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Costruire l’opposizione politica

Discussione sulla ricostruzione di un’attività militante, a Teramo e in Abruzzo. L’intervento di Davide Rosci, ancora detenuto ai domiciliari per gli scontri del 15 ottobre 2011.

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Non potendo essere presente a causa delle restrizioni fasciste, volute da questo stato di polizia, affido il mio pensiero alla presente fiducioso che ne nasca una sana discussione.

 

Carissim* Compagn*,

permettetemi di essere diretto. Passate queste elezioni cosa abbiamo in mente di fare? Aspettiamo la prossima tornata elettorale, magari limitandoci a riflettere sugli errori commessi, o ci diamo da fare sin da subito per il futuro?

Le parole ora stanno a zero e penso che sia quanto mai necessario riunirci e confrontarsi su quello che vogliamo fare da grandi perché non ha veramente più senso stare chiusi nelle nostre polverose sedi, lontano dal conflitto sociale o riporre le nostre speranze nelle sole mani del bravo compagno Maurizio Acerbo.

Non è una polemica, anzi, Acerbo ha fatto lo stravedere, e io non mi stancherò mai di affermare che è un fuoriclasse, ma è lui da solo e questo non può bastare così come non può bastare delegare la nostra esistenza alle sole elezioni. La rinascita di un’opposizione popolare rivoluzionaria, e ne sono fermamente convinto, passa non dal grado di bravura di uno di noi ma da ciò che faremo sin da oggi tutti noi militanti.

La realtà dura è cruda, cari Compagni, ci dice che il prezzo che stiamo pagando è proprio quello di non aver avuto negli ultimi anni un gruppo forte e un progetto condiviso quindi, quello che oggi vi chiedo, è che una volta fatta un’analisi veloce, individuando quelli che sono i punti di forza e di debolezza, iniziamo a lavorare per il popolo, così come spesso diciamo, e non per il solo partito.

Voglio essere chiaro e purtroppo mi dispiace dirlo, ma Rifondazione Comunista, così com’è ora, non può più andare bene, viene ormai vista dai più come un partito superato che non risponde all’esigenza di una sinistra forte avvertita da tempo e pertanto risulterebbe utile che qualcuno prendesse atto di ciò.

Se volete potremmo pure affrontare questo discorso oggi qui questa sede e vi direi che a mio avviso è giusto che Ferrero lanci la Syriza Italiana, ma se prima non riuniamo i comunisti altro che Syriza.

Personalmente quello che ho in mente è che a livello nazionale si convochi una costituente tra i tanti, troppi, partiti con la falce e il martello, coinvolgendo inoltre tutti i movimenti antagonisti conflittuali, e quindi imporci il termine di un anno per dar vita ad un nuovo partito comunista unitario, o chiamatelo come vi pare, con gente nuova proveniente dai territori e dalle lotte. Esempio Amato, la Forenza, Maurizio Acerbo e Italo Di Sabato per Rifondazione, Nicoletta Doso per Ross@ e per gli altri non so, certo non fatemi sentire i nomi dei dinosauri altrimenti è meglio evitare. L’importante è cambiare il passo e le vecchie facce per poi contribuire a questa ipotetica Syriza italiana sempre se la stessa sia di ispirazione marxista, autonoma e movimentista perché se parliamo di un semplice cartello elettorale con quella sinistra forcaiola che pensa solo a superare i quorum io preferisco tirarmi da subito fuori.

Continuando l’analisi è chiaro a tutti che le nostre idee, in questo contesto storico, oggi più di ieri non solo sono giuste ma soprattutto attuali però resta il fatto che il pensiero dominante, manipolato dai mass media servi dei padroni, ci schiaccia quindi, per il momento, mi sembra basilare iniziare a parlare ad una grande platea, dove sicuramente riscontreremo vedute diverse, per poi individuare i nostri compagni di viaggio. Qualcuno ora potrà storcere il naso e dire: ma quelli sono così, quelli su quel tema la pensano colà e via discorrendo. E’ inevitabile, ma se continuiamo ad essere autoreferenziali e avvitarci non ci muoveremo mai nella direzione giusta. Si ma restiamo coerenti altri esclamerebbero. Rispondo: te la sbatti al caxxo la coerenza se poi siamo quattro gatti in mezzo ad un branco di pitbull.

Il popolo di sinistra chiede unità e il potenziale che abbiamo davanti è veramente enorme. Non sto qui ora a confrontare dati e statistiche, non sono mica un politologo, ma è chiaro che in Italia, così come in Abruzzo, ci sono migliaia di compagni comunisti e un numero imprecisato di persone che la pensano come noi e che sono però stufe della vecchia politica di partito. Per intenderci la politica che ha portato il partito comunista più grande d’occidente a diventare quello che oggi è.

Non possiamo più aspettare e mi sembra l’unica via percorribile quella di fare ognuno dentro la propria testa una rivoluzione perché è impensabile chiedere che le cose cambino se non siamo noi i primi a farlo.

Non ha senso che il nostro primo nemico sia proprio quello che è più vicino al nostro pensiero. Lo vedo a Teramo e sono sicuro che nel resto d’Italia sia lo stesso. Il rifondarolo guarda male quello del Pdci, quello del Partito Comunista dei Lavoratori guarda storto i suddetti, quello di Sinistra Critica guarda male quello dei Carc, quello del Pmli guarda male quello di Alternativa comunista, quello di Sel, porca puttana Sel… a me i militanti, almeno quelli che conosco, non disturbano ma un partito che dice che il suo orizzonte è l’alleanza con Renzi e che non spende una parola a distanza di 13 anni sulla morte di Carlo Giuliani… traete voi le somme, e i movimenti schifano tutti costoro messi insieme e hanno ragioni da vendere. Scusatemi se mi sono scordato a citare qualche micro partito…

E’ accade che mentre noi ci facciamo un’insensata guerra i potenti se la ridono giocando d’astuzia la loro misera coppia contro il nostro poker d’Assi. Il banco alla fine è sempre loro e noi ci dobbiamo pure ritirare perché per assurdo l’ultima “fish”, come dei coglioni, l’abbiamo regalata proprio a loro.

Non sono nessuno per dire questo è giusto o quello è sbagliato, ma se non fissiamo l’obbiettivo da raggiungere, così come la strategia di rinascita, sono sicuro che scompariremo tutti(tocchiamoci le palle!). E parlo ai partiti come parlo ai movimenti che pensando di essere autosufficienti si limitano ad una sola battaglia quando proprio dal loro potenziale potrebbe realmente cambiare tutto.

Sia chiaro, non sto cercando di fare il filosofo; sto solo dicendo che è arrivato il momento di anteporre l’interesse generale all’interesse particolare e penso che l’autocritica sia il primo passo da fare. Sbaglio?

Scusate lo sfogo. Analizzata ora la situazione nazionale, che sicuramente non risolveremo noi, concentriamoci sul locale.

A mio avviso, Compagni, quello da programmare è molto semplice: prima cosa far sì che questa riunione non sia l’ultima; quindi teniamoci in contatto, impegniamoci a parlarne alla nostra “cerchia” e poi vediamo se almeno noi, dalla prossima volta che ci incontreremo, saremo in grado di discutere con franchezza e senza la voglia che ci contraddistingue da sempre di litigare a tutti i costi perché convinti di essere i custodi della verità, i duri e puri.

Mica dico che ora dobbiamo diventare un tutt’uno, no, io non dico questo, lo so che ognuno vuole salvaguardare la propria identità. Quello che mi piacerebbe è che qui a Teramo nasca un collettivo di entità che adotti su certi temi una linea unitaria e che se c’è bisogno di lottare per una causa comune chiami tutti alla “battaglia” evitando di disperdere forze e numeri. Mentre vi scrivo penso ad esempio ad una manifestazione antifascista, ad un corteo studentesco, alle lotte degli operai, alla difesa dei beni comuni ecc. ecc.

Quante volte abbiamo detto: se solo fossimo uniti….

Compagni dobbiamo far vedere che la sinistra inizia a stare insieme e che non sono i soliti quattro nostalgici a lottare, ma tanti compagni organizzati e determinati che mettono al primo posto l’attività militante e poi tutto il resto.

Fattivamente mi piacerebbe che ogni gruppo oggi presente nomini un referente che partecipi a queste riunioni e due o tre garanti che si diano da fare per far continuare questi incontri da allargare sempre di più.

Sarebbe un progetto inedito da diffondere non solo alla provincia di Teramo ma a tutto l’Abruzzo se non oltre.

E’ logico che se nominiamo un portavoce questo debba essere una persona esterna ai partiti ed è altrettanto logico che i suddetti partiti mettano fuori quella politica di affiliazione che li contraddistingue non appena vedono un po’ di potenziali elettori.

Cosa ne pensate?

Scusatemi pure se sembro un po’ forte e se uso certi termini, ma veramente mi sono rotto il cazzo di questa situazione. Porca puttana non ha più senso guardarci in cagnesco e lasciare a dei falsi rivoluzionari miliardari come Grillo il compito di noi comunisti.

Uniti Vinceremo! A pugno chiuso! Viva la resistenza del popolo palestinese, dell’Ucraina Antifascista e di tutti quei movimenti italiani che a testa alta non si piegano alla furia repressiva di questo governo filo-sionista!

Davide Rosci

 

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