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Si torna alla politica dei due tempi, anche con il Recovery Plan. Troppo silenti i comunisti

L’Indirizzo del Recovery Plan si può considerare di stampo keynesiano, potremmo dire di matrice riformista. I comunisti hanno sempre detto che nell’attuale fase di sviluppo capitalistico non ci sono margini per questa strada.

Trascurando il livello internazionale, ma il ragionamento coinciderebbe, per quanto riguarda l’Italia il giudizio espresso dai comunisti ha molte frecce al suo arco. Due aspetti stanno lì a dimostrarlo.

Il primo riguarda le condizioni poste dal Recovery Plan le quali si baseranno fondamentalmente su tagli e quindi su restrizioni.

Il secondo riguarda le politiche di bilancio che non potendo usare oltre lo strumento del prestito, anch’esse dovranno basarsi su tagli almeno nella fase in cui non cresce il Pil. Il tutto a discapito dello stato sociale.

Potranno impostare il tutto secondo la teoria dei due tempi che, come sappiamo, è solo una favola.

Dunque vivremo una fase piena di contraddizioni e per questo dobbiamo essere attrezzati per poter svolgere opposizione e prospettive non semplici. Per questo la preoccupazione di oggi è la staticità della iniziativa di quel poco che c’è di organizzato nel campo Comunista.

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