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Per attuare la Costituzione occorre rompere con euro, Ue e Nato

Per attuare la nostra Costituzione, come giustamente propone questa assemblea, bisogna rompere con euro UE e NATO che la stanno affossando.

Per quelle contraddizioni che ogni tanto colpiscono anche i palazzi del potere, per nostra fortuna, la BCE ha sbugiardato tutte le statistiche ufficiali ed i loro escamotage contabili per ridurre la disoccupazione, lo ha fatto partendo dall’andamento negativo dei salari, non in grado di garantire una vera ripresa.

La disoccupazione vera è il doppio di quella ufficiale, 6 milioni in Italia. E cresce ancora se aggiungiamo tutti coloro che lavorano da poveri, con salari sotto il livello di sussistenza e ancor più quello della dignità, in spregio agli articoli 3 e 36 della Costituzione. Cosa fanno i governi UE per combattere questa peste sociale? Le riforme liberiste, quelle di cui il ministro delle finanze Schauble euforico per la vittoria del suo Macron ha chiesto una seconda ondata, soprattutto per l’Italia. Queste riforme sono fondate su tre principi: i tagli alla spesa sociale, le privatizzazioni, la distruzione dei diritti del lavoro. Questa è la sostanza e i 6 milioni di disoccupati non sono un incidente ma un risultato voluto da queste politiche, che partono dal presupposto liberista che la piena occupazione non ci sarà fino a che il costo del lavoro non sarà abbassato ad un livello tale da rendere conveniente per ogni impresa assumere. E così stiamo marciando a tappe forzate versi una moderna schiavitù del lavoro, verso la distruzione di un secolo di conquiste sociali e di libertà.

La globalizzazione finanziaria è il colpevole di questa regressione, e i suoi strumenti in Europa sono l’euro e i trattati ultra liberisti che fondano l’Unione Europea e che definiscono le politiche economiche di tutti i governi, che hanno il compito di agire con le riforme per abbattere l’occupazione stabile ed i salari. A questo si aggiunge la tassa senza fondo delle spese militari e di guerra. Tutti i principi costituzionali sociali che abbiamo difeso e il cui valore ha contribuito alla vittoria del NO il 4 dicembre scorso, resteranno lettera morta se non si rompe con la globalizzazione, i suoi strumenti europei e le loro politiche di austerità e guerra. Il resto sono chiacchiere o imbrogli feroci, come la legge fornero e il jobsact, o fascismo legislativo del 21 secolo, come i decreti Minniti.

Non devo aggiungere altro qui a Napoli per dire cosa è la disoccupazione di massa, la vita senza speranza se non quella di emigrare o fare lavori da schiavo. Non c’è sufficiente rabbia per tutto questo, la bolla di fakenews nella quale viviamo ci sta abituando ad accettare questa infamia. Ma la Costituzione Repubblicana è prima di tutto piena e dignitosa occupazione senza questo presupposto è morta. Dunque abbiamo il coraggio della verità, bisogna rompere con le politiche economiche liberiste,con Euro UE e NATO, per aggredire la disoccupazione di massa con politiche pubbliche nazionalizzazioni, piano per il lavoro, diritti sociali e reddito, e per fare questo ci vuole uno stato democratico e in pace, che abbia il controllo della moneta e che usi i poteri delle istituzioni democratiche per controllare e guidare il mercato ( art 41 e 42). E dobbiamo eliminare il blocco di leggi liberiste e tiranniche e cancellare dalla Costituzione il nuovo barbaro articolo 81 che impone il pareggio di bilancio e l’accettazione del fiscal compact.

Chiamiamo le cose per come sono davvero, sono decenni che subiamo l’aggressione reazionaria del capitalismo liberista e del suo pensiero unico, la rottura con il suo sistema e i suoi strumenti di potere è la prima condizione per riprendere il cammino verso il progresso in Italia ed in Europa.

(intervento al convegno del 14 maggio a Napoli sull'attuazione della Costituzione)

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1 Commento


  • Daniele

    So che qualcuno distorcerà il naso leggendo questo commento, ma perchè invece di trovarvi da solo nelle "sacre stanze" non avete fatto un'assemblea all'aperto coinvolgendo lavoratori, cittadini, precari, compagni e chiunque volesse partecipare? Molti sentono il bisogno di compagni come voi, molti vi accoglierebbero a braccia aperte, quindi perchè invece di convegni al chiuso non fate assemblee pubbliche all'aperto? Basta una piazza o un giardino, le autorizzazioni e un megafono, qui a Bologna in Piazza Maggiore si fa spesso uno "speacker's corner" chiamato Agorà, perchè non lo fate anche voi?

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