Le dichiarazioni il vescovo di Bologna Matteo Zuppi, che inquadravano le pratiche delle occupazioni nel contesto dell’emergenza casa evidenziando che a bologna il problema c’è ed è molto grave, sono state attaccate da Salvini e dal sindaco uscente Merola nel nome della proprietà privata e dello sprezzo totale per chi si ritrova senza un tetto sulla testa.
Lega e PD, dunque, non fanno prigionieri pur di intercettare voti “moderati” dell’egoismo benpensante, in questi scampoli di campagna elettorale. Ma queste prese di posizione che calpestano persino la carità cristiana, la dicono lunga su ciò che Bologna è diventata per le fasce sociali disagiate nei tempi dell’austerity e delle politiche di macelleria sociale adottate sia a livello nazionale che locale dal PD e dal suo “partito della nazione”.
Merola in particolare sostiene che gli occupanti sono strumentalizzati dai “professionisti della politica delle occupazioni”, quando è proprio lui, per la sua campagna elettorale a fare tour osceni come quelli della scorsa settimana nelle scuole, accolto dalla giusta protesta delle lavoratrici e dei lavoratori che “grazie” alle politiche di sussidiarietà e di appalti della sua giunta si ritroveranno senza stipendio per tutta l’estate e i bambini senza servizi estivi adeguati. Ma cosa si può pretendere da un sindaco tutto chiacchiere e distintivo? Merola nel suo mandato ha totalmente calpestato senza alcun confronto i diritti di chi lavora nel pubblico e in subappalto, ha ignorato il responso del referendum sulla scuola pubbica, ha ignorato emergenze come quella della casa e i dati inquietanti che emergono dalla stessa Nomisma in quota PD: 45 mila famiglie a rischio, oltre mille sfratti all’anno. Per Merola va tutto bene, riducendo la questione a 250 rompipalle e 30 immobili occupati.
Bologna in questi anni è stata la città delle bastonate, ha visto come protagonista il tandem repressivo Merola-Coccia. Il questore infatti, sempre in questi giorni, ha trionfalmente annunciato che al “grosso problema della città”, ossia le occupazioni, le forze dell’ordine hanno risposto da aprile dello scorso anno con 19 sgomberi, 500 denunce e 24 arresti.
La realtà è che Merola rappresenta gli appetiti dei poteri forti cittadini, della finanza, di quella speculazione che fa affari sulle forti disparità sociali, su opere inutili e dannose come il People Mover e su progetti faraonici da città vetrina come FICO. Rappresenta cordate e comitati d’affari che ottengono dal Comune privatizzazioni, concessioni e appalti come la mensa scolastica. Il tutto condito da una cultura lottizzata dai grandi carrozzoni delle clientele, che con gli appalti ai soliti noti e i tagli di fondi ha significato distruzione dell’associazionismo delle arti e delle autoproduzioni.
Ma a questo sindaco basta la città vetrina e tutto il resto non esiste, come se la sottrazione di diritti essenziali come la casa, la qualità dei servizi non c’entri nulla con queste politiche tagliate su misura per i grandi privati.
Per questo la rielezione di Merola sarebbe una sciagura per quella maggioranza di cittadini che fa fatica ad arrivare alla terza settimana, che non ha santi in paradiso, per chi sopravvive del proprio lavoro precario. Una sciagura paragonabile a quella d’un sindaco leghista.
Merola e Salvini non s’illudano: le emergenze possono provare anche a metterle sotto il tappeto ma i problemi sociali restano tutti.
Per questo troveranno un’opposizione e una lotta sempre più forti, che non saranno certo fermate dall’indifferenza ottusa e cinica di un sindaco inetto e dalla violenza poliziesca di un questore dal manganello facile.
ROSS@ Bologna
www.rossa.red
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa