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Le guerre che ci attendono

Martedì 8 maggio ’12 alle ore 21.15 presso la sala conferenze della stazione Leopolda di Pisa (p.zza Guerrazzi), si svolgerà un incontro sul tema “Mediterraneo mare di guerra. Crisi e militarizzazione in un’Italia portaerei della NATO, di Israele e delle industrie di armi”. L’iniziativa è una tappa della campagna nazionale della Rete dei Comunisti, tesa a rimettere al centro del dibattito politico il nesso inscindibile tra crisi sistemica del capitalismo e guerra. Per gli interessati il documento della Commissione Internazionale è reperibile su http://www.retedeicomunisti.org/it/documenti/item/4095-sviluppi-della-crisi-e-del-conflitto-di-classe-in-europa-e-medio-oriente .

All’incontro-dibattito parteciperanno: Manlio Dinucci , giornalista – Gruppo di lavoro del coordinamento No Hub con una relazione dal titolo “Dalla Jugoslavia alla Libia: il nuovo modo di fare la guerra”, Angelo Baracca – Docente di Fisica c/o Università di Firenze con una relazione dal titolo “Dall’Iran o da Israele la minaccia atomica sul Mediterraneo e il Medio Oriente?”, Oreste Strano – Assemblea No F35 Novara/Cameri con una relazione dal titolo “L’Italia punta di diamante nella guerra per il controllo del Mediterraneo”, Roberto Battiglia – Commissione Internazionale della Rete dei Comunisti. Introdurrà il dibattito Valter Lorenzi, della Rete dei Comunisti – Pisa

I grandi processi di ristrutturazione economica/finanziaria in atto, imposti dall’incedere della crisi, sottomettono ogni giorno di più popoli d’interi continenti a politiche economiche e militari durissime, riportando la lancetta della storia indietro di decenni. Una vera e propria “lotta di classe dall’alto”, condotta dai gruppi dirigenti dei poli imperialisti emersi dopo l’89, in primis il NAFTA e la UE. Per i popoli dei paesi a capitalismo avanzato ciò significa la cancellazione del patto sociale keynesiano consolidatosi al termine della seconda guerra mondiale.

Nelle periferie si usa invece l’intervento militare diretto, per disgregare e rapinare interi Stati, come avvenuto in Somalia, Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia. Le dinamiche in evoluzione nel Maghreb e in Africa evidenziano i nuovi fronti di un conflitto che rischia, in breve tempo, di propagarsi dalla Siria al Libano e all’Iran.

Attraverso la violenza delle armi si rideterminano le condizioni materiali di sterminate masse popolari, ridotte a mano d’opera a bassissimo costo, alla mercé delle aziende occidentali, impegnate da anni in un colossale spostamento di produzioni, alla ricerca del massimo profitto.

La caratteristica dominante di queste politiche è sempre più la guerra.

Guerra economica interna ai paesi sviluppati, che miete milioni di vittime tra lavoratori e classe media proletarizzata, attraverso un impoverimento progressivo e il fenomeno dilagante dei suicidi.

Guerre guerreggiate contro Stati sovrani e intere popolazioni della periferia, indisponibili a subire i diktat dei poteri forti della finanza internazionale.

Con l’iniziativa dell’8 maggio a Pisa intendiamo evidenziare alcuni elementi che rendono concrete e “profittevoli” le politiche di guerra sui nostri territori. Parleremo del “business” tecnologico/industriale legato alla produzione di armi; della trasformazione dell’esercito in un élite militare di professionisti della guerra; della progressiva militarizzazione della vita sociale e le proiezioni belliche di un paese imperialista com’è l’Italia di Monti, Bersani, Alfano e Casini; del ruolo di avamposto che svolge il paese per i conflitti in atto e in preparazione in Medio Oriente. 

Questi i temi al centro dell’incontro che la Rete dei Comunisti di Pisa propone a chi non si accontenta di una lettura superficiale delle dinamiche interne alla crisi in atto, né si rassegna alle parate militar/patriottiche promosse dalle amministrazioni locali del PD, al fine di legittimare la trasformazione dei nostri territori – con l’Hub aeroportuale e il potenziamento della base USA di Camp Darby – in un immenso trampolino di lancio per le aggressioni militari, com’è avvenuto lo scorso 27 aprile a Pisa, con l’indegna giornata per la “Libertà e Difesa della Democrazia”, durante la quale migliaia di bambini sono stati coinvolti in una parata gestita dai corpi scelti della Folgore, tristemente noti per le torture in Somalia nel 1994 e i successivi interventi armati in Iraq e Afghanistan.

* Rete dei Comunisti, Pisa

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