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“Il nemico principale non sono i 5 Stelle”. Elettoralismo, governabilita’, ricomposizione di una opposizione di classe

In questa asfittica fase pre-elettorale il ragionamento che emerge, anche in chi vorrebbe riportare al centro la condizione delle masse popolari, è spesso impolitico. Sappiamo bene che non si tratta di casi isolati ma di qualcosa che ormai ha contagiato in modo significativo anche la “nuova sinistra” e le varie aree critiche. Eccetto alcuni rimasugli di ceto politico logori e da sempre compromessi con i vertici di Pd e soci, e’ questa una condizione più che una scelta, è il risultato di molte sconfitte in questi anni.

Di fatto non esiste oggi una politica di classe autonoma né un programma rivoluzionario, ma solo tentativi o momenti di conflitto settoriali e non di rado stereotipate manifestazioni di ciò che non c’è (avvolte spesso in vesti effimere e post ideologiche).

In termini identitari e di costruzione il voto alla giovane coalizione Potere al Popolo o al Partito Comunista ha il suo perché. Da augurare che entrambi abbiano un riconoscimento, anche se l’elettoralismo è una deviazione ed alcuni tratti specialmente nella nuova coalizione di sinistra radicale iniziano ad intravvedersi.

Posto che comunque vada dopo il 4 marzo non vedremo un governo popolare, occorre ragionare di scenari. In termini di scenari non è certo augurabile che stravinca la destra leghista e berlusconiana ed è bene che il Pd abbia una sonora batosta, conseguenza logica augurarsi una avanzata 5 stelle, gli unici che materialmente possono rompere gli attuali equilibri di potere o che rappresentano comunque una anomalia ed un elemento di instabilita’. Di questo potrebbe avvantaggiarsi una opposizione di classe finalmente non subalterna al Pd e cespugli vari. Ma i Cinque stelle sono “populisti” si dira’, una sorta di neo-peronismo all’italiana e qui scatta la facile equazione populismo=fascismo, facile quanto inesatta equazione. In realta’ in larghissima parte, per fare un paragone geografico, la sinistra non rivoluzionaria sudamericana e’ prevalentemente populista ed interclassista eppure nessuno da noi da’ della fascista a Cristina, a Evo, o ad altri dirigenti progressisti ​sudamericani.

Certo non sfugge la tendenza alla omologazione centrista dei 5 stelle, ben rappresentata da alcuni tentativi di accreditamento del loro attuale candidato piu’ che da altri storici dirigenti del movimento, ma questo potrebbe essere argomento di confronto politico piu’ importante della denigrazione o della asfissiante polemica su rimborsi, donazioni mancate ecc. di cui siamo inondati fino alla nausea.

Non si tratta di sostenerli, quanto di considerare quale sarebbe lo scenario propizio e il quadro politico a cui meglio fare opposizione.In particolare fare campagna contro 5 stelle, cosa che fanno in modo sfegatato molti compagni almeno negli ambiti social, per giunta con gli argomenti dell’attuale blocco di potere e del suo apparato mediatico, è miope e controproducente: darà maggior forza a Pd e Forza Italia che sponsorizzano queste campagne, oltre alla destra estrema di CP che ne approfittera’ in termini elettorali, politicamente dara’anche maggior forza alla deriva nefasta verso le larghe intese e la cappa di una nuova unita’ nazionale e’ certo il peggio che possiamo augurarci per il nostro paese.
Una cosa tentare di raggiungere un risultato politico, in questo caso un risultato che legittimi l’esperienza di questa aggregazione denominata “potere al popolo” (salvo successive quanto scivolose Costituenti d’alternativa di cui gia’ si parla prima del voto) altra cosa esaurire nella ricerca di una conferma elettorale ogni altra considerazione, annegando le aspettative genuine di compagni e compagne in un soggettivismo elettorale veramente deleterio.

Non è uguale un governo Salvini Berlusconi, o all’occorrenza un allargamento al Pd o peggio le larghe intese mettendo nel trappolone pure i 5 Stelle, sono cose diverse soprattutto da una ipotetica rottura dei vecchi equilibri che renda temporaneamente complicata una ricomposizione funzionale al blocco dominante. Tale rottura e tale instabilita’ offrirebbe qualche spazio ad una opposizione che si vuole di classe. Cosi come non è indifferente se la destra più estrema otterrà una significativa presenza elettorale o tornera’ nel minoritarismo. Tutti questi fattori, proprio per la trasversalita’ della base pentastellata, materialmente saranno condizionati in modo particolare dall’esito, dall’avanzata o ridimensionamento dei 5 stelle e delle aspettative che in un modo o nell’altro essi rappresentano. E’ in atto una campagna mediatica virulenta che si somma alle preoccupazioni oltre oceano per una ipotetica affermazione di questa formazione “populista”, e’ una campagna degna di un regime ed andrebbe denunciata come ha fatto recentemente Giorgio Cremaschi.

Ora iniziano a parlare di fantomatiche influenze russe in favore dei Cinque Stelle, paventando inaffidabilità sul piano degli organismi internazionali a partire dalla NATO e dalle politiche di guerra da cui l’italia potrebbe prendere le distanze. Ridicolo attaccarli da sinistra megafonando la stessa campagna mediatica; semmai bisognerebbe chiedere conto delle ipotesi di intese di governo post elettorali e dei paletti che verranno o meno posti su questa strada verificandone poi la coerenza (a partire proprio dalla guerra e dalla precarieta’ del lavoro job act ecc.).

Invece si leggono in giro appelli sulla inaffidabilita’ e disonesta’ degli attivisti 5 stelle o elargizione di etichette addirittura di “nazismo” che poco si attagliano a quel movimento, ma calzano perfettamente la campagna del Pd per avvalorarsi quale baluardo democratico e argine alla deriva populista.

Sara’ possibile uscire da una logica di tifo, figlia dell’antiberlusconismo senza politica che ha accompagnato la formazione di molti compagni e compagne in questi anni? Soprattutto è importante non sostituire alla stessa logica l’antigrillismo, non ha proprio senso politico! Questo non vuol dire fare propaganda attiva per 5 stelle o sostenere il loro programma interclassista, ma solo comprendere che il vero problema non sono loro, i quali a seconda dei punti di vista non rappresentano semmai la soluzione corretta (tutta da costruire) ma nondimeno non sono loro i rappresentanti della borghesia imperialista, non rappresentano cioe’ il nemico principale. Non sono loro il partito della guerra, della precarietà, della distruzione di ogni diritto e partecipazione popolare. Più logico tentare di indebolire altri avversari: quelli che sono al potere per esempio. Ogni indebolimento dell’unica contraddittoria opposizione parlamentare in questi anni, specialmente se ottenuto non con una critica di classe ma con gli argomenti non meno populisti ed in buona parte farseschi che hanno inondato i social in questi giorni (a cui molti ingenui compagni hanno fatto eco) è utile al rafforzamento sia delle due destre di governo, i due finti poli, sia anche della destra più estrema. A chi giova…..non certo al nostro campo.

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10 Commenti


  • Francisco

    Finiamola con questi 5 stelle, hanno fatto già abbastanza danni.
    E finiamola anche con dargli la patente di populisti, sono drammaticamente qualunquisti, con quel che significa storicamente il termine.
    E finiamola anche con la invisibile opposizione parlamentare che paventano, stanno diventando come il PD, si attribuiscono e gli si attribuscono poltiche di sinistra che con la sinistra non hanno niente a che fare, anzi!
    Ma c’avete mai parlato con un pentastellato? Ma avete mai fatto una disamina di quel che vanno blaterando i loro dirigenti? Ma dove l’avete visto sto programma interclassista? Sbavano la storia della rinuncia al finanziamento, mentre sappiamo tutti che per accedervi necessitavano presentare i rendiconti delle spese elettorali, infatti hanno preferito nascondere da dove venivano i soldi, pura convenienza quindi, visto che si capisce bene oramai da dove gli arrivano. Tralascio la storia del mezzo stipendio alle PMI, i forconi, i padroncini, i principi dell’evasione fiscale, quelli per conto dei quali Grillo col megafono chiedeva ai gendarmi di torgliersi l’elmetto e scortarli a Montecitorio… capito bene il significato o dobbiamo spiegare ancora da che parte stanno le cosiddette forze dell’ordine?
    Non basta quel che sta accadendo in queste ultime settimane? Li avete visti da qualche parte?
    Politici e militanti che come aprono bocca parlano solo di soldi, soldi, soldi soldi… manco al bar dello sport, infatti è quella fauna televisiva incazzosa e biliosa ed egoista e qualunquista che gli ha dato il voto… e dovrebbe bastare come spiegazione.
    Politicamente vanno annientati proprio per fare chiarezza nel panorama politico, e datevi una guardata intorno, in giro e in rete, il loro problema ora è diventato esclusivamente Potere al Popolo, perché fuori dalla TV non ci si può sottrarre al confronto, ma sui media mainstream manco lo nominano PaP, hanno capito benissimo che stavolta ciò che farà la differenza non saranno i “pentiti” del voto ma chi prima non votava, ogni giorno che passa da tutte le parti stanno alzando il tiro, e c’è ancora spazio fino al 4 marzo per mettere sul piatto chissà quale nefandezza.
    Forse sarebbe bene spronare i compagni a tenere occhi ben aperti e non cadere nelle provocazioni.


  • Federico

    Ma i 5 stelle rappresenterebbero un’anomalia rispetto a che cosa? Una volta gettata la maschera sui temi cruciali – tra cui senza dubbio vi sono la questione UE/Euro e la questione NATO – con la scelta di Di Maio come candidato premier, rimangono per lo più i soliti latrati innocui contro la “casta” e i suoi privilegi, che nella situazione attuale di austerità e impoverimento drammatico delle classi popolari è un po’ come preoccuparsi di tenere in ordine il proprio orticello mentre dall’alto ti bombardano con il napalm…


  • Daniele

    Mi spiace compagni, ma sono d’accordo in tutto e per tutto con Francisco, il M5S è troppo ambiguo e qualunquista (“nè di destra né di sinistra”) per dare fiducia ai precari, ai migranti e ai milioni di disoccupati, così come sono evanescenti ed ondivaghe le loro proposte fintamente sociali.


  • Marco

    Senza contare il suo programma di.massicci ( ulteriori!) tagli alla spesa.pubblica , in linea con gli altri schieramenti e con i diktat della troika! E’ il.partiti dei padroncini, non e’ affatto.interclassista, magari!!


  • Egius

    Una analisi fatta bene tranne che vedere i grillini come “il nemico del mio nemico è mio amico”. Con loro non c’è e mai ci sarà dialogo, hanno vedute completamente diverse e nessuna cultura politica.
    Concordo con Francisco e aggiungo che dobbiamo riprenderci i voti dei compagni che oramai votano 5s solo perché non avevano alternativa a sinistra.
    Dobbiamo fargli capire che una sinistra riformista ed anticapitalista esiste ancora.
    Strada difficile sicuramente, ma è un lavoro che bisogna fare.


  • Alberto

    Condivido in pieno l’articolo di adriano ascoli. Molto meno i commenti. Sembra proprio che non si voglia uscire dal pantano. Non si riesce ad allungare lo sguardo oltre il proprio naso. I 5 stelle sono un’arma spuntata, ma e’ l’unica a disposizione. Nell’attesa dell’uomo “planetario” io li voto.


  • Francisco

    @ Alberto
    Certo, un’arma spuntata che affilano solo per colpire a sinistra.
    Cosa avrebbe a che fare poi la sinistra con un movimento qualunquista e reazionario ancora non è chiaro, se una rondine non fa primavera lo stesso vale se qualche compagno distratto s’è lasciato abbindolare e millantate di averci immersi in un pantano A sinistra non votiamo da un pezzo, ma oggi c’è l’occasione per farlo e non certo per i 5 stelle. E’ la cosa che sta preoccupando un po’ tutti, a cominciare da fasci e Minniti e seguito, pentastellati inclusi.
    Non vi potete più vendere quell’anima di sinistra che tra l’altro non avete mai avuto.


  • walter

    è molto, molto difficile. da anni non voto (ne sono responsabile). oggi mi ritrovo a fare i conti con una situazione in cui la dc ha completato la sua trasformazione in entità apparentemente distinte pronte a riunirsi nella “nuova” dc teocon: il pd e forza Italia. il primo ha inventato una costola, leu, per la cattura dei (taaanti) voti in fuga, ma ha il patentino mediatico di “sinistra (sic!!); l’altra, già palesemente di destra visto l’anziano padrone, non ha remore ad appoggiarsi apertamente a fascisti più o meno apertamente dichiarati. potere al popolo è dove sto con il cuore, ma si manifesta pubblicamente “al fotofinish”, ed io guardo ai rischi tipo alba dorata o pravi sektor chiaramente presenti in Italia (casapound e fn). preferisco pensare di votare (!) m5s, turando naso e tutti gli orifizi, contando sul loro astio per il bandito di arcore e per renzi, puntando ad un rafforzamento di pap attraverso il continuo lavoro con la società. nella situazione in cui stiamo un pessimo argine (m5s) potrebbe essere più efficace di un argine friabile (3%), se non altro per creare pessime condizioni per arrivare ad un governo stabile…


  • Francisco

    @ Walter
    E’ un mese e più che in rete i pentastellati parlano come di voti dispersi e inutili quelli che andrebbero a PaP, ma questo però solo in rete casualmente, evitando di esprimere tale “preoccupazione” nella regina dei media, la TV, quella che ha consacrato il m5s come unica (bufala colossale) opposizione alla deriva fasciodemocristiana: inutile tergiversare, il voto degli astiosi si prende solo in TV. Contemporaneamente si declamano grandi parallelismi programmatici tra m5s e Pap… sarebbe interessante sapere quali sarebbero queste convergenze, a naso non se ne sente proprio l’odore anzi, se c’è una formazione politica cui è andato il boccone di traverso rappresentato da Pap è proprio il m5s.
    Ancorano esistono destra e sinistra, altro che tutti uguali!
    Il problema non è “un argine friabile (3%)” ma che questo 3% sia stato lasciato velocemente alle spalle da PaP, prendendo contropiede tutti coloro che speravano in una bassa affluenza al voto, a cominciare dal m5s.
    Detto questo, “potere al popolo è dove sto con il cuore” è una roba che non sta proprio in piedi.


  • Giordano Bruno

    A Walter
    Ragionando in un approccio meramente elettoralistico come fai tu e che non fa parte della mia cultura politica, il tuo voto non servirà a nessun argine (pure inventandocelo, come fai). Le proiezioni vedono i pentastellati anche come primo partito, ma non abbastanza per fare un governo da soli. Pochi voti in più non fanno la differenza.
    Pochi voti in più a Potere al Popolo, invece, fanno differenza eccome perché permettono alle compagne di entrare in parlamento e di sottrarre una fetta consistente di parlamentari alle altre liste. Visto che le maggioranze di governo si fanno sui numeri assoluti, se vuoi mettere un argine benché friabile alle grandi intesi ti conviene puntare su PalP.
    Per il resto sono d’accordo con Francisco, con Potere al Popolo ci stai anema, core e sanghe… come pure mente, braccia e volontà.

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