole: “Lo apprendo ora” dice candido al magistrato. Un caso unico di non-proprietario, pur pagante, a sua insaputa.
Per queste dichiarazioni al magistrato, Villa nel febbraio 2012 è stato condannato in primo grado a quattro mesi di carcere, per false dichiarazioni al pubblico ministero.
Stessa pena, stesso reato, per un altro dei Memores che vivono con Formigoni: Alberto Perego.
Di professione commercialista, Perego è colui che gestisce la “cassa comune” del gruppo. Non una scatola di legno sotto il letto, bensì una sofisticata rete di società offshore. L’ultima rogatoria effettuata, da chi sta svolgendo le indagini, in Svizzera ha accertato che proprio Perego era il titolare di un conto presso la Bsi di Chiasso denominato “Paiolo”. Ed era sua anche la società Candonly, uno strumento finanziario dalla storia complicata. Nasce a Dublino, poi viene trasferita a Londra, infine in Olanda. 
Nel tempo mantiene conti alla Lgt Bank di Vaduz, alla Bsi di Zurigo, alla Beirut Ryad Bank, alla Barclays Bank di Londra, all’Ing Bank di Amsterdam.
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/04/cos-gli-amici-di-formigoni-mentirono-sui-conti/188988/
Lo sviluppo di questa inchiesta, pian pianino, ci porta a un altro personaggio importante: Si tratta del ciellino Antonio Simone, arrestato all’interno dello scandalo della Sanità lombarda. I reati ipotizzati sono riciclaggio e associazione per delinquere nella creazione di fondi neri. Esponente centrale del Cerchio Magico di Formigoni (con Pierangelo Daccò) ed ex assessore regionale lombardo alla Sanità, figura vicina a Comunione e Liberazione
Carla Vites, moglie di Simone, anche lei ciellina militante, mercoledì scorso, giorno del compleanno del marito, ha scritto una lettera al Corriere della Sera:“Vi racconto l’amicizia tra Simone, Daccò e il governatore Formigoni”

(http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_aprile_19/20120419NAZ15_17-2004137466249.shtml

Nella lettera, Carla Vites, accusa il governatore Formigoni di aver tradito gli amici più cari e il pensiero del fondatore di Comunione e Liberazione don Giussani

(vedi i link http://www.cronachelaiche.it/2012/04/la-sanita-lombarda-e-lidentita-ciellina )

Dalle rivelazioni della Vites vengono poi fuori cene da 1.500 euro l’una con vista sul Mar Caraibico. Un aereo privato preso in affitto per andare a zonzo tra gli atolli. Yacht e motoscafi per altre gite. Oltre al resort da sogno e ai viaggi, e le vacanze del governatore alle Antille. Tutte offerte dall’imprenditore Daccò che faceva affari con il Pirellone.
Sempre in tema di moralità cristiana, si viene a sapere che Formigoni alloggiava in: villa: l’Altamer Resort, una location dei divi, con cinque stanze, sette bagni, piscina e spiaggia privata. Il 12 gennaio 2009 Daccò versa con la sua American Express 14.420 euro. In tutto per Daccò il conto finale del soggiorno va dai 60 mila euro in su.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/formigoni-tutti-i-regali-di-dacco/2179029

Una vera e propria “Lobby”

I Memores Domini sono circa 1.600. Gli aspiranti 400. L’Associazione è presente in 32 Paesi così distribuiti: Africa (4), Asia (3), Europa (13), Medio Oriente (1) Nord America (4), Sudamerica.
E, come volevasi dimostrare: il loro collegamento internazionale, che viaggia attraverso il sito Internet, è: www.comunioneliberazione.org Allora, di cosa stiamo parlando!!??
 In una recente pubblicazione, Ferruccio Pinotti sostiene che Comunione e Liberazione sia addirittura “più potente dell’Opus Dei, più efficiente della massoneria, più ‘connessa di Confindustria: è un network di potere che sta conquistando crescenti posizioni in Italia e nei paesi stranieri. E’ Comunione e Liberazione, la lobby del terzo millennio, un network di potere che sta conquistando crescenti posizioni in Italia e all’estero” (http://www.ferrucciopinotti.it/wordpress/?p=366).
Cl, può contare su una rete di 36.600 aziende per un giro d’affari complessivo di 70 miliardi; e gioire del fatto che alla guida dell’arcidiocesi di Milano c’è un suo uomo, il cardinale Angelo Scola. Per Comunione e Liberazione e per il suo braccio economico, la Compagnia delle Opere, è in apparenza un momento d’oro. Il suo metodo, “l’amicizia operativa”, fa presa su persone e aziende in un momento di crisi nel quale ci si sente soli.
Comunione e liberazione, nasce nel 1954 su impulso di don Luigi Giussani, poi si sviluppa cercando di divenire un fatto politico con il Movimento Popolare nel 1975. Una decina di anni dopo, Cl dà origine alla Compagnia delle Opere. Oggi Cl è una realtà potente, con oltre 300.000 aderenti, diffusa in molti Paesi del mondo.

Le mani dei cassieri di Dio sul governo
In Vaticano gira una battuta: “L’obiettivo di Cl? Il prossimo papa e il prossimo premier!”. Ebbene il grande protettore di Cl, il cardinale Scola, patriarca di Venezia, è in pole position per la successione a Ratzinger, seguito dai Memores Domini di Cl. Mentre Tremonti è un uomo molto vicino alle istanze di Cl, che potrebbe rappresentare un premier perfetto nella successione a Berlusconi.
I legami tra questa vicenda e il suo principale interprete (CL), si può trovare seguendo questo link: (http://trasporti.oknotizie.virgilio.it/go.php?us=69b18ad0b65211af) nel quale si mettono in maggiore evidenza quali e quanti collegamenti, reali e non “virtuali”, questa organizzazione ha con l’attuale governo Monti nel quale sono presenti ben alcuni esponenti della suddetta organizzazione “cattolica”.
Comunione e Liberazione può vantare nel governo Monti due ministri “vicini” alla sua causa, il ministro dello Sviluppo Corrado Passera e quello della Cultura Lorenzo Ornaghi, (che come rettore della Cattolica ha intessuto ottimi rapporti con gli uomini oggi guidati da Julian Carron (uno studioso di aramaico antico e greco biblico; alla guida dal 2005, dopo la scomparsa del fondatore Luigi Giussani, del movimento di Comunione e Liberazione (CL), Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione e Consigliere ecclesiastico dell’Associazione Memores Domini. Ndr.)
Nell’attuale Parlamento, l’intergruppo parlamentare sulla sussidiarietà: fondato dal ciellino Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, che riunisce per il Pdl Luigi Casero, Angelino Alfano, Gianfranco Blasi; per l’Udc la senatrice Maria Grazia Sestini e Luca Volonté del’Udc; per il Pd Pierluigi Bersani, Enrico Letta ed Ermete Realacci; è espressione di Cl.
I rapporti storici con Berlusconi sono solidissimi: Silvio è stato finanziatore del periodico “Il Sabato” ed ha fruito in più occasioni di pubblici endorsement elettorali da parte della CdO e Cl. Hanno un ottimo rapporto con Cl gli ex ministri Sacconi e Tremonti., anche loro ospiti fissi al Meeting estivo di Rimini organizzato tutti gli anni da Comunione e Liberazione, un evento in cui tantissimi membri dell’establishment farebbero carte false per essere nel parterre degli invitati.

Comunione e Liberazione ha successo tra i giovani perché, in un mondo dove le proposte e le alternative sono pochissime, essa rappresenta un’offerta esistenziale allettante, in quanto disegna per loro un percorso di sviluppo integrato: amicizie, famiglia, carriera, lavoro, fede. Tutto si fonde in Cl, in un mix che, per molti, risulta attraente. Ma che ha anche i suoi prezzi, il suo lato oscuro, e proprio a questo abbiamo voluto dedicare la nostra inchiesta.

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