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E adesso vediamo la guerra in stazione

Hanno attraversato tutte le stazioni del Nord Est e in tanti hanno fatto e diffuso foto con commenti attoniti e allarmati.

Alla fine alla stazione di Udine se ne è accorto anche il Corriere della Sera, che ha pubblicato i video dei cittadini che vanno in stazione e trovano la spedizione di armi.

Sì, queste sono le interminabili, angoscianti, tradotte di cannoni, obici per la precisione, mezzi corazzati che vanno al fronte, in Ucraina.

Sì per la prima volta si è potuto assistere nelle nostre città ad una scena di guerra, che giustamente ha prodotto stupore, poi allarme, poi paura.

Sì, l’Italia è in guerra, nonostante lo nascondano i mentitori del governo e della finta opposizione che con il governo vota l’invio delle armi in guerra.

Sì, la guerra si avvicina a casa nostra sempre di più, man mano che le nostre armi sempre di più vanno lì.

Il palazzo politico ed i mass media addormentano l’opinione pubblica, poi una parte di essa di sveglia improvvisamente di fronte ad un treno irto di cannoni e carri armati, e il sonno diventa incubo reale.

Sì, l’Italia è in guerra, in violazione sfacciata della Costituzione, come mostrano immagini che non si vedevano nelle nostre stazioni dal 1945. E questa guerra viene continuamente alimentata, fatta crescere e alla fine diventerà una terza guerra mondiale completa. Allora tanti altri treni e orrori attraverseranno le nostre stazioni e le nostre città.

Diffondiamo queste immagini, è la guerra, dobbiamo fermarla.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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5 Commenti


  • Mauro

    I portuali rischiano il posto di lavoro non facendo partire le navi cariche di armi…ma i ferrovieri?


  • Eros Barone

    Bella domanda. La risposta va cercata, a livello metodologico, nell’analisi della composizione di classe: economica, tecnica e politica. Per limitarci ad un solo aspetto, un’analisi, ancorché sommaria, della composizione politica degli odierni strati salariati conduce a individuare in essi: 1) una minoranza di lavoratori che si riconosce nella politica dei vertici dei sindacati confederali (politica che include l’appoggio alla guerra imperialista); 2) una minoranza che ha rotto con essi, creando nuovi sindacati di base; 3) una vasta area di lavoratori che vive in modo conflittuale la propria collocazione all’interno dei sindacati confederali; 4) una massa crescente di lavoratori che sono rifluiti dai movimenti sindacali nel purgatorio infernale del qualunquismo. Il settore 1 e il settore 4 si sommano oggettivamente, offrendo in tal modo una base di massa ad una politica reazionaria di tipo populista e fascista, che oggi si traduce nel consenso al governo Meloni.


  • Antonio

    mi pare che una grossa responsabilità debba ascriversi alla CGIL che ,a mio avviso ,ha abdicato al ruolo di difesa degli interessi dei lavoratori essendosi trasformato in sindacato collaborazionista e che a parole dice di essere d’accordo con la loro costituzione che come mi pare lapalissiano da tempo viene piegata a convenienze varie !


  • Alberto

    ricordo a tutti che Putin ha voluto la Guerra e non di certo L Ucraina o i paesi membri della Nato.. E comunque dormite sereni in primis perche’ NESSUNO usera’ Armi Nucleari …e Sotto protezione Usa e Nato ..Putin sara’ destinato o a fermarsi o a ricevere una lezione indelebile. 😁


    • Redazione Roma

      Ragionamento sballato e conclusione ancora peggiore. Difficile dormire sereni

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