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I media italiani, da Repubblica al Fatto, tifano per i golpisti

Purtroppo per loro, il tentativo terroristico di pronunciamiento é fallito, l’esercito lo ha stroncato. Questo mi conferma che, tra tante similitudini, c’è una differenza di fondo tra il Cile del 1973 e il Venezuela di oggi. Allora il governo socialista di Allende non era riuscito a cambiare l’esercito, non aveva fatto in tempo. Per cui le forze armate nei loro nuclei e strutture di comando erano fedeli agli USA e alle forze reazionarie che volevano abbattere il governo di Unitad Popolar. Anche allora, come nel Venezuela di oggi, la maggioranza del parlamento era golpista, ma la differenza l’ha fatta Pinochet. Un generale traditore e assassino, che purtroppo è morto nel suo letto, che giurò fedelta al presidente Allende e poi lo fece uccidere assieme a decine di migliaia di militanti della sinistra.

L’esercito venezuelano oggi è quello uscito da anni di riforme democratiche volute da Hugo Chavez, è un esercito popolare e democratico che difende il paese dalla CIA e dalle multinazionali. Che possono comprare questo o quell’ufficiale, ma non il corpo delle forze armate.

Questa differenza fa sì che la cosiddetta “opposizione democratica”, in realtà golpista, abbia spuntata l’arma principale usata in America Latina per restaurare il potere dei ricchi. Il popolo bolivariano è accorso in massa a sostenere l’Assemblea Costituente, sfidando il terrorismo degli squadroni della morte golpisti, ma se l’esercito venezuelano di oggi fosse come quello cileno del 1973, questo non basterebbe ad impedire la vittoria reazionaria. Però in Venezuela popolo progressista ed esercito stanno assieme e questo li rende imbattibili.

C’è anche un’altra differenza fra il 1973 in Cile e l’oggi in Venezuela: la stampa italiana tutta schierata oggi con i golpisti, tutta speranzosa nell’emergere di qualche nuovo Pinochet, preparandosi anche alle lacrime di coccodrillo se poi la strage fosse troppo vasta… Ecco, la stampa golpista in tutte le sue testate è la vergogna moderna del nostro paese. E per questo la resistenza vincente del Venezuela bolivariano aiuta enormemente anche noi. Perderanno in Venezuela e poi cominceranno a perdere anche qui.

PS: tutti i giornalisti italiani che scrivono di Venezuela lo fanno dall’Italia o dagli Stati Uniti. In Venezuela attualmente è presente una sola giornalista del nostro paese, Geraldina Colotti, e le sue corrispondenze sono censurate dal 100% di quotidiani e tv…

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2 Commenti


  • Daniele

    Aggiungo che la compagna Geraldina Colotti è censurata anche dal Manifesto, o quello che ne è rimasto post colpo di stato che ha estromesso i VERI comunisti del Manifesto: IL MANIFESTO DEVE ESSERE CHIUSO!


  • Federico

    Chavez lo disse in un’intervista (proprio circa i paragoni tra il Venezuela bolivariano e il Cile governato da Allende): “La nostra è una rivoluzione pacifica, però armata.” E a buon intenditor (golpisti de noantri e di Miami) poche parole, perché la sinistra latinoamericana, contrariamente a quella italiana per esempio, ha saputo imparare dalle sconfitte e dai massacri subiti durante le dittature fasciste a loro imposte con la complicità dell’Occidente. Comunque finché i media di Murdoch, Berlusconi, Cairo, De Benedetti, Agnelli – miserabili papponi sfruttatori, chiamiamo le cose col loro nome – si schierano ferocemente contro il Venezuela bolivariano, diciamo che tutto è nella norma perché quello è il loro mestiere. Quello che fa incazzare semmai è Rai News, che paghiamo tutti con i nostri soldi, è una tv di stato che in teoria dovrebbe offrire un servizio pubblico e che invece sparge a piene mani fake news e veline dell’opposizione venezuelana e del governo statunitense.

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