Menu

In questi giorni fioccano le notizie sulla violenza bestiale delle guardie carcerarie (o “agenti di polizia penitenziaria”. Si sprecano le indignazioni d’occasione, i distinguo tra “mele marce” e “cesto sano” (ma 52 guardie arrestate in un solo carcere sono quasi il cesto intero…), le giustificazioni falsificanti.

Intanto, come sempre, alla prima notizia vien fuori la collana di quelle dello stesso genere. E allora si apprende della macelleria messicana a Melfi, e in tanti altri luoghi. Sempre nei giorni delle proteste per i contagi da Covid-19, nella primavera del 2020.

Sullo sfondo, l’immane tragedia dei 13 detenuti uccisi nel carcere di Modena, con i video delle telecamere accuratamente cancellati perché non ci fossero le prove documentali, ma solo “testimonianze” da considerare  “inattendibili” perché le vittime sono “solo” dei detenuti.

A chi si chiede onestamente come sia, davvero, il carcere in Italia e come funzionino le teste degli “agenti”, consigliamo sempre la lettura di questa poesia di Sante. E poi pensare…

*****

Poi, caro compagno, nei cortili

dopo gli idranti,

sono entrati i guardiani.

Avevano caschi, scudi

mazze e manganelli.

Ci siamo battuti,

a mani nude, noi.

E’ stata lunga la strada

dai cortili alle celle.

Qua e là: chiazze di sangue.

Nell’atrio

per le scale

e nelle celle: sangue.

La primavera è stupenda

da queste parti, lo sai.

E sai che a volte

i passeri più piccoli

cadono dal tetto

della prigione.

Uno era finito

nel nostro cortile.

Volava in modo

incerto, era buffo.

Io l’ho visto quando,

l’agente più giovane

del gruppo, lo colpì …

come fosse

una palla da baseball.

Finì appiccicato al muro.

Restò un attimo sospeso.

Poi cadde…

Ridevano tra loro

i guardiani: “non

voleva rientrare…”

Compagno, la primavera

è stupenda da queste parti…

.

PALMI, 16 dicembre 1984

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

2 Commenti


  • Delia

    Si tratta di un refuso vero? Messo così sembra che l’articolo sia a firma di Sante Notarnicola. Bastava citare nel titolo la poesia di Sante e tutto sarebbe parso più chiaro. Sante avrebbe sicuramente condiviso queste riflessioni ma purtroppo non può averle scritte lui. Sarei la prima a desiderare che lui fosse ancora tra noi per scrivere e commentare…e vivere


    • Redazione Contropiano

      Ci sembrava fosse chiaro che la redazione consiglia la lettura della poesia di Sante. La “firma” può essere relativa soltanto a quella parte, ovviamente, perché molti degli eventi di cui si parla sono chiaramente successivi alla sua scomparsa.
      Se pensi che abbiamo sbagliato, ce ne scusiamo comunque.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *