Davanti al disastro sociale e occupazionale questo Governo fa “spallucce” e impone gli F35, altri armamenti e navi da guerra, il rifinanziamente delle missioni omicide di guerra.
Una situazione drammatica con 9.500.000 di poveri, 1 mione di famiglie senza reddito, il 50% dei giovani senza lavoro, licenziamenti a go go, cassa integrazione alle stelle, centinaia di esodati, anziani con pensioni da fame.
Il territorio è abbandonato all’incuria e alla devastazione, le scuole cadono a pezzi, tagliano gli ospedali pubblici e per fare una visita specialistica devi aspettare da sei mesi ad un anno.
Stiamo parlando di 40 miliardi di euro, soldi pubblici, soldi nostri che vengono scippati da un governo servitore delle multinazionali e dei diktat internazionali. La piovra della mafia ormai dilaga in tutta la nazione, nelle istituzioni, nelle banche, come nei quartieri. Investe, solo per fare alcuni esempi, nei Centri Commerciali, nelle grandi opere inutili, nel cemento, negli inceritori e nelle discariche. Ormai è una grande organizzazione criminale in giacca e cravatta, con i suoi miliardi putridi provenienti dal commercio di armi, dalla prostituzione e dalla droga. Un governo democratico e popolare dovrebbe investire per creare occupazione, per detassare il lavoro e aumentare le pensioni. Tutto questo non avviene perché i governanti sono complici e arrendevoli con i potenti e forti contro i deboli.
Riportiamo da l’Unità del 5 febbraio 2013 in piena campagna elettorale: “Secondo i calcoli effettuati, le operazioni per la messa in sicurezza, l’efficienza energetica, la manutenzione e la bonifica da amianto dovrebbero ammontare a 7 miliardi e mezzo da investire nell’arco di tre anni. Per la copertura di questa spesa, il Pd ha lavorato su una diminuzione delle spese militari, che sono state di 19,96 miliardi di euro, pari all’1,2% del Pil, nel 2012, e che in prospettiva dovrebbero aumentare a 20,93 miliardi di euro per il 2013. Bersani ritiene queste cifre insostenibili e ingiustificate, e intende rivedere, in caso di vittoria alle elezioni, il bilancio del ministero della Difesa. E ancora: “Bisogna assolutamente rivedere il nostro impegno per gli F-35, la nostra priorità non sono i caccia ma il lavoro”.
Come sappiamo, poi si è costituito il governo PD-PdL-SC che di queste priorità ne ha fatto carta straccia, rimettendo in agenda la Tav e gli F35. La disoccupazione e la precarietà continuano a farla da padroni, le scuole sono fuori norma, la distruzione del paesaggio continua a rimanere la regola, continuano gli omicidi sui posti di lavoro, la sicurezza del territorio e delle strade lasciano il passo agli interessi privati a scapito degli interessi pubblici della collettività.
Allora che fare?
Iniziamo a costruire il Fronte di Resistenza Anticapitalista, ampio, unito, che sappia ridare speranza e passione agli sfruttati e alle fasce popolari!
Senza se e senza ma, gettiamo benzina sul fuoco della resistenza operaia e sociale, dobbiamo essere il collante dei conflitti e delle lotte, dobbiamo ricostriure il blocco sociale antagonista. Noi dobbiamo saper parlare con le nuove generazioni per comunicare che questo sistema li sta portando nel baratro di una vita precaria e marginale. E allora ribellarsi è giusto, per questo va rilanciata l’unità d’azione tra operai e studenti, tra lavoratori occupati, precari e disoccupati, tra movimenti per il diritto all’abitare e movimenti per la difesa del territorio. Ci troviamo davanti ad una agire criminale con cui tutti i potenti, dalla massoneria alle mafie, dal Vaticano alle banche, stanno affondando il coltello al cuore del proletariato e dei diseredati del sud e del nord del pianeta. Per questo la resistenza dovrebbe essere naturale, ma serve una direzione politica con l’obiettivo semplice e chiaro: combattere e cacciare le destre bipolari unite del Governo Letta. La credibilità passa attraverso la costruizione dell’autonomia e della rappresentanza indipendente del Fronte. Quindi, costruire una salutare rottura con il PD & soci, con CGIL-CISL-UIL-UGL confederali consociativi e collaborazionisti, dispiegando una azione politica alternativa anticapitalista insieme al Sindacalismo di classe e conflittuale. Per esempio dobbiamo rispondere alla deindustrializzazione con la riconversione, investendo per la produzione di mezzi pubblici (treni, tram, autobus, metropolitane) in collaborazione con gli enti locali a partire dalle 10 metropoli che chiudano al traffico privato le città. Si devono ripubblicizzare le aziende strategiche come l’Alitalia/CAI e La Telecom. Devono essere abolite la Legge Obiettivo, i Project Financing e gli Accordi di Programma. Le risorse economiche devono essere destinate alla messa in sicurezza del territorio nazionale e della rete stradale. Il Fronte di Resistenza deve essere dispiegato in ogni scuola, fabbrica e quartiere, e organizzare 10-100-1000 vertenze, manifestazioni, occupazioni, che portino l’attacco e l’assedio a tutti i luoghi del potere per la liberazione del nostro paese dal dominio capitalista.
Il nuovo inizio sarà possibile se da subito tutte/i ci impegnamo alla riuscita della due giorni di Ottobre, aderendo allo sciopero nazionale indetto per il 18/10 dall’USB-CUB-COBAS e alla manifestazione del 19/10 indetta dai movimenti uniti per il diritto all’abitare con la partecipazione degli immigrati che lottano per il diritto di cittadinanza. Se a questa due giorni si uniranno anche i movimenti contro le grandi opere (NoTAV, Nocorridoio, noponte, nomuos), allora la sollevazione popolare avrà una possibiltà reale: proviamoci!
Roma,18 Luglio 2013
* Consiglio Metropolitano di Roma
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