Stiamo tutti contribuendo, da alcuni mesi, a far crescere il fiume in piena contro il Biocidio e abbiamo tutti sfilato, in questi mesi, per i paesi della Terra dei Fuochi.
Sarebbe utile – ora – iniziare a fare un punto politico collettivo per capire, tutti insieme, come proseguire le mobilitazioni, contro quali avversari indirizzarla e per quali obiettivi. Evitare, anche inconsapevolmente, questa discussione potrebbe essere nocivo per il movimento e consegnerebbe le nostre sacrosante ragioni al recupero istituzionale, alla inevitabile repressione di stato o a forze politiche trasformiste.
Primo obiettivo irrinunciabile:
Non esiste movimento di lotta contro il Biocidio che non abbia come obiettivo irrinunciabile l’opposizione, senza se e senza ma, al progetto di costruzione dell’inceneritore a Giugliano il quale, nonostante tutto, sta proseguendo il suo iter burocratico.
Secondo obiettivo fondamentale:
La Regione Campania non può limitarsi a stanziare pochi spiccioli ma deve, da subito, mettere in atto misure concrete, anche di natura straordinaria, in materia di diritto alla salute pubblica e gratuita in relazione all’accertato stato di emergenza ambientale che si registra nei nostri territori.
PROSEGUENDO LA LOTTA
Per imporre questi obiettivi – tra cui l’avvio di un articolato Piano di Bonifiche in grado di impattare significativamente con il Biocidio capitalista che si sta consumando – non si può circoscrivere la nostra battaglia, questa vera e propriaVertenza Sociale, al piano locale ma occorre riversare la forza delle piazze verso i nostri comuni avversari politici che vanno ben oltre gli attuali inquilini di Palazzo Santa Lucia.
Sono frutto delle politiche dell’Unione Europea i continui tagli alle spese sociali e l’imposizione dei famigerati tetti di spesa che stanno massacrando le nostre vite. E’ il governo Letta il fedele esecutore di questi diktat che obbedendo agli ordini della Troika e della BCE devastano i territori privilegiando opere inutili, invasive e fortemente antisociali. E’ laConfindustria l’organizzazione che ha protetto, con la sua criminale omertà, i gruppi industriali del Nord che per decenni hanno stuprato le forme di vita in Campania inviando, con la complicità del sistema politico e con la manovalanza dei camorristi, i rifiuti tossici e nocivi.
Contro costoro, contro le loro scelte politiche ed economiche bisogna scagliare la nostra lotta costruendo, a partire dalle prossime settimane, anche una eventuale manifestazione a Roma che faccia pesare adeguatamente gli obiettivi che vogliamo affermare.
Questo auspicabile percorso di lotta e di organizzazione potrà concretizzarsi se sapremo difendere l’autonomia e l’indipendenza del movimento da ogni tentativo di depotenziamento e di annacquamento degli obiettivi. E’ questo il nostro contributo affinché cresca il #fiume in piena e non diventi un rigagnolo inoffensivo!
Rete dei Comunisti – www.retedeicomunisti.org
Leggi e scarica il documento Terra di morte. La necessità di agire. Il biocidio in Campania
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