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Fascismo aziendale al Comune di Milano

Il dipendente si astiene dal diffondere con qualunque mezzo, compreso il web o i social network, i blog o i forum, commenti o informazioni, compresi foto, video, audio, che possano ledere l’immagine del Comune di Milano e dei suoi rappresentanti, l’onorabilità di colleghi, nonché la riservatezza o la dignità delle persone, o suscitare riprovazione, polemiche, strumentalizzazioni”.

Questo è il vergognoso articolo 13 del nuovo regolamento del Comune di Milano, presentato in aprile, sottoposto ad ovvie pesanti critiche, ma ancora sostenuto dal sindaco Sala e dalla sua giunta.

Quando ArcelorMittal ha licenziato un operaio perché su Facebook aveva postato l’invito a seguire un fiction che parlava dei disastri ambientali di una fabbrica, abbiamo denunciato questa decisione padronale come “fascismo aziendale”.

Togliere ai dipendenti la libertà di espressione e di critica nel nome dell’immagine aziendale, significa violare lo spirito più profondo della Costituzione, significa considerare i lavoratori non più cittadini, ma sudditi medioevali del padrone.

Ora scopriamo che questi principi aberranti sono alla base anche del regolamento non di una fabbrica privata, ma di una grande istituzione pubblica e formalmente democratica: il Comune di Milano.

Il sindaco Sala vuole mettere a tacere i propri dipendenti, guarda caso mentre avvia la campagna elettorale per la sua rielezione. E lo fa con i metodi autoritari di qualsiasi padrone e manager.

Perché questo è prima di tutto Sala, un padrone che considera la città una impresa ed un sistema di affari.

Un padrone che con l’Expo ha liberalizzato il lavoro gratuito dei giovani, che ha fatto una politica della casa e dei servizi per i ricchi e contro i poveri, che all’inizio della pandemia, voleva che Milano non si fermasse. I profitti prima della salute.

Nei discorsi della domenica Sala si traveste da progressista e guida, in proclami democratici, la corte trasformista dei suoi sostenitori. Poi però il lunedì ridiventa padrone, un padrone che ora vara un regolamento fascista per i propri sottoposti, a cui viene proibito di parlare male del Comune sui social.

A noi di #PoterealPopolo, che ci siamo candidati a Milano con #BiancaTedone, viene rimproverato: “ma voi non volete combattere la destra!

Non è vero. Noi contro la destra lottiamo ovunque e comunque possiamo, ed è per questo che a Milano siamo contro Sala.

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