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Movimenti e MoviMonti

* controlacrisi.org
 
Sarà poi il prossimo Presidente della Repubblica a capire se sciogliere le camere o cercare di affidare l’incarico ad un’altra figura. In poche parole, il dato che sembra emergere è questo: una volta chiuso il capitolo Bersani non c’è mica bisogno di creare un nuovo Governo tecnico, quello che è in carica adesso va benissimo e continuerà a guidare il paese ancora per mesi. Applausi da parte dei mercati, applausi da Obama e dalla Merkel. La soluzione momentanea alla crisi politica italiana sembra essere proprio quella di lasciare le cose come stanno mentre il paese è schiantato dalla crisi sociale. Sarà per questo che ieri Mario Draghi si è detto tranquillo della stuzione politica italiana dicendo che comunque vada oramai in Italia c’è il pilota automatico. Monti si trova così in una situazione perfetta, con la legge sulla stabilità che funziona per via ordinaria potrà disporre di uno strumento operativo per continuare a mantenere i conti in ordine attraverso una rigida politica di austerity come prevede il Fiscal Compact, e di fatto non avrà nessun tipo di opposizione in parlamento, perchè non si può sfiduciare un Governo che è già decaduto. Ad oggi nessuna delle forze politiche parlamentari in campo sembra avere un programma serio per affrontare la questione, ed una cosa del genere accontenta un po’ tutti in attesa che la nebbia si diradi. I partiti e i non partiti giocano sulla tattica e sulla pelle del paese una partita abbastanza cinica,  nessuno di loro infatti riesce a guardare un metro oltre il proprio orticello.  Nessuno pone insomma nell’immediato la rottura con “il pilota automatico” imposto dall’Europa che ci spinge sempre di più in recessione. Non lo fa nemmeno Grillo pur avendo un punto di forza a suo vantaggio. In questo momento infatti invece che sparare cazzate sulla violenza  il leader del M5S potrebbe proporre al PD di misurarsi sulla disdetta di un trattato ( Il Fiscal Compact) che è socialmente ed economicamente insostenibile per il paese.  Certo, è difficile che il PD  accetti questa proposta, ma si aprirebbe davvero una questione politica di prima grandezza. Sarebbe davvero una rivoluzione contro l’austerity riuscire a imporre questo tema in maniera concreta nel nostro paese, ma evidentemente si ha paura di arrivare a questi livelli di radicalità. Meglio insomma stare sul generico in attesa di vincere le elezioni sulle macerie dell’Italia. In questo quadro i movimenti sociali, oramai schiacciati quasi completamente dal  Movimento a 5 stelle devono pigiare play ed uscire dallo stand by in cui sono finiti per imporre la propria agenda. I movimenti sociali, che sono scesi in piazza il 15 ottobre possono in questo senso giocarsi una partita in maniera indipendente. Se per via parlamentare insomma la strada sembra essere congelata per l’inadeguatezza delle forze politiche in campo la mobilitazione sociale può sparigliare le carte. Non mi pare che ad oggi ci sia altro da fare che organizzarsi in questa direzione. 

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