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Dopo una mattinata tra gli operai in lotta

La vicenda Whirpoool rientra perfettamente nella storia dell’Italia liberista. Ai primi del secolo scorso, quando due leggi speciali di Giolitti tentarono di dare una spinta all’industrializzazione della Campania, due leggi speciali assicurarono a spese dello Stato forti vantaggi agli imprenditori che aprissero fabbriche nel Sud.

Il concetto era più o  meno quello di oggi: stendere tappeti di velluto ai piedi dei padroni e invitarli a investire nel Sud. Abituati ad approfittare dei favori dello Stato, gli imprenditori del Nord non esitarono a partecipare al banchetto.

Lo Stato si impegnò a pagare per anni la materia prima e a non imporre tasse per un lungo, allettante periodo di pacchia, reso più appetibile da una mano d’opera specializzata pagata la metà di quelle settentrionale. Com’era naturale, fu un fiorire di fabbriche.

Scaduti i termini, quando e i padroni avrebbero dovuto proseguire assumendosi i rischi d’impresa, iniziò il fuggi fuggi. Intascati i profitti e scansate le tasse, i padroni del vapore, invertirono la rotta e tutto tornò com’era.

Avremmo dovuto imparare la lezione, capire che la soluzione non è quella liberista e invece di regalare quattrini della collettività a sciacalli e speculatori, creare forti aziende di Stato e nazionalizzare.

Noi invece continuiamo a offrire ponti d’oro a mariuoli travestiti da imprenditori – stavolta sciacalli e vampiri vengono dall’estero, continuiamo a sopportare che un padronato rapace e senza scrupoli, si comporti come i padroni della Whirpool: prendono i nostri soldi, fanno profitto e se trovano chi gli consente di schiavizzare meglio i lavoratori, chiudono i battenti, gettano sul lastrico i lavoratori e chi s’è visto s’è visto.

In alcuni Paesi dell’UE i governi hanno messo mano alla legge e hanno provveduto a difendere i loro lavoratori. Qui da noi, dove tutti gridano “prima gli italiani”, i governi si dichiarano impotenti: non possiamo impedire a un’azienda di chiudere. Così, come dimostra il caso Whirpool, siamo diventati terra di conquista.

Tu pensi che la gente dovrebbe votare soprattutto preoccupandosi di queste cose e invece no. Grazie ai media sottomessi e monopolizzati dai padroni, la gente, ipnotizzata da fuorvianti campagne di stampa su un inesistente fascismo che avanza, vota partiti e uomini responsabili della tragedia di centinaia di migliaia di lavoratori.

In questo senso, l’amara vicenda della Whirlpool è emblematica. Una grande multinazionale, con cuore e cervello negli Stati Uniti, decide di chiudere e di cancellare il futuro di 420 lavoratori e lavoratrici e delle loro famiglie in un territorio già martoriato dalla crisi. Un governo disarmato, ma sarebbe meglio dire complice dei padroni, non sa fare altro che alzare bandiera bianca di fronte ai padroni.

Agli uomini e ai partiti di questo governo, però, un popolo disinformato, sempre più ignorante e ormai disperato. si affida perché, così come ce la presentano opinionisti e televisioni al soldo dei padroni, il vero, grande problema dell’Italia è il pericolo di un ritorno al fascismo.

Per fortuna, però, nuclei di resistenza si vanno formando e, come dimostra questo filmato,

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* candidato per POTERE al POPOLO alle elezioni suppletive di Napoli

 

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