Certo, cè stato il concertone che ha occupato la giornata radiotelevisiva. Bello come spettacolo e a volte anche intelligente, ma che non può rimpiazzare quel Primo Maggio di lotta che oggi è necessario. E questo ha cominciato a farsi sentire. Nelle manifestazioni, ove tanti lavoratori anziani venivano a parlarti per esprimere tutta la loro indignazione di fronte alla cancellazione progressiva e veloce di tutto ciò che avevano conquistato. La rabbia di chi, con gli scioperi e i sacrifici, ha conquistato lo Statuto dei lavoratori e oggi se lo vede sacrificare sull’altare dello spread, è oggi qualcosa di nuovo. Anche perché finora i lavoratori anziani, i pensionati, erano stati il punto di sostegno delle politiche concertative di Cgil, Cisl, Uil.
Oggi, non solo dai giovani ma anche dagli anziani, viene una rabbia crescente contro questo governo e chi lo sostiene. Chi lo sostiene ha per la prima volta incontrato la contestazione popolare. E successo a Portella della Ginestra per Bersani e ancor di più a Torino per Fassino. In quella città c’è stato il massimo di visibilità di due primi maggio opposti. Da un lato quello istituzionale inutile, colpevolmente voluto da Cgil, Cisl e Uil locali che hanno scelto di farsi rappresentare dal sindaco della città nel giorno della festa dei lavoratori. Questa totale caduta di autonomia dei gruppi dirigenti del sindacato torinese ha però incontrato una reazione popolare. I fischi al sindaco e a ciò che rappresenta non erano di soli trenta giovani dei centri sociali, come si è subito affrettata a dire tutta la stampa di regime. E stata la maggioranza della piazza che ha fischiato. E qui, gravissimo, è stato l’intervento della polizia, scatenato unicamente per impedire i fischi, per intimidire una libera piazza. Bastonate contro i fischi. Anche questo è un segno dell’attacco alla democrazia sotto il governo Monti.
Sì, è stato un Primo Maggio ancora incerto e confuso, ma dal quale emergono segnali positivi di volontà di lottare che abbiamo incontrato in tante piazze. E un Primo Maggio che dà il via alla lunga e difficile, ma necessaria, marcia della ribellione sociale contro questo governo e chi lo sostiene.
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