Una giornata molto importante quella di Sabato 16 Gennaio. Migliaia di persone hanno sfilato nelle due grandi manifestazioni di Milano e Roma indette dalla Piattaforma Sociale Eurostop nel triste 25esimo anniversario della prima guerra del golfo.
L’ampia partecipazione in piazza, nonostante i bombardamenti ideologici e guerrafondai a cui siamo sottoposti quotidianamente, ha certificato il successo di questa giornata di lotta. Per la prima volta da anni una grande manifestazione su base nazionale ha portato al centro del dibattito il tema dell’opposizione alla guerra che gli apprendisti stregoni del capitale hanno portato dentro e fuori l’Europa. Da questo punto vista la giornata del 16 Gennaio deve essere non il punto di arrivo ma il punto di inizio per costruire un’opposizione di massa alla guerra.
Riteniamo molto importante che al centro dei discorsi della giornata vi fossero quelli sul ruolo dell’Unione Europea. Nella logica perversa della competizione globale, l’UE da un lato riversa le sue ambizioni coloniali nei paesi attorno a sé (l’area mediorientale ma anche l’Ucraina), dall’altra conduce da anni una guerra di classe dall’alto verso il basso nei confronti dei propri lavoratori e dei propri cittadini. Una politica criminale, aggravata dal fatto che, mentre si tagliano i fondi per il welfare, i soldi per le guerre e per la militarizzazione delle nostre città si trovano sempre. Nell’essere contro le guerra e le politiche che ad essa portano dobbiamo guardarci bene quindi dal cadere in un facile umanitarismo, che non tocca le cause ma solo le conseguenze di guerre e migrazioni, una visione che senza volerlo troppe volte è sfociata nella complicità con queste politiche disumane.
Con la frase “l’austerità in casa, la guerra alle porte” vogliamo intendere che propensione militarista e austerità (insieme alla stretta repressiva di qualsiasi conflitto interno) sono le due facce di una stessa medaglia. Anche se si tratta solo di settori organizzati, una parte della nostra generazione ha capito che la lotta materiale contro la negazione del proprio futuro passa oggi immancabilmente attraverso la solidarietà attiva e l’internazionalismo in favore di quei popoli a cui è già negato il presente: i manovratori di questi destini sono i medesimi. La generazione del Bataclan potrà uscire dal Bataclan solo comprendendo il significato di queste guerre.
Particolarmente significativa è stata la presenza della componente migrante: le politiche di guerra (economica e guerreggiata) degli imperialismi UE e USA hanno messo in fuga milioni di persone dai loro paesi. Invece che la guerra fra poveri evocata da Matteo Salvini e co., funzionale solo alle politiche messe in atto dall’altro Matteo, occorre ricomporre il blocco sociale delle classi subalterne per opporsi alle politiche UE e la partecipazione di ieri costituisce un buon segnale in tal senso. Crediamo che nell’attuale fase, con i rapporti di forza cosí a nostro sfavore, i cicli di lotta siano fondamentali ma è necessario dotarli di organizzazione e coordinamento, di visione generale da cui scaturisca un’alternativa per non cadere nell’evanescenza. Importante dunque non solo la presenza No Tav a Milano e No Muos a Roma, ma anche il presidio sardo che si inserisce in pieno nella mobilitazione di Capo Teulada contro la grande esercitazione NATO nel Mediterraneo centrale di pochi mesi fa.
Come Campagna Noi Restiamo, riteniamo quindi che la data del 16 Gennaio ci abbia dimostrato come sia fondamentale continuare nel percorso intrapreso dalla Piattaforma Eurostop. Nelle settimane precedenti alla manifestazione abbiamo portato nelle piazze e nelle università il tema della guerra e dell’opposizione all’imperialismo UE, così come da mesi -dalla campagna “Guerra alla guerra” che ha portato all’occupazione dell’ex caserma Stamoto di Bologna, al convegno “Resistere alla NATO” di Roma promossa insieme alla Rete Noi Saremo Tutto fino alla manifestazione NO NATO di Firenze del 25 novembre scorso- ci impegniamo sul piano antimilitarista.
Il nostro contributo di testa e di braccia non mancherà anche nei prossimi mesi: contro le guerre imperialiste, contro le guerre NATO, contro le politiche dell’UE.
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