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Dopo elezioni. Cogliere l’occasione, in alto e in basso

La Carovana delle Periferie saluta positivamente i risultati elettorali nelle grandi aree metropolitane come Napoli, Roma, Torino che confermano la meritata e sonora sconfitta per il PD, il partito di Renzi e del suo progetto di governance autoritaria e antipopolare. Salutiamo positivamente il risultato, in particolare quello di Napoli e in modo diverso quello di Roma e Torino, dove decisivo è stato il voto nelle periferie. E’ una conferma della rottura tra i settori popolari e le forze che rappresentano i poteri forti. Ma questi sono anche  risultati dovuti ad una aspettativa sociale e democratica crescente che non può e non deve essere disattesa dalle nuove amministrazioni.

Le nuove giunte comunali a Roma, Napoli, Torino se vogliono effettivamente fare propria la sfida della discontinuità,  dell’alternativa al massacro sociale e al degrado attuale delle città, dovranno in ogni modo misurarsi con questioni decisive e dirimenti come il ripudio del debito che taglieggia i servizi sociali e con lo stop alle privatizzazioni. La gabbia del Patto di Stabilità e dell’obbligo di pareggio di bilancio sulle amministrazioni locali impediscono finora ogni margine di manovra. Riteniamo necessaria una alleanza delle “città ribelli” contro i diktat del governo e dell’Unione Europea e una alleanza tra le nuove amministrazioni delle città con i movimenti sociali, popolari, sindacali che si battono sugli stessi obiettivi.

La Carovana delle Periferie nei prossimi mesi intende mettere in campo  a Roma – e non solo – un  percorso autonomo di confronto con la nuova amministrazione e di conflitto con il governo e le oligarchie europee,  un percorso intorno al quale far convergere tutte le forze che hanno contribuito alla sconfitta del Pd e dei poteri forti e alla discontinuità con il sistema trasversale di Mafia Capitale:

I  punti elaborati dalla Carovana delle Periferie, indicano già una visione alternativa della città e le soluzioni ad alcune delle sue priorità:

  • a) piano metropolitano per il lavoro con la creazione di occupazione dignitosa nei servizi sotto organico (dalla gestione del verde alle municipalizzate), con la re-internalizzazione dei servizi già privatizzati o esternalizzati. Tutti i dati confermano che esternalizzare è assai più costoso che aumentare gli organici, sia con costosissime consulenze esterne che nella gestione dei servizi di pulizia nelle scuole o nei servizi di assistenza;
  • b) piano metropolitano per le abitazioni e stop alla cementificazione. Ripulire il verminaio dei Piani di Zona sorti sulle aree 167; mantenere e riqualificare il patrimonio abitativo pubblico; utilizzare il già costruito ma inutilizzato per dare risposte definitive all’emergenza abitativa; bloccare tutti gli sfratti che non dispongano di una alternativa abitativa vera;
  • c) trasformazione della tassa di soggiorno sul turismo in una imposta di scopo dedicata alle periferie;  definizione dell’Agenda Urbana per il pieno utilizzo dei fondi europei disponibili da investire nelle periferie;
  • 4) aumentare il peso decisionale dei municipi sulle scelte che vanno fatte nei vari quadranti della città, costituzione dei comitati popolari di controllo sulle decisioni che attengono ai territori.
  • 5) Stop alle grandi opere speculative come ad esempio le Olimpiadi che cementificheranno Tor Vergata, la colata di cemento a Tor di Valle con la scusa del nuovo stadio, l’autostrada Roma-Latina.

Sappiamo tutti che la condizione preliminare per attuare questo percorso è la decisione di non accettare più i diktat sulle privatizzazioni dei servizi pubblici locali e il ricatto del debito che grava sul Comune di Roma – ed anche sugli altri – taglieggiandone il bilancio e le risorse. Se le amministrazioni delle città che hanno scelto la discontinuità non daranno segnali in questa direzione, sarà difficile immaginare e realizzare scelte significative sul piano sociale e democratico. Nei prossimi mesi si apre nelle aree metropolitane una fase di grande interesse e potenzialità che deve vedere protagonisti i movimenti sociali, i sindacati conflittuali, le realtà associative e popolari.

Tappa fondamentale di questo percorso è la campagna popolare e di massa per far vincere il No al referendum/plebiscito di ottobre voluto da Renzi per demolire la Costituzione italiana, così come esplicitamente richiesto dalle grandi banche d’affari e dall’Unione Europea. Costruiamo nelle città e nelle periferie la sconfitta di questo progetto autoritario, prepariamoci e prepariamo lo sciopero generale e la manifestazione nazionale di fine settembre per il NO al “Referenzum”.

Si sono create grandi aspettative, soprattutto tra la nostra gente e nelle periferie. Fare in modo che non siano disattese è un compito di tutti.

Carovana delle Periferie

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