La Cina ha accusato il Giappone di minacciare la pace nella regione, dopo che Tokyo ha approvato la contestata riforma delle forze di autodifesa che darà ai militari nipponici il compito di difendere anche fuori dal territorio nazionale gli interessi vitali di Tokyo e dei suoi alleati più stretti per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. Pechino ha invitato il Sol levante a imparare “dalle profonde lezioni della storia”.
La maggioranza che sostiene il governo del primo ministro Shinzo Abe, ha sostenuto la legge voluta dal leader del partito Liberaldemocratico che si conforma alla nozione di “pacifismo proattivo” elaborata dal primo ministro, nonostante il duro ostruzionismo dell’opposizione e le decine di migliaia di persone scese in piazza per protestare contro questa nuova interpretazione della Costituzione che allenta ulteriormente i vincoli dell’Articolo 9. Questa norma vieterebbe ogni uso della forza da parte del Giappone.
Con le nuove leggi interpretative (che in realtà non riformano il dettato costituzionale, procedura assai lunga e complessa), Tokyo potrà reagire non solo ad attacchi diretti contro il suo territorio, ma anche ad attacchi contro i suoi interessi vitali all’estero e contro attacchi ai suoi alleati più stretti (cioè gli Stati uniti).
Il ministero della Difesa cinese ha affermato che la riforma “ha suscitato una grave preoccupazione tra gli stessi cittadini” giapponesi, oltre che “tra i paesi vicini asiatici e la comunità internazionale”. In un editoriale dell’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, si legge che la nuova normativa sulla sicurezza giapponese “non solo rompe la promessa fatta dal Giappone dopo la seconda guerra mondiale, ma tradisce anche il suo stesso popolo”.
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walter
e se cominciassimo a dirci che, nell’ambito del nuovo passo sulla scala politico-economica mondiale pilotata dagli usa, è in corso una rivisitazione imposta delle leggi costituzionali post secondo conflitto per adeguarle alle nuove (per i popoli) e future esigenze iper liberiste, scivoleremmo nell’abisso del
la demagogia? davvero?