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Sulla vicenda di Luigi De Magistris. Prosegue il dibattito

Dopo gli interventi di Michele Franco, Franco Maranta, Antonio Frattasi, Geppino Aragno, prosegue il dibattito sulla vicenda politico/amministrativa della sospensione di Luigi De Magistris da sindaco di Napoli. Ospitiamo il contributo di Sinistra Anticapitalista.

La vicenda De Magistris non richiede una competizione tra i “mi piace” e no; non è solo un momento di scontro politico tra partiti, partitini, liste, singoli consiglieri. E’ piuttosto uno scenario molto moderno delle difficoltà oggettive riscontrate nella gestione di una grande città del Sud Europa qual è oggi Napoli, nel pieno di una crisi economica e sociale indescrivibile.

Non c’è difficoltà a constatare che la lotta alla giunta De Magistris è il tentativo di normalizzare un esperimento amministrativo sui generis. Gli interessi speculativi sui suoli di Bagnoli, sull’incenerimento dei rifiuti, sulla privatizzazione dell’acqua, hanno messo insieme il quadro politico delle larghe intese a livello locale e nazionale da Caldoro a Renzi, tutta la stampa cittadina, i sindacati concertativi, la stessa magistratura, ed hanno provato a colpire in prima persona il sindaco. In un teatrino delle parti PD e destre fingono di contrapporsi ma sono uniti nel tentativo di mettere fuori gioco la giunta e i suoi tentativi di trovare metodi e contenuti alternativi. I tempi per quest’operazione sono determinati essenzialmente dagli scontri interni per definire candidature ed accordi elettorali, mentre non si tengono in alcun conto gli interessi concreti della città. D’altro canto, ciò che è più vivo in città, cioè i movimenti antagonisti, i sindacati conflittuali, i soggetti politici della sinistra alternativa sono in questo periodo impegnati nelle tante mobilitazioni che attraversano la fase dello scontro di classe nel paese e non entrano nello specifico della questione De Magistris.

E’ invece importante focalizzare la situazione del comune di Napoli; per formulare un giudizio adeguato si deve iniziare dalla materialità delle condizioni. Lo stato di degrado in cui versa la città è inimmaginabile: visioni da fumetti fantascientifici, erbacce cresciute sui monumenti ed al centro delle piazze, strade completamente dissestate, cumuli di rifiuti, evidente assenza di ogni manutenzione. Non si tratta solo di esteriorità perché i muri di Napoli si sfaldano per davvero, mettendo a rischio la vita dei passanti. Alla Galleria Umberto I ha purtroppo perso la vita un ragazzo. I trasporti pubblici sono allo stremo: i tempi d’attesa alle fermate si allungano, il numero degli autobus che non completano la giornata per guasti cresce, le linee soppresse aumentano. I servizi di assistenza ai disabili, agli anziani, ai senza casa, ai richiedenti asilo sono praticamente inesistenti. 
Ma il degrado più grave è quello sociale. Gli indicatori economici ufficiali sono tra i più negativi d’Italia con un tasso di disoccupazione del 26%, doppio di quello nazionale. La reale ampiezza della povertà si può desumere dalle bollette delle forniture non pagate, dal numero delle ingiunzioni di Equitalia, dal diffuso ricorso al prestito degli strozzini. E conseguenza di ciò è il clima di illegalità, violenza, sopraffazione, criminalità.

Di chi la responsabilità di tutto ciò? In altre circostanze la risposta sarebbe semplice: l’amministrazione comunale non sa o non vuole svolgere il ruolo che le compete. Sinistra Anticapitalista ritiene che questa risposta sia la più sbagliata che possa essere formulata. La responsabilità delle condizioni tragiche di Napoli sono da ricercarsi molti chilometri più a nord, a Roma e ancora più a nord a Bruxelles. Le politiche di austerità hanno determinato lo sfacelo di Napoli. L’assedio è cominciato con il taglio massiccio dei fondi statali per i comuni, che ha avuto lo scopo di dirottare il malcontento popolare dalla politica nazionale agli amministratori locali. A Napoli in particolare il rientro dal dissesto è stata la cura che sta uccidendo il malato. Ancora una volta le privatizzazioni, la svendita del patrimonio pubblico, l’aumento delle tariffe, il taglio dell’occupazione e dei salari, colpiscono i più deboli e non sfiorano i capitali e le rendite parassitarie.

 

A questo punto cosa augurarsi? Sinistra Anticapitalista-Napoli ritiene che sia opportuno difendere le resistenze della giunta comunale nei confronti degli interessi speculativi che vogliono riprendersi la città. Ritiene anche che tale resistenza per essere efficace, deve inserirsi nello scontro che a livello nazionale vede oggi contrapposti le classi popolari ed il governo.

 

 

 

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