L’unica ragione per cui vedere la trasmissione di Bianca Berlinguer “Carta bianca” sono i ragionamenti del prof. Orsini, ma che da dopo l’estate è posto a intervenire a tarda serata per non infastidire troppo il “palazzo”.
La Berlinguer ha mantenuto la partecipazione di Orsini, nonostante le forti pressioni contrarie per oscurarlo (la libera espressione è un ossimoro nel mondo liberal-atlantista) perché è chiaramente l’invitato alle trasmissioni che alza gli ascolti, altrimenti scarsi, con la giornalista che puntualmente cerca di impedirgli di esprimere il suo pensiero pacifista e di critica al pensiero “comune”.
Orsini viene così posto a confronto con personaggi “senza testa” che ripetono pedestremente il “mantra” atlantista (Moretti, Senaldi) di una Russia cattiva e allo sbando, prossima a perdere la guerra, e fondano tutta la loro proposta nel favorire l’invio di armi al regime semi-nazista ucraino (il popolo ucraino, qualsiasi lingua parli, è altra cosa): per loro, evidentemente, gli incendi si spengono buttandoci sopra benzina.
Tutta questa sicumera atlantista fondata sulla frase “c’è un aggressore e un aggredito, voi con chi state” è perché l’occidente collettivo sconta, a partire dal governo USA, una perdita di egemonia, evidente nelle continue aggressioni militari che porta avanti da trenta anni, coinvolgendo la NATO, suo strumento.
E’ chiaro che ora sono in gioco armi nucleari per cui il problema non è chi ha torto ma come arrivare alla pace, che si fonda su tutte le ragioni e tutti i torti e non sulle narrazioni fasulle occidental-NATO.
Arrivare alla pace per noi comunisti è cambiare l’ordine delle cose e per arrivarci è necessario iniziare una campagna di rivendicazioni che scardinino il sistema guerrafondaio esistente dei “senza testa”.
E’ perciò necessario chiedere il cessato il fuoco, la fine delle sanzioni (che sono contro la popolazione europea, occidentale segnatamente) ma anche costruire una campagna che imponga il limite del “2 per mille” del PIL per le spese militari, la sovranità italiana su tutte le basi militari USA-NATO in Italia per cui nessuna azione militare può essere posta senza il consenso esplicito del nostro governo (siamo per la loro presenza un bersaglio atomico), e in ultima istanza arrivare al referendum che ci faccia uscire dalla NATO.
Come comunisti dobbiamo essere i primi propositori di questo percorso per la pace perché la manifestazione del 5 novembre scorso lo ha reso evidente: lasciare la guida e l’iniziativa ai vari soggetti buonisti politici, religiosi o culturali ci porta a iniziative edulcorate e inconcludenti.
Questo percorso per la pace va perseguito dai comunisti in maniera unitaria e prioritaria, chi vuole aderirvi deve accettarlo in toto o rimanerne fuori, e noi proporlo in maniera pressante perché i soldi per la guerra devono andare totalmente per lo stato sociale, sanità pubblica in particolare.
Dobbiamo avere uno slogan chiaro e sintetico: pace adesso, basta armi!
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