Nel primo Manifesto del soggetto politico nuovo c’è un grande assente : il tema dell’opposizione alla guerra. Per me e per molti pacifisti delusi come me, costituisce la priorità delle priorità per poter decidere di partecipare ancora a qualsivoglia movimento politico. Il tema non è quello generico della pace, che per il presidente della repubblica è raggiungibile con missioni di guerra, ma per l’appunto quello del ripudio della guerra che non ammette l’uso della guerra come mezzo, dato che, secondo la nostra Costituzione, non è possibile risolvere le crisi internazionali usando gli armamenti di guerra, gli eserciti, i bombardamenti, le invasioni di territori e tutto ciò che impone violenza e morte sui corpi e i beni di milioni di persone. Probabilmente vi sembrerà a prima vista scontato il mio appunto, ma in realtà il problema per me non è solo schierarsi genericamente per la pace ma stabilire una concreta politica di disarmo che ritiri tutte le missioni di guerra, avvii l’uscita dalla Nato e la chiusura delle basi militari, tagli drasticamente le spese militari e revochi gli armamenti tecnologici. Si tratta cioè di rendere operante il ripudio della guerra, ma soprattutto si tratta per me di trovare uno spazio di partecipazione politica che dia veramente la Priorità a queste scelte, vincolando ogni rappresentanza politica ad agire in questa precisa direzione. il contrario di quanto fatto dalle sinistre al governo nell’ultimo fallimentare governo Prodi. Un fallimento che ha provocato la disaffezione alla politica di migliaia di compagni/e e pacifisti/e.
Se vogliamo ricominciare non è sufficiente il metodo nuovo della rete e tutti i bei propositi enunciati nel Manifesto: È indispensabile ricostruire la fiducia sull’obiettivo politico chiaro del Ripudio della guerra. Pertanto non basta la politica dei territori e dei beni comuni: infatti la politica estera chi la decide? E le guerre chi le decide e le basi militari chi le offre alla NATO e agli USA? E gli accordi di cooperazione militare? E le missioni all’estero? E gli armamenti tecnologici? E i droni da bombardamento e i cacciabombardieri atomici?
Non sono più disposta a partecipare a un movimento che dimentichi questa vergogna nazionale: che il nostro paese è in guerra contro altri popoli. E non sono disposta a votare nessun rappresentante politico che accetti la base Dal Molin a Vicenza , l’insediamento dei droni a Sigonella e le guerre a catena in Medio oriente (leggi missioni di pace). Credo che molti e molte condividano il mio scetticismo e la mia sfiducia, dunque serve un volo alto, altissimo, per ripudiare la guerra “senza se e senza ma”. Saluti.
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