Ora che sono passate alcune ore dall’anglomachia che ci ha posto sul tetto d’Europa, proviamo a guardare la partita con occhi meno accecati dalla giustissima esultanza (ahò, che sei ‘nglese? No? E allora perché nun esurti quanno vinceno l’azzuri????)
Le seriazioni statistiche lasciano il tempo che trovano, however in tutta la partita gli inglesi hanno fatto num. 2 (due) tiri in porta, di cui uno entrato dopo tre minuti di gioco.
Alla luce della scarsissima incisività della loro azione offensiva nel primo tempo, e la loro completa sparizione dalla nostra metà campo nel secondo, possiamo tranquillamente considerare quel golletto iniziale come un episodio.
Episodi che una qualsiasi squadra degna di laurearsi Campione d’Europa, giocando in casa a Wembley – dicesi a Wembley – con un totale di 6 partite su 7 in casa, pioggia a catinelle che notoriamente favorisce certi inamabili scarponi (per informazioni rivolgersi a Chiesa e Jorginho) avrebbe dovuto gestire sul velluto, raddoppiando almeno per spegnere un avversario tecnicamente ed atleticamente (sissignori, incredibile, vero?) superiore.
Invece hanno lasciato agli ospiti un umiliante possesso di palla del 62%, concedendoci 17 tiri a rete dei quali 5 nello specchio, e inopinatamente capitolando solo per l’avventuroso goal dell’immenso Leo Bonucci.
Lo stesso Bonucci (anni 34) che scherzava gli attaccanti inglesi con nonchalanti disimpegni di nuca verso Donnarumma.
Per asfaltare le velleitarie punte inglesi sono bastati lui e King Kong Chiellini, 70 anni in due, fino a farli sembrare dei fulmini di guerra, che chi segue la Juventus sa non esser più vero da un pezzo, purtroppo.
La partita era votata dagli dei del calcio per gli inglesi, che hanno avuto tutto, ma proprio tutto in loro favore. Compresi ben due rigori sbagliati dai nostri inconcussi eroi rigoristi, cioè Gallo Belotti (che mi sta molto simpatico, vista la squadra in cui deve giocare, povera anima) e finanche Jorginho che mai aveva sbagliato in carriera.
Chi ha memoria ricorda che nel 2006 fu fatale alla Francia UN rigore sbagliato da Trezeguet.
Qui invece gli inglesi dal molle piedino erano pieni di paura, tanto da esaltare e far sembrare impenetrabile il nostro Gigio, che è sì il miglior portiere al mondo, ma che innanzi a un rigore tirato come diocomanda non avrebbe potuto che andare da una parte, e la palla nel sacco dall’altra.
Non è stata fortuna, dunque. Fortuna hanno avuto gli inglesi ad arrivare immeritatamente ai rigori grazie al golletto iniziale, mentre noi abbiamo sciupato parecchio, ma poi, “Leo ve callò la boca” con lo spago.
Fortuna hanno avuto a battere i rigori nella porta sotto la curva inglese scatenata. Ne hanno sbagliati tre – diconsi tre – su cinque. Grazie a quale scherzo del destino avrebbero dovuto vincere?
Casomai, la Spagna poteva vincere in semifinale con noi, per non parlare del rigore-fantasma con il quale gli inglesi hanno eliminato i danesi, terza miglior squadra del torneo dopo Italia e Spagna.
Il calcio è sì sport, ma è anche ludus simile a quello degli animali predatori che cacciano in branco, e si riduce a volte ad una lotta per la sopravvivenza all’ombra ognuno del proprio campanile, difendendo e attaccando, stringendo i denti: survival football, appunto.
L’Italia è stata la più brava a sopravvivere, a non perdere contro una squadra migliore (parlo della Spagna) ed a ribaltare con fin troppa fatica una partita già segnata come quella di domenica sera, contro dei padroni di casa tutto sommato mediocri.
Fabio Capello, l’uomo che espugnò Wembley per la prima volta nel lontano novembre 1973 con un gol al 42° del secondo tempo, ride di cuore, nero sugli aranci: indica in Federico Chiesa il nostro miglior virgulto: ma erano altri tempi, c’era Zoff in porta, poi Facchetti, Rivera, Romeo Benetti e Tarcisio Burgnich, Causio e Gigi Riva. L’ultima grande impresa dei messicani.
Ma ora come allora, battere gli sbiaditi pronipoti dei Maestri del calcio, a casa loro, davanti a 60.000 spettatori uheggianti, con un gol di svantaggio e sotto la pioggia, in una finale, conviene al nostro discreto orgoglio.
Dissi in tempi non sospetti che Roberto Mancini era nocchiero inflessibile e che era uno bravo, che sapeva di calcio e che otteneva risultati: chiediamo che in futuro i nostri CT siano tutti della sua cifra tecnico-tattica, come Lippi, mica come quello là, di cui abbiamo la Ventura di non ricordare il nome, che allenava il Torinocalcio.
Ho detto.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
giancarlo+staffolani
non è irrilevante ricordare che il calcio inglese è da da decenni che è “sbiadito” in nazionale, ma nelle coppe che contano (Champions ed Europa Liigue) ben tre finaliste su quattro sono squadre inglesi, mentre i club milionari italici, da tempo non superano gli ottavi….. Fa eccezione l’Atalanta (non milionaria ma che ha13 giocatori in varie nazionali…..
Peppe
Vabbè ma risparmiateveli sti articoli
Manlio+Padovan
Ecco le cose di chi è di sinistra!
In tempi più serio, la posizione atea era dirimente per essere comunisti. Almeno siate laici.
Ecco una notizia da pubblicare con forte risalto e critica feroce.
https://www.democrazia-atea.it/pubbliche-derive-disfunzionali.htm
PUBBLICHE DERIVE DISFUNZIONALI
14-07-2021 08:02 – Carla Corsetti
La favolistica cattolica padovana narra di un tale che, a bordo di un calesse trainato da un cavallo, per evitare lo scontro con un tram, avrebbe spostato i palazzi con la preghiera.
I cattolici inventano magie e illusioni, che nella loro terminologia, qualificano come miracoli.
Credono al verificarsi di soluzioni paradossali ma soprattutto antiscientifiche, con le quali esaltano le loro figure mitologiche.
Il mago Houdini resta un dilettante davanti alle illusioni ottiche attribuite al cocchiere che avrebbe spostato i palazzi il quale, come da prassi, è stato dichiarato Santo.
Se tutta questa faccenda fosse rimasta nelle narrazioni all’interno della setta cattolica, nessuno se ne sarebbe occupato.
Senonché il sindaco di Padova ha consentito, suo malgrado, che questa favola fuoriuscisse dai contesti circoscritti di coloro che se la narrano.
Ha celebrato il cocchiere con una targa affissa sulla pubblica via, in memoria di quella favola.
La libertà di religione consiste nel tutelare ognuno nella libertà di credere a ciò che vuole.
Quando però i contenuti della credenza escono dai luoghi privati del culto e vengono “offerti” al pubblico “apprezzamento”, smettono di essere manifestazioni religiose e assurgono a fenomeni culturali, e come tali entrano in contrasto con il diritto alla conoscenza che sconta rigore logico e scientifico.
Il Sindaco di Padova che si presta ad onorare la favola di un cocchiere, rivela tutto il limite della sua cultura istituzionale.
Le credenze religiose sono come le prestazioni sessuali, vanno vissute nella riservatezza del privato.
L’esibizione delle prestazioni sessuali in pubblico è un comportamento disfunzionale, come l’esibizione della credenza del cocchiere che spostava i palazzi.
E Padova sconta un Sindaco che si presta a pubbliche derive disfunzionali.
Redazione Contropiano
Resta la domanda:
che c’entra tutto questo con l’articolo?
Manlio+Padovan
Ho scelto a caso un articolo di argomento leggero per sottolineare che, come altre volte ho fatto notare ma voi avete censurato, non c’è mai da aspettarsi da voi una presa di posizione inequivocabile, forte, nei riguardì della laicità dello Stato. e delle sue istituzioni. Tanto che avete gioito con i portuali di Livorno che si sono rivolti al papa per problemi da carattere politico.
Sapevo che era la città del “santo” , ma non sapevo che fosse la città della esibizione pubblica dei puri ebeti, dei cialtroni, delle teste di cazzo tout court in alto loco.
D’altronde un paese dalle profonde radici fasciste, non per nulla è cattolico, può non essere sempre più cialtronesco e fascista?
Poi dicono che qualcuno ama abbattere le statue! Ecc. Ecc..
Qui bisognerebbe picconare la targa. Speriamo che qualcuno ci pensi.
Avreste dovuto essere voi a pubblicare la notizia con tanto di commento.
All’eventula censore: scusa i termini, ma te li tirano fuori anche se non vuoi usarli; eppoi: quando ce vo’ ce vo’!
Redazione Roma
Una sola e ultima domanda. Ma oltre a rompere le palle a Contropiano di cosa ti occupi nella vita? Chiediamo per un amico. Dopodichè non lamentarti se faremo a meno dei tuoi commenti
Manlio+Padovan
Di rompere le palle agli ipocriti, visto che il tempo l’età mò me lo concede. Ipocriti come quelli he hanno fatto passare Raffaella Carrà per comunista ma non hanno giustificato il funerale in chiesa e nemmeno che il funerate è stato gestito da tre servi di quel santo impostore che è e fu padre Pio.
Comunque: saluti e addio.
Pubblicherete quest’ultimo messaggio?
Redazione Contropiano
Però se permetti, che palle ‘sto sparare a zero sempre su ogni virgola… pensi di convincere qualcuno?