La storia insegna che agli appartenenti alle organizzazioni fasciste non deve essere lasciato spazio
Rivendichiamo con forza l’azione di martedì notte a Roma con cui abbiamo voluto rappresentare il collegamento politico intrinseco tra l’episodio di terrorismo fascista di Macerata, l’aumento della violenza fascista a cui assistiamo da tempo con aggressioni a migranti e militanti antifascisti da una parte, e il clima creato ad arte nella società contro i migranti. Clima promosso da quelle forze politiche che hanno interesse a scaricare il peso della crisi sociale di cui loro sono responsabili contro gli ultimi, per fomentare la più classica delle guerre tra poveri. L’equazione migranti = insicurezza, diffusa a piene mani dal sistema politico e mediatico, trasforma un femminicidio come purtroppo tanti in questo paese in uno strumento da usare in una sporca partita politica, giocata tra l’altro anche sul corpo delle donne.
Se nella società aumentano le contraddizioni e il malcontento provocati da una crisi sistemica non certo superabile con una insignificante ripresa economica puramente statistica (tanto più che questa si fonda su definitiva precarizzazione del lavoro e ingenti investimenti in automazione, che non possono che provocare in questo contesto più disoccupazione), i partiti che si sono incaricati di gestire le politiche di massacro sociale imposte dall’Unione Europea, primo fra tutti ovviamente il PD, trovano nello sdoganamento di “improponibili” xenofobi e neo-fascisti vari un’arma fondamentale per potersi presentare come baluardo della democrazia e della stabilità. A questo fine interviene il sistema mediatico che nell’ultimo anno in particolare (Mentana, Formigli ecc) ha continuamente dato spazio ai fascisti, facendo un uso volutamente distorto della categoria di “pluralismo”; questa ipocrisia politica e mediatica sta portando alla normalizzazione del fascismo presentato come un’opinione, magari discutibile ma in fondo legittima.
Per noi si tratta di una vera e propria nuova “strategia della tensione”. Minniti, il PD, il sistema mediatico hanno dato agibilità politica e legittimità ai fascisti mentre contemporaneamente il Ministro dell’Interno dava una svolta politica con misure intrinsecamente fasciste come i decreti di repressione preventiva, che puntano a intervenire non solamente sulle avanguardie del conflitto sociale ma anche sul disagio sociale stesso, e anti-migranti: politiche antipopolari, repressive e fasciste che si rendono necessarie proprio a causa dell’impossibilità per le classi dominanti di risolvere le contraddizioni sociali. Tutto questo ha creato un clima generale che complessivamente consente di proseguire nell’applicazione delle politiche dettate dal “pilota automatico” dell’Unione Europea scaricando le conseguenze sociali sui migranti e con l’obiettivo di stroncare sul nascere una eventuale ricomposizione politica e sociale delle classi martoriate dall’austerità.
Ecco allora la creazione negli ultimi anni di una “emergenza migranti” che non trova riscontro nella realtà: il numero di persone che sbarcano sul nostro paese da luoghi martoriati dalla guerra e dalle politiche imperialiste di Usa e Ue è inferiore a quello di molti altri paesi ed è, soprattutto, inferiore a quello di coloro che lasciano il nostro paese a causa della gerarchia interna imposta dalla costruzione del polo imperialista europeo (lavoratori con alti livelli di qualifica si concentrano in Germania e nei suoi satelliti, dove le politiche della Ue fanno concentrare gli investimenti in ricerca e sviluppo).
Il clima politico segnato dalla necessità costruita di fermare la presunta invasione ha così consentito a Minniti, fra l’altro, di avere campo libero nello stipulare accordi criminali con le tribù libiche per costruire campi di concentramento e inviare direttamente militari sul suolo nordafricano, consentendo a conti fatti alla stessa Unione Europea di allargare le proprie frontiere in Africa in proiezione apertamente neo-colonialista e fascista.
Le politiche di Minniti nei confronti dell’immigrazione, della povertà, del conflitto sociale sono, è bene dirlo chiaramente, fasciste nella sostanza sebbene rivestite da una patina democratica che le rende ancora più subdole e pericolose. La mancata solidarietà e anzi la distruzione fisica, anche se lontano dai nostri occhi, di chi fugge da guerra e fame accomuna profondamente Minniti e leghisti e fascisti vari, che in fondo mostrano di condividere un’idea, un modello di società repressiva, autoritaria e razzista.
Dell’atto terroristico fascista di Macerata, ripetiamo, vanno individuati i responsabili politici generali oltre che quelli più vicini, e cioè il PD e Minniti che, perfettamente in linea con il pilota automatico di Bruxelles, con una mano impoveriscono le classi lavoratrici e popolari e con l’altra danno copertura e agibilità politica ai fascisti. Continuare a combattere i fascisti nei quartieri è per noi fondamentale ma inquadrando questa lotta nella battaglia più generale contro il nemico principale: l’Unione Europea.
È per questo che sabato 10 febbraio saremo e invitiamo tutti al corteo nazionale a Macerata nello spezzone Eurostop, pronti a manifestare contro razzisti, fascisti e i loro taciti sostenitori. Lo faremo nonostante il divieto di manifestare imposto, guarda caso, ancora da Minniti in perfetta continuità con il quadro che abbiamo delineato.
Minniti e fascisti: la vostra strategia della tensione non passerà!
Sabato 10 febbraio tutte e tutti a Macerata!
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