Sabato al teatro Brancaccio si riunisce a convegno lo stato maggiore del Pd romano, ossia il partito che porta la responsabilità dell’amministrazione di Roma e del suo commissariamento ma soprattutto delle nefandezze venute clamorosamente alla luce nell’ultimo anno.
L’ultima in ordine di tempo è il famigerato DUP (Documento Unico di Programmazione) emanato dal commissario/prefetto Tronca e che mette in pratica le delibere decise durante la Giunta Marino. Questo documento rappresenta una ipoteca micidiale sulla città, sui servizi sociali, sui salari dei lavoratori capitolini, sulle aziende municipalizzate, sul patrimonio abitativo e gli spazi sociali. Decisioni già indicate nell’ultimo bilancio lacrime e sangue varato dal Comune di Roma e che adesso si manifestano come una vera e propria mannaia con ulteriori tagli, privatizzazioni, sgomberi.
Sul Pd romano pesano poi le collusioni ed ora le condanne per Mafia Capitale, vero e proprio verminaio di affari e complicità con interessi di reti malavitose e neofasciste soprattutto nel campo delle cooperative sociali e dell’accoglienza.
Ma il Pd non ha la responsabilità solo nelle scelte comunali. Pesano infatti anche le scelte fatte come governo della Regione Lazio, a cominciare dalla omissione dell’Agenda Urbana – e delle esigenze popolari e del territorio completamente disattese – prevista dai Fondi Europei.
Pesano scelte che hanno premiato speculatori e palazzinari-amici come quella del grattacielo del Torrino, dei Piani di Zona, dei Punti Verde Qualità. Scelte che hanno premiato i soliti noti, portato al boom del debito, penalizzato migliaia di famiglie soprattutto nei quartieri della periferia. Pesano scelte che hanno volutamente portato al degrado i servizi pubblici per spianare poi la strada alle privatizzazioni di Atac, Ama, Acea, asili nido. Scelte nefaste e inaccettabili di fronte alle dichiarate carenze di organico tra i lavoratori occupati nel Comune e nelle aziende municipalizzate.
Il Pd di Roma porta con se enormi responsabilità a tutti i livelli di governo – dalla Regione al Comune ai Municipi – e oggi siamo in piazza per ricordargliele tutte e impedire che le liturgie della campagna elettorale facilitino la vita a chi ha memoria corta e coscienza sporca.
Noi riteniamo che queste responsabilità vadano denunciate con forza e che le priorità nelle scelte strategiche sulla città vadano rovesciate, portando in primo piano le esigenze popolari delle periferie, le condizioni di vita delle famiglie, le esigenze dei disoccupati e dei lavoratori, il carattere pubblico e sociale dei servizi.
Carovana delle Periferie
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