– Votare PD è votare Monti.
L’intenzione di Bersani di allearsi con il cosiddetto centro moderato era già stata dichiarata, e ufficialmente ratificata nero su bianco fin dalle primarie, insieme all’impegno a restare sulla rotta segnata dall’Agenda Monti. Anche se otterrà la maggioranza al Senato (il che è difficile) il PD si accorderà comunque col centro, in un governo che vedrà il successore di Berlinguer, il delfino di Almirante, e quello di Forlani prendere tutti insieme ordini da Monti.
– Votare SEL è votare Monti.
Vendola è un’appendice del PD. Gli servirà a raccattare qualche voto in più a sinistra, per raggiungere la percentuale necessaria ad allearsi con Monti. Poi sarà espulso.
– Votare PDL e i suoi spin-off (Fratelli D’Italia, La Destra) è votare Monti.
Berlusconi è come sempre a caccia di voti fascisti. Se riuscirà nella sua improbabile rimonta, sarà lui ad aver bisogno di Monti per andare al governo. Entrambi sapranno mettere da parte le incompatibilità, perlopiù inventate dalla loro propaganda, per concentrarsi sugli interessi della comune classe socio-economica di riferimento, come hanno fatto per un anno. Berlusconi dichiarerà ”Monti è una sanguisuga, una grande risorsa per il paese, l’ha portato alla rovina, solo lui può salvarlo. Monti è un comunista, il garante delle riforme liberali, l’abbiamo combattuto con tutti i mezzi, è il nostro alleato naturale”. Nessun berlusconiano obietterà.
In caso di sostanziale pareggio PD – PDL, Monti potrà scegliere il miglior offerente.
– Votare Lega è votare Monti.
La Lega è più che mai un’appendice di Berlusconi, ed è come sempre disposta a tutto pur di stare al governo, anche allearsi con chi ha insultato fino a un’ora prima. Con Berlusconi lo fa da decenni.
– Votare M5S è votare Monti.
Grillo rifiuta programmaticamente ogni alleanza. Quanto più sarà ingombrante e rumorosa la sua pattuglia di Sturmtruppen in Parlamento, tanto più Monti potrà chiedere e ottenere un governo d’unità nazionale contro la minaccia dell’ingovernabilità, dell’antipolitica e della deriva populista.
– Votare Rivoluzione Civile è votare Monti.
Il Senato è irraggiungibile per l’eterogenea lista-scialuppa di Ingroia. Se otterrà il quorum almeno alla Camera, ci manderà al massimo Ingroia, Di Pietro, e un paio di profughi rifondaroli tristemente mescolati a celerini, scilipoidi dipietristi, e avanzi grillieschi, che discorderanno su tutto, non conteranno niente, e serviranno solo al PD per proclamare ”l’inaffidabilità della sinistra” e l’ineludibile necessità dell’alleanza esclusiva con Monti.
– Votare una qualsiasi delle liste minori è votare Monti.
Non raggiungeranno il quorum per entrare in Parlamento. Riusciranno solo a sottrarre qualche manciata di voti ai partiti maggiori, che saranno un po’ più deboli nelle loro trattative con Monti.
– Astenersi è votare Monti.
Le elezioni saranno valide comunque. E se il tasso di astensionismo e schede bianche/nulle sarà particolarmente alto, Monti potrà chiedere e ottenere un altro governo tecnico per il dimostrato fallimento della politica.
Il sobrio professore, il tecnico disinteressato, il servitore dello Stato.
C’era da aspettarselo.
da Carmilla Online
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