Volevo innanzitutto ringraziare tutti i cittadini, militanti e compagni che ci hanno sostenuto in questa tornata elettorale riconoscendo nel nostro movimento la volontà di denunciare un sistema Emilia Romagna e Europa che non ci piace perché mette il profitto di pochi e lo sfruttamento di molti, al centro delle politiche economiche di questa Regione, Nazione ed Europa.
Una politica che dobbiamo provare a fermare ed invertire, anche se questo non sarà possibile senza il vostro aiuto e la mobilitazioni di tutti.
Noi abbiamo deciso, non senza fatica, di partecipare a queste elezioni regionali proprio per dare voce a questa rivendicazione latente da troppi anni e che non trovava una forza politica credibile. Un lavoro faticoso di costruzione che ci ha visto riuscire a rappresentare il nostro movimento solo in 5 province su 9 della Regione. Uno scontro impari a cui però non ci siamo sottratti, mettendoci il cuore e la volontà di dare continuità alla nostra fatica iniziale, con quella grinta del ritenere necessario “esserci” e rendere pubblico ciò che pensiamo e ciò per cui siamo nati.
Certo, la risposta elettorale non è stata, in questa fase di costruzione, esaltante ma la radicalizzazione e il riconoscimento ad opera vostra, nel nostro territorio, ci ha gratificato delle fatiche sino a qui affrontate.
Nessuna amarezza quindi per il risultato ci mancherebbe. Se fosse così è guardassimo a quanto questa Regione è cambiata e quanto il Partito che la governa e i suoi alleati sono cambiati dal crollo del muro, forse oggi non saremmo neanche esistiti. E’ stata, invece, la consapevolezza della realtà delle cose che ci ha dato la forza di reagire e smetterla di giocare in difesa.
Privatizzazioni e progressivo smantellamento dello Stato Sociale e dei diritti dei lavoratori sono stati il fulcro dello sviluppo anche di questa Regione e chi non le vuole vedere o affrontare in modo radicale, o è complice o difende il suo attuale stato economico che potrebbe essere messo in discussione dal contrastare l’ordine esistente delle cose.
Il voto di domenica ha evidenziato non solo l’arroganza di una maggioranza che ha usato l’antifascismo e la paura, me più né meno della Lega, come strumento di vittoria ma l’egoismo di una società anziana e opulenta che se ne fotte della schiavitù e del futuro povero delle nuove generazioni.
Per questo non possiamo gioire per la vittoria del Partito Democratico anche se ci rendiamo conto che, pur avendo il medesimo progetto economico, la Lega rappresenta non un pericolo per la Democrazia – che ha ampiamente dimostrato di avere ancora in sé gli anticorpi giusti – ma per la convivenza civile e il rispetto delle minoranze, che nella nostra Costituzione restano i principi fondanti della nostra nazione nata dalla Resistenza al fascismo e al nazismo.
Una storia importante nella nostra nazione che, allora come oggi, ha decretato la necessaria cesura dura e profonda che deve essere attuata quando i popoli, con i loro diritti, stanno per soccombere. Noi vogliamo e abbiamo cominciato a gettare le basi per fare questo. Un processo di consapevolezza e reazione che richiede dedizione e tempo, molto tempo.
Perdonatemi ma, proprio per questo, non riesco a tollerare i soddisfatti che si sentono “salvatori della patria”. Non lo sono anzi, hanno ulteriormente contributo a ritardare questa cesura che pagheranno, ripeto, le giovani generazioni con una lenta agonia, giustificata dalle compatibilità del mercato e della tutela “a prescindere” delle imprese.
Non basta cantare “bella ciao” in piazza con le Sardine per sentirsi a posto con la coscienza ma è necessario avere il coraggio di pretendere una risposta sociale e politica in difesa del diritto a un futuro degno di essere così chiamato.
Settimana prossima si riparte più forti di prima.
*Potere al Popolo Modena
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lamberto dolce
Un grazie a PAP e a Marta per avere portato una nota di vivacità per la via Emilia bigotta e succube del Pd. Le elezioni sono solo uno dei momenti della lotta e spesso nemmeno il più importante. Vi ho anche votato e lo rifarei appunto per questo: per dare continuità a un progetto antagonista, di classe, contro il governo del PD e dell’Europa. Contro il capitalismo del XXI secolo.
Grazie ancora cari compagni da un figlio del ’77 che vuole smuovere questa “Emilia paranoica”.