Marco Doria ha deciso che lo sciopero dei lavoratori ILVA di lunedì 11 gennaio e la pacifica invasione in Consiglio Comunale da parte dei lavoratori sono un attacco alla democrazia. Le dichiarazioni del Sindaco non meriterebbero alcun commento.
Da parte nostra diciamo solo che il Sindaco dovrebbe ringraziare i lavoratori per la pacatezza e invece blatera infamie accusando chi lotta per i propri diritti di essere un nemico della democrazia. Difficile pensare a quale concetto di democrazia si riferisca Doria: in una città che ha il 15% di disoccupati, in cui le aziende spariscono ogni giorno e in cui i giovani non trovano lavoro la democrazia di Doria è prendere per i fondelli i lavoratori. L’apoteosi della faccia di bronzo è il segretario del PD che imbraccia un megafono e spera che i lavoratori apprezzino mentre gli racconta favolette a cui non crede più nessuno sostenendo l’ emendamento truffa che proroga due spiccioli fino a settembre e si appresta a regalare l’ILVA a privati. Da quando è stato eletto, Doria ha dimostrato tutto il suo valore in negativo.
Durante la campagna elettorale ha lasciato balenare l’idea di essere contrario alle privatizzazioni ma poi ha lavorato dall’inizio per favorirle. La stessa reazione infame che ha avuto contro i lavoratori ILVA era già stata riservata ai lavoratori di AMT e di AMIU. In realtà non si tratta di scarso valore del personaggio in sé ma del fatto che è un burattino manovrato dal Partito Democratico il quale da anni è il partito dei padroni e dei banchieri. Che gli interessi di chi comanda siano diversi da quelli dei lavoratori è un fatto acclarato, ma per il Sindaco è un attacco alla democrazia. Sulla vicenda specifica ILVA occorrerebbe poi spendere alcune parole in più. Doria e il PD sono gli alfieri di una politica che non ha più ragione d’essere. L’ILVA è stata regalata anni fa a Riva che ha fatto il bello e il cattivo tempo come ha voluto, che ha fatto profitto sulla pelle dei lavoratori e ha distrutto l’ambiente a Taranto. Fatto fuori Riva perché non c’erano alternative a nessuno è venuto in mente di espropriare aziende e denari all’imprenditore. La nazionalizzazione viene esclusa perché sarebbe incompatibile con le regole europee, si cerca un acquirente a cui regalare nuovamente le aziende, fargliele chiudere regalando denaro pubblico e lasciando pochissimo ai lavoratori di oggi e solo disoccupazione per quelli di domani. L’acciaio è un settore strategico per ogni stato. Occorre produrlo ma bisogna farlo nel modo giusto, rivoluzionando il modo di produzione. Tutto questo è incompatibile con la proprietà privata delle acciaierie e con le regole del profitto. Si tratta di capire se l’Italia e Genova vogliono continuare a vivere oppure vogliono un ruolo ancora più subordinato nella divisione internazionale del lavoro riducendosi a colonia turistica infarcita di basi militari e con sparute isole produttive con salari precari e da fame. Esiste una alternativa secca che al PD pare impossibile: nazionalizzare e far controllare ai lavoratori le aziende e la salute. Per questo il sindacato deve fare il suo mestiere chiedendo il rispetto dei patti ma un accordo equo e utile sembra impossibile perché è una questione totalmente politica. Se si affrontano i nodi generali è possibile immaginare un futuro per i lavoratori dell’acciaio ma occorre affrontare di petto la questione di chi comanda e della proprietà. Per questo le dichiarazioni di Doria contro i lavoratori vanno al di là della stupidità personale ma sono un sintomo di disperazione politica. Per quel che ci riguarda siamo solidali con i lavoratori ILVA che hanno occupato il Comune di Genova e hanno contestato duramente la giunta e il segretario del PD. Bisogna scegliere da che parte stare: noi stiamo con i lavoratori e li invitiamo a non mollare per il bene di tutti i cittadini, degli studenti e dei disoccupati. Dal punto di vista politico rimane evidente come la sinistra dei lavoratori sia tutta da ricostruire partendo sostanzialmente da zero. La sinistra che ha sostenuto Doria (e che ancora, in gran parte, lo sostiene) va messa nell’angolo definitivamente.
Genova City Strike/Noi Saremo Tutto-Genova
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