In Grecia le mobilitazioni popolari contro il memorandum hanno avuto un effetto diretto nella dimensione politica, identificando principalmente nella sinistra ed in particolar modo nel partito di Syriza uno strumento per rompere il ricatto della Troika. In Grecia dove si registra l’apice della crisi emergono due elementi, il primo è che la scissione democrazia/capitalismo prodotta dalla crisi determina le condizioni per la crescita delle forze anticapitaliste in una dinamica di massa. Il secondo è che queste forze cresciute nelle mobilitazioni di piazza hanno inceppato il meccanismo del rigore rompendo dal punto di vista istituzionale la logica bipolare. Lo fanno senza mediazioni, non dicono rigore e crescita, dicono no al rigore del memorandum! Oltre a questo, anche la Francia vede una ripresa delle forze della sinistra di classe che hanno contribuito a scrivere l’agenda politica del paese, ed in Spagna è forte il movimento contro le politiche lacrime e sangue del governo. In Italia invece questa dinamica sembra essere inceppata, dopo la ben riuscita manifestazione del comitato No Debito nessuna struttura politica ha pensato di riconvocare in uno spazio pubblico l’opposizione al Governo Monti. In questo quadro appare evidente l’inadeguatezza dei maggiori sindacati italiani rispetto alle mobilitazioni che si sono avute nei paesi periferici della zona Euro. Inadeguata però, nell’intero complesso delle sue forme lo è anche la sinistra, e superare questa inadeguatezza è, almeno dal mio punto di vista, una responsabilità comune che riguarda tutti noi. Volenti o nolenti, se non c’è una dinamica che parte dai processi materiali della ristrutturazione in atto, quello che prevale nella forme della protesta sono le dinamiche populiste che tendono a cancellare lo scontro di classe. Un elemento questo che non da troppi fastidi al Governo Monti. Dirò di più, Monti si trova talmente a suo agio che può permettersi in questi giorni di sostituirsi a Sarkozy nel rapporto con la Merkel, e presentarsi a fine giugno in Europa con il Vincolo di Bilancio inserito in costituzione, con il Fiscal Compact ratificato in parlamento, con la riforma delle pensioni e del lavoro approvata, con politiche di rigore e tasse che macinano i ceti popolari.
Monti ha fatto i compiti che l’Europa gli ha chiesto, e li ha fatti bene, talmente bene da consegnarli ancora prima del suono della campanella. L’assenza di un’opposizione politica e sindacale adeguata è la complicità diretta del PD sono elementi di estrema gravità perchè già proiettano il profilo del prossimo Governo. Come Federazione della Sinistra abbiamo deciso di superare in avanti questa difficoltà e di convocare in maniera aperta, una manifestazione a Roma che si terrà il 12 maggio. Scendiamo in piazza per far vedere che esiste un’opposizione contro la riforma del lavoro e contro la ratifica del Fiscal Compact che verranno prossimamente approvate in parlamento. Lo facciamo senza settarismi e dando a tutti i soggetti la possibilità di partecipare. Lo facciamo non semplicemente in una chiave nazionale, ma consci di essere inseriti in una più ampia contestazione continentale alle politiche del rigore liberista che oggi cominciano ad incrinarsi. Anche per questo è importante scendere in piazza sabato, per costruire quel movimento sovra – nazionale che manca in Europa, per far vedere insomma che se il Partenone chiama alla sollevazione, il Colosseo risponde.
* Comitato Politico Nazionale del Prc
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marco
daje
facciamo vedere a tutti che Monti è minoranza nel paese. costruiamo per il 12 una presenza di piazza ampia e plurale di tutta la sinistra di classe